Tshegue | Anima Afro-punk E Sound Contagioso

di Celine Angbeletchy - Pubblicato il 07/10/2019
Foto di Lou Escobar

Brulicante di talento artistico e genio musicale, la vibrantissima scena musicale di Kinshasa continua a sfornare nuovi incredibili artisti. Nella capitale congolese “sono tutti o musicisti o artisti,” ci confessa Faty Sy Savanet, che insieme al produttore franco-cubano Nicolas ‘Dakou’ Dacunha forma il duo musicale Tshegue. Di base a Parigi, la band ha fatto il suo debutto ufficiale nel 2017 con l’EP Survivor, lavoro eclettico che mescola influenze garage-rock e tribal techno, e che li ha lanciati nel panorama elettronico europeo.

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Foto di Lou Escobar

Tshegue è il nome che viene dato ai ragazzini di strada di Kinshasa ed è anche il soprannome della cantante che è nata e cresciuta nella capitale prima di trasferirsi in Francia all’età di 8 anni. Faty e Dakou hanno iniziato il loro viaggio musicale individuale suonando la batteria da adolescenti, e si sono subito presi quando si sono incontrati a L’Embuscade, il club di Parigi dove Faty organizza serate a base di soul, grime hip-hop, kuduro, gqom, techno e musica congolese.

Il raffinato gusto musicale di Tshegue attraversa tutta la diaspora africana, e non è un a caso gli venga spesso attribuito il soprannome di afro-punk. “La nostra musica è un mix tra ciò che siamo e le nostre radici. La parola afro-punk non mi dispiace perché grazie ad essa molte persone hanno potuto scoprire un genere che prima non era visibile. Ma vorrei che non dovessimo giustificare il nostro genere, il colore della nostra pelle o la nostra religione, per poter esistere. Suoniamo semplicemente musica,” continua Faty.

Gli Tshegue amano descrivere il loro suono come una miscela universale, aggiunge Dakou, un suono al quale entrambi contribuiscono nel loro modo unico. Faty si concentra su “percussioni, battiti cardiaci… È una storia legata a tempi, frequenze, pianeti che si allineano, e in un certo senso entrano in sintonia,” mentre Dakou cerca di portare il suo ritmo, le percussioni e il suo stile personale nella produzione musicale.

Lo scorso 19 giugno hanno pubblicato il loro nuovo EP intitolato Telema, un lavoro che gli ha dato più forza e li ha aiutati a salire di nuovo sul palco, ad andare avanti e a difendere la loro musica. “Non avevamo un obiettivo specifico, solo essere liberi nel nostro ambiente musicale. Volevamo continuare a fare musica insieme e condividerla, forse con l’idea di un messaggio positivo, come preoccuparsi delle persone che ti circondano, cercare di far riunire le persone con la musica trance, difendere cause importanti e parlare contro le parole negative che sono già state diffuse,” hanno continuato. 

Oltre al loro innegabile talento, il gusto visivo di Tshegue ha contribuito a costruire la loro reputazione, basta dare un’occhiata al loro canale Youtube. Il video in bianco e nero di The Wheel è stato girato a Kinshasa e ha come protagonista il collettivo congolese di pattinatori Club Etoile Rollers; M’Benga Bila, che in lingua lingala significa “Ora chiamo la polizia!”, è un omaggio al film cult del 1986 di Leos Carax, ‘Mauvais Sang‘. Celebra la bellissima diversità di Parigi ed è stato girato e diretto da Sacha Barbin nella zona Goutte D’Or del XVIII arrondissement, uno dei quartieri più multiculturali di Parigi, diventato la casa di Faty. Ultimo, ma non meno importante, il sorprendente video di Muanapoto, una vera droga, come lo è la stessa canzone che ora fa parte della campagna di Fenty Beauty. Fatto curioso: il duo ha citato Rihanna tra le sue collaborazioni da sogno—oltre a Missy Elliott per il suo potere, la sua creatività e l’incredibile flow, e Burna Boy per la sua visione della musica.

Influenzati da Los Van Van, Bob Marley e Phil Collins, Renaud e Timbaland, gli Tshegue attraversano molteplici paesaggi musicali per regalarci un suono incredibile e unico. Teneteli d’occhio!

Ascolta Telema e scopri di più sul duo e le loro prossime date.

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Sono una persona molto eclettica con un’ossessione per la musica e la sociologia. Nata e cresciuta in Italia, Londra è diventata la mia casa. Qui creo beat, ballo, canto, suono, scrivo, cucino e insegno in una scuola internazionale.