Spazio Griot, Capovolte E Castello Di Rivoli Presentano Grada Kilomba: Memorie Della Piantagione
La Fondatrice e Direttrice Artistica di SPAZIO GRIOT Johanne Affricot dialoga con la celebre artista e autrice Grada Kilomba in occasione della presentazione del rivoluzionario libro Memorie della Piantagione: Episodi di Razzismo Quotidiano, edito da Capovolte Edizioni.

GRIOTmag si è sempre occupato di creare, fare e dare spazio a creatorз ed inventorз. In qualità di pubblicazione, ciò è evidente accedendo al nostro ricco archivio di interviste e appuntamenti dal vivo in cui artistз, musicistз, scrittorз, designer e stilistз si sono riunitз per condividere le loro storie con le/gli altrз e con il mondo. È sempre stato l’obiettivo di GRIOT estendere questo ethos allo spazio fisico, lavorando al contempo anche alla dimensione digitale. SPAZIO GRIOT, uno spazio nomade multidisciplinare che promuove la sperimentazione, l’esplorazione e la discussione, è stato iniziato proprio per questo motivo: per evidenziare l’importanza del fare spazio nel nostro lavoro.
Il lavoro di Grada Kilomba interroga le soggettività contemporanee. Il suo iniziale coinvolgimento con un ricco corpo di letteratura psicoanalitica l’ha portata a un impegno coerente con i modi con cui gli spazi vengono occupati, costruiti e riprodotti nel tempo, attraverso una pratica artistica ancorata alla performance e alla narrazione. Nata a Lisbona, Portogallo, nel 1968, è nota per l’uso sovversivo e non convenzionale delle pratiche artistiche, con le quali affronta il razzismo e le varie forme di decolonizzazione della conoscenza, focalizzandosi su elementi quali la memoria, il trauma e il genere. Nelle sue opere incarna i propri testi, portandoli in vita con installazioni e performance.
Memorie della Piantagione. Episodi di Razzismo Quotidiano, edito dalla casa editrice indipendente Capovolte, fondata da Ilaria Leccardi, e tradotto in italiano dalle ricercatrici e attiviste Marie Moïse e Mackda Ghebremariam Tesfaù, è stata la prima incursione di Kilomba nelle dimensioni traumatiche del razzismo. Il libro si posiziona tra biografia, saggistica creativa e riferimenti accademici. Pubblicato per la prima volta in Germania nel 2008 dalla casa editrice indipendente Unrast Verlag, a cui sono seguite le traduzioni in portoghese e francese, il saggio non ha perso nulla della sua rilevanza, tanto più che nella sua versione italiana la casa editrice Capovolte, in accordo con l’autrice e le traduttrici, attua una rilevante operazione semantica, includendo la schwa—ǝ—come opportunità per decostruire il discorso patriarcale, il binarismo di genere e la pretesa universalità del maschile sovraesteso, con l’obiettivo di andare alla ricerca di un linguaggio più inclusivo. Il saggio si muove quindi su un’analisi profonda di quanto poco le società europee si siano impegnate con il loro passato coloniale, in particolare con i traumi e le ferite che hanno causato. Nel libro, e nei suoi successivi lavori artistici che partono da esso, Kilomba colma il divario apparentemente ampio tra “la piantagione” e la “memoria”, spiegando perché il razzismo è una realtà traumatica che riposiziona ripetutamente la persona Nera in una scena coloniale dove, “tutto a un tratto, il passato coincide con il presente e il presente viene vissuto come se fossimo ancora in quel passato straziante.”
Rivisitando la maschera facciale usata per impedire alle persone schiavizzate di consumare la canna da zucchero nella piantagione, e come simbolo di silenzio e controllo coloniale, Kilomba si rivolge all'”Alterità” dellз Nerз, domandando chi ha il diritto di e può parlare, chi ha il diritto di produrre conoscenza, o di vedersi riconosciute le proprie conoscenze. L’autrice si focalizza quindi sulla necessità di definire l’intersezione tra razza e genere, con cui il femminismo bianco ha lottato per decenni. Al centro del volume ci sono episodi di razzismo quotidiano raccolti attraverso interviste a due donne afrodiscendenti residenti in Germania e il focus sulle varie dimensioni e sui contesti in cui si manifesta il razzismo: dagli strati di significato legati ai capelli afro alla segregazione spaziale, dall’uso di insulti razzisti all’oggettivazione del corpo Nero.
Grada Kilomba è da tempo un’autrice riconosciuta a livello internazionale. Come artista, ha esposto a livello mondiale in alcuni dei più importanti musei. Il 3 settembre 2021 inaugura il lavoro pubblico O Barco | The Boat—una scultura, un’installazione, una performance, una poesia—che si estende di fronte al fiume Tago, dando vita alla forma del fondo di una nave attraverso l’utilizzo di 140 blocchi di legno incisi con un poema tradotto in diverse lingue africane.
Il progetto è stato coprodotto da BoCa, Biennale di Arte Contemporanea, e Maat, Museo di Arte, Architettura e Tecnologia della capitale portoghese. Questa è solo una delle tante opere che ricostruiscono meticolosamente uno spazio creato per trasportare milioni di africanз schiavizzati dagli imperi europei. L’opera, come la maggior parte dei precedenti lavori dell’artista, affronta il tema della memoria e dell’oblio, del visibile e dell’invisibile.
In vista della collettiva Espressioni. L’Epilogo (24/01 – 01/05/2022) al Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Kilomba sta concependo il suo nuovo progetto proprio in relazione a O Barco | The Boat.
MEMORIE DELLA PIANTAGIONE. EPISODI DI RAZZISMO QUOTIDIANO
Giovedì 4 Novembre, h. 21.00 presso il Circolo dei lettori / Sala Grande (Torino)
Incontro con l’artista e autrice Grada Kilomba in dialogo con Johanne Affricot, Direttrice Artistica Spazio Griot, e con la partecipazione di Carolyn Christov-Bakargiev, Direttrice Castello di Rivoli Museo di Arte Contemporanea, e Marcella Beccaria, Capo-Curatrice Castello di Rivoli Museo di Arte Contemporanea.
Durante la serata sarà possibile acquistare Memorie Della Piantagione. Episodi di Razzismo Quotidiano.
La conversazione sarà in italiano con traduzione simultanea in inglese. L’ingresso è libero fino a esaurimento posti.
Scopri e partecipa all’evento.
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