Unioni Civili Sì | Ora Però Muoviamoci Con La Riforma Della Cittadinanza

Matteo Renzi lo aveva promesso. Dopo la stagione delle riforme sarebbe partita la “stagione dei diritti civili”. E finalmente qualcosa si sta muovendo. L’11 maggio 2016 è una data storica. La Camera ha approvato la legge sulle Unioni Civili. “Fino a ieri l’Italia era l’ultimo grande Paese dell’Europa occidentale a non avere una legge in materia,” scrive il quotidiano francese Le Monde.
Oltre a garantire alcuni diritti fondamentali alle persone dello stesso sesso che decidono di unirsi di fronte a un ufficiale civile, la legge regolamenta anche le coppie di fatto, sia eterosessuali sia omosessuali. Ho pensato subito ad una coppia di amici che un anno fa ha detto sì al comune di Roma. Ora sono ‘ufficialmente’ uniti. Sono felice per tutti gli altri amici che avranno l’opzione di dire sì.
Alcuni esponenti politici contrari a questo piccolo grande traguardo esortano i primi cittadini alla disobbedienza e a non celebrare le unioni. Altri stanno presentando una serie di iniziative per un referendum abrogativo contro le Unioni Civili (singolare che usino lo strumento referendum visto che la politica tutta non è nuova a mosse che cercano di sovvertire la volontà popolare – leggasi acqua pubblica e abolizione dell’articolo 6.)
Detto questo, ora però tocca al ddl sulla Cittadinanza, il cui testo di riforma è stato approvato più di sei mesi fa dalla maggioranza ma che ancora trova grandi difficoltà per la sua approvazione finale. E francamente non si capisce il motivo. Un testo, che nonostante le molte criticità, se approvato permetterebbe ai minori stranieri di ottenere la cittadinanza in due modi: attraverso lo Ius Soli Temperato, ovvero ottenimento della cittadinanza per bambini nati in Italia da genitori stranieri che soggiornano legalmente sul territorio da almeno cinque anni; o attraverso lo Ius Culturae, ottenimento della cittadinanza per i bambini arrivati entro i 12 anni di età, che abbiano frequentato regolarmente un ciclo di studi di almeno cinque anni e acquisito un titolo scolastico. Per i ragazzi tra i 12 e i 18 anni invece è previsto anche che risiedino in Italia da almeno sei anni. In entrambi i casi si ottiene solo attraverso una dichiarazione di volontà da parte di chi esercita le veci del minore.
Ma quanti sono i ragazzini non (ancora) italiani che frequentano le scuole italiane? Se vi fate un giro per la rete scoprirete che pochi giorni fa una deputata del PD ha presentato a Montecitorio un’interrogazione che evidenzia che in 2.851 scuole della Penisola almeno uno studente su tre non è – ancora – italiano. In oltre 500 scuole italiane invece oltre la metà degli studenti non è (ancora) italiana.
E poi ci sono moltissimi maggiorenni non (ancora) italiani, nati e/o cresciuti qui che non hanno ottenuto la cittadinanza per motivi…(perchè non hanno fatto richiesta entro un anno dal compimento dei diciotto anni o perchè per un periodo sono andati via dall’Italia, per esempio). Ragazzi che mettono i dischi o che organizzano eventi e serate nei club dove andate a ballare la migliore musica hip-hop; ragazzi con i quali studiate all’università o vostri colleghi di lavoro. Ragazzi che vi servono il cappuccino e la brioche al bar sotto l’ufficio o che vi prendono in magazzino le scarpe n° 40. Coppie o famiglie sedute vicino a voi sul volo Roma-New York, Milano – Dakar, Bologna-Pechino. Persone che contribuiscono a far crescere l’economia e arrichiscono la cultura di questo paese. Vicini di casa. Amici vostri. Privati di un diritto umano fondamentale.
In totale sono circa un milione i giovani italiani di origine straniera che per legge non lo sono. Della serie “Stranieri Italiani”.
“Basta rinvii, anche se il testo presenta molte criticità, va approvato al più presto. La riforma della cittadinanza non può più aspettare”, si legge su Redattore Sociale. A chiederlo, lo scorso fine marzo, tutte le associazioni che fanno parte della campagna “L’Italia sono anch’io”, di cui La Rete G2 – Seconde Generazioni è una delle primi promotrici. L’unica certezza che è uscita dall’audizione in commissione Affari Costituzionali è che non è ancora stata fissata una data per la discussione e l’approvazione del ddl.

Se l’attesa andasse troppo per le lunghe, sarebbe bello vedere tutte le associazioni, le persone di cultura e del mondo dell’entertainment, la gente comune che in questi lunghi anni hanno lavorato affinchè questi diritti si tramutassero in Unioni Civili (dallo scendere in piazza allo sfumare semplicemente con l’arcobaleno la foto facebook in segno di solidarietà), a fianco di tutte le associazioni de “L’Italia sono Anch’io” e del milione di stranieri italiani che aspetta impaziente di diventarlo.
“Narro il malessere che c’è nell’aria quello che vedo in ogni città. Sento di essere un figlio d’Italia, questo anche se non son nato qua,” canta il bresciano Mista Tolu.
Ultimo aggiornamento | Sabato 14 maggio 2016
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