Guardiamo ‘The Story Of OJ’ E Facciamoci Un Esame Di Coscienza

È uscito il nuovo album di Jay-Z, tutti ne parlano ma in pochi l’hanno sentito.
Bene, vi assicuriamo che questa volta il fumo è proporzionale all’arrosto – passatemi la metafora – visto che dopo neanche una settimana dall’uscita – il 29 giugno – in esclusiva su Tidal, 4:44 si è già aggiudicato un disco di platino dalla Recording Industry Association of America.
The Story of O.J. è la punta di diamante dell’album, un pezzo con una carica e una valenza politica che sconquassa letteralmente la storia e il futuro dell’hip-hop, e che anche se sembra palesare il razzismo sistematico ed interiorizzato in America da secoli, in realtà chiama tutta l’umanità all’esame di coscienza.

“Light nigga, dark nigga, faux nigga, real nigga / Rich nigga, poor nigga, house nigga, field nigga / Still nigga, still nigga” recita Jay-Z con una flemma che ricorda quella del grande James Baldwin, centrando in pieno il vero clue della questione. Siamo intrinsecamente socializzati al razzismo è qualcosa che apprendiamo crescendo e che permane nel substrato sociale.

E se il flow coinvolgente, la voce di Nina Simone, Huey Newton e il testo non fossero abbastanza per farvi cessare ogni attività, alzate il volume, ascoltate e riflettete o felicitatevi che ci sia qualcuno che stia veramente dicendo quello che avete appena sentito. Il video, da oggi disponibile anche su Youtube, vi farà davvero capire il motivo del tanto clamore.
Utilizzando la tipica animazione dell’inizio del 900, Jay-Z e il filmmaker Mark Romanek ripercorrono e ridicolizzano gli stereotipi legati alla tradizione afroamericana con il loro personaggio “Jaybo”, una cinica e realista caricatura del protagonista del libro per bambini The Story of Little Black Sambo, simbolo storico del razzismo nella rappresentazione degli afroamericani.

Vi chiederete, ma chi è O.J.? Orenthal James Simpson, soprannominato The Juice, è un ex giocatore di football americano, protagonista di un caso di cronaca nera che ha scioccato gli Stati Uniti negli anni ’90, ma in realtà rappresenta un’icona dell’ambiguità e della condanna legate al binomio successo e colore della pelle “sbagliato”. Nella clip di 8 minuti, Footnotes for The Story of OJ, Jay Z spiega: “Poiché non abbiamo mai avuto niente, come persone di colore tendiamo a separarci dalla nostra cultura raggiunto un certo successo, ed è comprensibile. Quando OJ dice “I’m not black I’m OJ” è come un Tiger Woods che può sentirsi al di sopra e distante dalla sua cultura, ma quella persona che è protetta e ammirata quando gioca bene e riga dritto è la stessa che dopo viene distrutta pubblicamente. Ti mangiano e poi ti risputano.”

O.J., come Tiger Woods, Balotelli, per citare esempi nostrani, e tanti altri personaggi dell’ormai obsoleta comica storia triste che caratterizza la vita di milioni di persone nel mondo, Italia inclusa.
L’album 4:44 è solo una parte di un progetto più ampio, il cui prossimo step sarà un film disponibile esclusivamente su Tidal con Mahershala Ali, Lupita Nyong’o e Danny Glover.
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Celine Angbeletchy
Sono una persona molto eclettica con un’ossessione per la musica e la sociologia. Nata e cresciuta in Italia, Londra è diventata la mia casa. Qui creo beat, ballo, canto, suono, scrivo, cucino e insegno in una scuola internazionale.