Sometime In Your Life | La Personale Di Serge Attukwei Clottey In Italia

L’uso di oggetti riciclati occupa un posto di primo piano nelle riflessioni e creazioni artistiche di Serge Attukwei Clottey. Nato in Ghana nel 1985, Clottey è uno degli artisti contemporanei ghanesi più acclamati a livello internazionale. Accra è la città in cui vive e lavora con il suo collettivo, Labadi il quartiere dove intreccia, lega la sua storia personale a quella politica del suo paese, al commercio e alla migrazione. Punti cardine che esplodono nell’Afrogallonism, un termine che lui stesso ha coniato e che trova le sue origini nei galloni Kufuor (dal nome del secondo presidente della Quarta Repubblica del Ghana, John Kufour), le taniche gialle originariamente utilizzate per trasporare carburante dall’Europa al Ghana, e impiegate successivamente dalla popolazione per raccogliere e conservare l’acqua durante le carestie idriche che colpirono il paese.
Riutilizzandole, Clottey esplora la relazione tra l’oggetto stesso e il consumo e le necessità per la vita delle persone, lo decostruisce, lo seziona in piccole parti, e lo restituisce alla collettività sotto forma di installazioni scultoree che raccontano storie vecchie e nuove. Ogni storia ha un valore diverso, legato al processo di raccolta delle taniche che coinvolge persone, famiglie e luoghi vari del paese. Un lavoro cha abbiamo documentato da vicino, e vi abbiamo mostrato e raccontato.
Nella sua prima mostra personale italiana, Sometime in your life, l’artista ghanese propone una serie di opere inedite, enormi tappeti costituiti da piccole tessere di plastica, unite tra loro da fili di rame. Ogni tessera ha una tonalità di giallo diversa per la differente provenienza geografica, per il contenuto originario (benzina o olio) o a causa dell’età dei barili e dalla esposizione prolungata al sole: “Quando unisco le tessere attraverso il processo artistico cambia la forma, cambia il valore e cambia la percezione della gente nel considerare la plastica,” afferma l’artista. Le tessere riportano anche i segni che servivano al riconoscimento dei galloni da parte dei proprietari oppure i codici a barre che creano una sorta di tessuto mimetico, o i caratteri cinesi, indicativi dei nuovi riferimenti di potere in Ghana.


Le sue opere sono assemblaggi che esplorano i linguaggi della forma e dell’astrazione con le quali eleva il materiale ad un potente simbolo del sistema economico, del commercio e del riutilizzo, ma anche della globalizzazione e del ruolo del Ghana in questo contesto.
Attukwei ripropone le taniche anche per creare maschere ossessionanti, murales e installazioni di arte pubblica.
Fondamentale per lui è la nozione di performance come attività quotidiana non solo perché, insieme al suo collettivo GoLokal, si esibisce spesso a fianco delle installazioni, come al Chale Wote Festival, coinvolgendo la sua comunità nel dialogo su temi di giustizia economica, ambientale e sociale, ma anche per le modalità di approccio al lavoro, alla semplice ricerca del materiale. “Abbiamo un modo molto interessante di lavorare, specialmente quando andiamo alla discarica, ci vestiamo come donne e questo è il motivo per cui tante donne raccolgono i galloni, perché vedono che sono in grado di tradurlo in un’idea visiva a beneficio della comunità attraverso la creazione di posti di lavoro per il commerciare questi oggetti,” racconta. ”Le persone si sentono toccate da queste esibizioni e vedono che l’arte può rompere le barriere. È fantastico per me perché vedo come l’arte possa avere un ruolo creativo nello sviluppo di una nazione.”

Il feedback del pubblico durante le esibizioni è qualcosa che Attukwei ritiene essenziale per la crescita dell’arte contemporanea in Ghana: “Per me si è sempre trattato di trasmettere le storie della mia comunità, Ghana e Africa, nella mia arte (…) molte persone possono relazionarsi con le narrazioni che esploro. La più grande sfida per me è stata ottenere la fiducia della mia gente e gradualmente molte persone stanno comprendendo quanto sia in crescita la scena artistica contemporanea ghanese.”
Inaugurazione venerdì 11 ottobre, h. 18,30, dal 12 ottobre al 31dicembre
Galleria Lorenzelli Arte
Corso Buenos Aires 2, Milano
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Arti visive, performative e audiovisive, cultura, musica e viaggi: vivrei solo di questo. Sono curatrice e produttrice culturale indipendente e Direttrice Artistica di GRIOTmag e SPAZIO GRIOT, spazio nomade che promuove la sperimentazione multidisicplinare, l'esplorazione e la discussione.