Yuman: “La Musica Mi Ha Salvato Dandomi Un Luogo Dove Rinchiudermi”
Dopo aver vissuto a Londra e Berlino, il cantante romano Yuman torna a casa e ci racconta del rapporto viscerale con la musica. I AM è il singolo che anticipa i suoi prossimi due nuovi EP.

Con il cuore a Roma, e la testa nell’universo del mondo musicale internazionale, per Yuman la musica è una missione. Il suo percorso inizia quasi per caso poco prima dei diciotto anni: una veloce registrazione di Hotel California inviata alla compagna e una reazione che cambia la sua vita: “Tu devi cantare!”. Seguendo il suo istinto e questo prezioso consiglio, Yuman lascia l’università per dedicarsi alla musica.
Naked Thoughts (2019) è il suo album di debutto e questa primavera ha inaugurato una nuova pagina del suo percorso con un assaggio di quelli che—ci ha anticipato—saranno due nuovi EP per mostrare i molteplici lati della sua personalità e del suo estro artistico.
Questa nuova stagione musicale per Yuman si apre con I AM, un singolo ispirato a sonorità elettroniche anni ‘80 che parla di consapevolezza, innocenza, necessità; dell’importanza di rimettersi al centro e riprendere il controllo della nostra vita, esigenze che per l’artista si sono concretizzate come non mai durante l’ultimo anno di lockdown. “I AM è nata durante il [primo] lockdown. Nel momento in cui ci si trova soli con noi stessi, uno analizza se stesso, i propri problemi, capisce che cosa non va. Questo periodo mi ha fatto riflettere un sacco, e mi sono reso conto che esisto come persona, come singolo. I AM nasce proprio dal bisogno di parlare di queste cose.”
Quando lo raggiungo con una video chiamata per saperne di più, Yuman si trova in studio vicino Roma a provare, in attesa di ripartire con le performance live e a lavorare su nuovi pezzi con il suo produttore artistico, Francesco Cataldo. “Lavoriamo proprio in simbiosi. Ci uniamo e lavoriamo sui pezzi a cuore aperto. È un freestyle, nasce un’idea e la coltiviamo,” confessa.
YUMAN ha timbro vocale profondo e graffiante che accompagna un gusto estremamente eclettico che l’artista italo-capoverdiano dimostra spaziando con sicurezza tra generi e sonorità, dal pop all’elettronica. Ogni brano è un mondo diverso dal quale emergono le tante influenze che hanno alimentato e plasmato il sound dell’artista, come Stevie Wonder e Paolo Nutini. “Mi è sempre piaciuto dare uno sguardo altrove, a qualcosa che non ci appartiene a livello fisico, ma di cui condividiamo il pensiero; evolversi, adattarsi ad un linguaggio che tutti possono capire.”
L’universalità del linguaggio musicale è qualcosa di molto caro a Yuman, che per un periodo della sua vita ha vissuto a Londra e Berlino proprio per mettersi alla prova e allargare i suoi orizzonti. “Mi sentivo di dover suonare in piazze aperte come Londra o Berlino, dove non importa da dove vieni; in quei luoghi ci sono pochissimз nativi/native del posto, quindi c’è un mix di culture, di idee, ideologi: tutto si mischia in un modo così conforme che ho sempre trovato affascinante. Spostarsi a Londra è un’esperienza da fare perché trovi una marea di musicisti/musiciste allз qualз non interessa da dove vieni, basta che la tua storia sia sincera e convincente e si appassionano tutti. La musica è un rito e questi posti sono magici. A Londra nei locali se c’è musica dal vivo viene imposto il silenzio, devi stare lì ad ascoltare perché c’è un persona che sta suonando. Qui non è proprio così—magari mi sbaglio, dipende sempre da che luoghi frequenti—ma lì la musica è una religione, c’è silenzio in sala quando qualcunə suona perché le persone sono lì per ascoltare. Come artista questo fa benissimo, la rende una cosa ancora più speciale e fa crescere l’autostima.”
Dopo queste esperienze formative, ha trovato la sua dimensione nella città che l’ha cresciuto e in cui è iniziato tutto: “Ho girato diversi posti, ma Roma è sempre casa. Anche se alla fine sì, la musica qui è stata molto svalutata ultimamente, soprattutto dal punto di vista degli aiuti: gli artisti/le artiste sono statз consideratз deglз optional, potevano esserci come non esserci. Mentre ci sono paesi dove la musica è tutto, come in Germania che ha dato sussidi allз musicisti/musicisti perché lì sanno che ci vuole tempo prima che l’arte ripaghi. Ma essere tornato a Roma comunque mi fa stare bene, perché questa è casa mia. Abbiamo così tanto da dire e da fare che dico: ‘perché non crederci veramente e farlo?’”
Quella di Yuman è una missione condivisa da tantз altrз artisti/artisti afrodiscendenti che operano nell’industria culturale italiana contemporanea e dedicano la loro vita alla musica. Ed è una missione che si riflette anche in uno dei mantra più importanti per il cantante, secondo il quale anche se attraversiamo momenti difficili, la musica in qualche modo ci salverà. “La musica mi ha salvato dandomi quel luogo dove rinchiudermi, un po’ come se fosse casa. Mi ha sempre sostenuto, sbagliata o giusta che sia ogni canzone ti serve per crescere, è un esperienza. La musica ti dà questa opportunità di parlare a tuttз con un linguaggio comune, non ci sono parole specifiche, sono quelle note che o ti arrivano o non ti arrivano. È molto semplice ecco, qualsiasi lingua tu parli.”
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Celine Angbeletchy
Sono una persona molto eclettica con un’ossessione per la musica e la sociologia. Nata e cresciuta in Italia, Londra è diventata la mia casa. Qui creo beat, ballo, canto, suono, scrivo, cucino e insegno in una scuola internazionale.