
Simone Leigh è l’artista e prima donna Nera scelta per rappresentare gli Stati Uniti alla Biennale d’Arte di Venezia, in calendario dal 23 aprile al 27 novembre 2022. L’annuncio arriva dall’Istituto di Arte Contemporanea di Boston, in collaborazione con l’U.S. Department of State’s Bureau of Educational and Cultural Affairs.
La prima volta che ho visto un lavoro di Leigh dal vivo è stato nell’estate del 2019, a New York. Un’imponenete scultura di bronzo, alta quasi cinque metri, chiudeva la passeggiata dei viaggiatori e dei residenti sulla rigenerata High Line, illuminata dalle opere della collettiva High Line Art, curata da Cecilia Alemani—anche lei nella lista dei numeri primi, in quanto sarà la prima direttrice donna italiana della prossima Biennale d’Arte di Venezia. La scultura era Brick House, un busto di donna che porta i suoi capelli afro al naturale, incorniciati da una linea di trecce acconciate in stile cornrow: una straordinaria celebrazione della bellezza e della forza della donna Nera nello spazio pubblico.

Nata e cresciuta a Chicago da una famiglia di missionari giamaicani, la sua pratica artistica, informata sia dagli studi sulla ceramica americana che dal forte interesse per la ceramica, l’architettura e i motivi africani, le teorie femministe e post-coloniali, si manifesta attraverso l’uso di diversi media: dalla scultura—suo marchio distintivo sono le sculture su grande scala—alla performance, dal video alle installazioni. Protagonista indiscussa del suo lavoro è la soggettività delle donne Nere e la loro maginalizzazione, per le quali Leigh opera una ri-centralizzazione delle loro storie e Storie all’interno delle società.
Sulla futura partecipazione alla Biennale, l’artista ha affidato ai social la sua emozione e rivelato il corpo di lavori che presenterà: “Essere la prima donna Nera americana ad occupare il Padiglione americano per la 59esima Biennale di Venezia è un grande onore. Riconosco il paradosso della mia posizione in questo periodo in cui la profondità della supremazia bianca in America è in piena vista. Riconosco anche che questo è un momento in cui gli artisti neri e gli intellettuali della diaspora stanno fiorendo e hanno raggiunto una massa critica. La mia mostra, composta principalmente da sculture, coinvolgerà il lavoro di pensatrici femministe nere che hanno ampliato e superato i limiti di questa democrazia.”
Eva Respini, Barbara Lee Chief Curator all’ICA di Boston, e tra le curatrici che ha scelto Leigh per rappresentare gli Stati Uniti, ha dichiarato: “Simone Leigh è tra gli artisti più dotati e rispettati di oggi. Per il Padiglione degli Stati Uniti, Leigh creerà una serie di nuove sculture e installazioni che affrontano quello che l’artista chiama un ‘archivio incompleto del pensiero femminista nero, con opere ispirate dalle principali intellettuali nere. Il suo lavoro insiste sulla centralità delle forme femminili nere all’interno della sfera culturale e funge da faro, in questo momento storico.”
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Arti visive, performative e audiovisive, cultura, musica e viaggi: vivrei solo di questo. Sono curatrice e produttrice culturale indipendente e Direttrice Artistica di GRIOTmag e SPAZIO GRIOT, spazio nomade che promuove la sperimentazione multidisicplinare, l'esplorazione e la discussione.