L’eclettismo Artistico Di Yasiin Bey Aka Mos Def A Torino

di GRIOT - Pubblicato il 19/11/2018

Che Dante Terrell Smith possega una compresione dell’arte molto profonda è assodato. La sua storia, il suo ritmo, racconta di un uomo che sotto le spoglie di Mos Def ha abbracciato musica, cinema e arte contemporanea mai per caso, mai semplicemente per provare, bensì sempre per riuscire. È stato precursore dei “performer totali” che oggi stanno guadagnando le luci della ribalta. Il ragazzo che si trasferì a Brooklyn per dare il suo tocco ai lavori dei Da Bush Babees e De La Soul. L’uomo che con Talib Kweli creò le Black Star, citando nelle sue copertine Miles Davis, rafforzando il legame spirituale tra hip hop e jazz. Musica di altissimo livello a cui ha contribuito persino il maestro del groove Madlib senza alcuna esitazione. Eppure in Mos Def c’è la convinzione che tutto in qualche modo sia collegato ad un livello più profondo, primitivo e spirituale. Da qui la conversione all’Islam e la nascita di Yasiin Bey, elementi che condizionano anche la sua protesta contro le condizioni dei detenuti a Guantanamo. Ma non si tratta di urla, non si tratta del gangsta game. Mos Def si esprime ancora una volta attraverso l’arte, in una angosciante performance in cui si sottopone alla pratica dell’alimentazione forzata, tecnica utilizzata sui prigionieri che rifiutano il cibo in carcere. Oppure accende i riflettori sul diritto di lasciare il proprio paese e tornarci, utilizzando un World Passport. Il suo obiettivo non è quello di eccellere in ogni ambito, ma di dimostrare che c’è una connessione in tutto, un ritmo attraverso cui tutto è stato fatto.

Il prossimo 30 novembre Yasiin Bey si esibirà live al Supermarket di Torino in occasione della 11° edizione di Jazz:Re:Found. Info evento qui.

Immagine di copertina | via facebook/YasiinBey

Fonte | via facebook/Jazz:Re:Found

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