Uno Sguardo Dentro Al Libro Del Momento

African Artists: From 1882 to Now fornisce una panoramica di oltre 300 artistз modernз e contemporaneз natз e basatiз nel continente africano, con GRIOT segnalato come risorsa online per ulteriori letture. Abbiamo selezionato quattro profili—presentati qui su GRIOT in esclusiva—raccontati nel libro dal nostro contributing editor Eric Otieno Sumba. che è tra le/gli contributor del volume.

di GRIOT - Pubblicato il 07/12/2021
African Artists: From 1882 to Now . Phaidon Editori

“C’è un’incredibile ricchezza di arte bella, importante e di valore prodotta da artistз africanз. Tuttavia, alcunз frequentatorз di gallerie potrebbero non conoscere El Anatsui da Samuel Fosso”, annuncia un comunicato stampa per African Artists, ora disponibile online e in varie librerie selezionate in Europa e negli Stati Uniti. Il libro viene poi presentato come la soluzione definitiva a questo insolito problema: è vero che confondere El Anatsui (uno scultore ghanese) con Samuel Fosso (un fotografo nigeriano) richiede un certo grado di cattive intenzioni, tuttavia questo linguaggio di marketing fuori dagli schemi non dovrebbe distrarre da quella che è la posta in gioco.

African Artists, come ogni progetto che raggruppa artistз per origine, nazionalità, genere, sessualità o razza, ha i suoi difetti; il più ovvio è chi può essere considerato “africano” e cosa c’è da pensare dell’enigma “arte africana”? Sebbene elegantemente risolta nel titolo del libro e discussa criticamente nel saggio introduttivo del professore di storia dell’arte di Princeton Chika Ogege-Agulu, la questione se il termine “Arte africana” possa essere reclamta dalle sue connotazioni etnografiche indugia nel libro e ben oltre.

African Artists: From 1882 to Now. Phaidon Editori

Tuttavia, il libro sarà una preziosa aggiunta per le/gli intenditorз d’arte, artistз e menti curiose che nelle sue pagine troveranno molto da cui attingere. Il libro presenta una ricca selezione di immagini, prodotte da oltre 300 artistз modernз e contemporaneз, natз o basatз in Africa, e rappresenta il tentativo più completo mai realizzato di catturare la scena artistica in forte espansione del continente. Il profilo di ogni artista è illustrato con l’immagine di un’opera rappresentativa e i testi di accompagnamento consentono a chi legge di acquisire una maggiore comprensione dell’arte esposta e deglle/degli artistз dietro essa. La pittrice nigeriana Aina Onabolu, nata nel 1882, si trova al primo punto del catalogo, che presenta in modo schiacciante fotografз e pittorз. Tuttavia, nel libro sono rappresentatз anche altrз media tra cui collage, installazioni (sonore), immagini in movimento, performance, stampe, sculture e tessuti. La maggior parte delle/degli artistз, come vedremo nell’anteprime che seguono su quattro profili del libro, lavorano in diverse discipline.

African Artists: From 1882 to Now . Phaidon Editori

Dopo aver completato un master in moda all’Università di Scienze Applicate di Amburgo, e aver lavorato brevemente in fashion design, l’artista ghanese-tedesca Zohra Opoku (nata nel 1976 in Germania), ad esempio, si è sentita attratta dalle culture tessili andando ben oltre la moda, in particolare dalle convenzioni della tradizione dell’abbigliamento ghanese. Alla fine si è cimentata nel collage e ha sperimentato la fotografia, che continua a caratterizzare gran parte del suo lavoro. Questa combinazione di pratiche è palpabile in Bobs Cloth (2017), in cui il nipote dell’artista, vestito regalmente con un abito fluente stampato e adornato con grandi perline Ashanti, osserva umilmente. Accanto a lui, e su un granuloso sfondo esterno, un’aureola fluorescente di simboli adinkra di Ohene Adwa (sgabello del re) dà credito alla sua doppia espressione, mentre si libra sopra quattro ritagli di maschere dalla stampa che indossano.

Zohra Opoku, Bobs Cloth, 2017.

Il talento di Ephraim Ngatane invece è stato notato e incoraggiato durante gli studi a Johannesburg. Tra il 1952 e il 1954 Ngatane, nato nel 1938 nel vicino Lesotho, studiò pittura al Polly Street Art Centre, dove alla fine tornò in veste insegnante. Come molti dei suoi contemporanei, le sue condizioni sociali sotto l’apartheid erano importanti quanto i riferimenti storici dell’arte. Dopo essersi stabilito nella pittura ad olio, ha prodotto scene celebrative e allo stesso tempo accurate della vita nella township di Orlando. Nel 1964 ha avuto due mostre personali, ma ha integrato le sue entrate lavorando in uno studio di ceramica a Doornfontein. In un sanatorio per malati di tubercolosi a Soweto, dove fu confinato lo stesso anno, fece amicizia con Zwelidumile “Dumile” Feni (1942-1991) con il quale dipinse murales su cui da allora è stato dipinto sopra. Completato in questo stesso periodo, Figures in a Township (1969) critica l’epitome della pianificazione spaziale dell’apartheid, valorizzandone al contempo la desolazione con il colore. Ngatane ha ceduto alla malattia a trentatré anni, ponendo fine a una breve e prolifica carriera.

African Artists: From 1882 to Now . Phaidon Editori

Un altro artista del libro è YoYo Gonthier (nato nel 1974 a Niamey, Niger), che nel 1997 si è laureato con un master in fotografia e multimedia presso l’Università di Parigi VIII, successivamente ha lavorato come fotografo nella città. La pratica di Gonthier oggi si fonda sull’arte concettuale e sulla performance, insieme a film e scultura. Mentre la fotografia per l’artista funge ancora da scintilla creativa e mezzo documentario, il suo lavoro è animato dai concetti e dai contesti all’interno dei quali emerge. Burey Bambata fa parte di una serie in corso intitolata Le nuage qui parlait (la nuvola parlante), un progetto artistico e partecipativo collettivo attorno a un omonimo oggetto volante (e galleggiante) costruito tra il 2011 e il 2013. Attraverso le parole e le frasi cucite sulla superficie della nuvola, l’oggetto attiva l’immaginazione, inducendo opere d’arte performative spontanee ovunque vada alla deriva.

African Artists: From 1882 to Now . Phaidon Editori

L’artista angolano Yonamine è nato a Luanda nell’anno in cui l’Angola ha ottenuto l’indipendenza dal Portogallo (1976). Yonamine trascorse gli anni turbolenti della guerra civile che seguirono nella Repubblica Democratica del Congo, per poi trasferirsi in Brasile e successivamente in Inghilterra e Portogallo. Ha iniziato la sua carriera negli anni ’90, esponendo con un gruppo noto come I Nazionalisti. Cavalcando l’onda dell’espressione artistica che ha lanciato la prima Triennale di Luanda nel 2006, ha partecipato a workshop e mostre dal 2004 in poi, spinto da un urgente senso di espressione. La pittura, i graffiti e la fotografia sono i suoi media, mentre la street art e l’installazione mista sono le sue tecniche più comuni. Drontheimer Strasse 19, che prende il nome da una strada di Berlino Mitte, rappresenta questi strati di media e significati. Le etichette dei graffiti e i poster stracciati che invecchiano sono caratteristici dei pilastri pubblicitari cilindrici in cemento della capitale tedesca. Yonamine aggiunge intenzione a questa estetica ordinaria, riproducendo abilmente una trama visiva fortuita.

African Artists è attualmente disponibile in inglese. Presto sarà disponibile una versione francese.

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