Siamo Arrabbiatз, Siamo Tristз, Siamo Stanchз, Siamo Unitз | La Lumbung Community Risponde Al Comitato Scientifico Di Documenta 15
La lettera aperta è stata pubblicata a seguito di un comunicato stampa di documenta 15 che ha incaricato un Comitato Consultivo di nuova nomina di "fornire un supporto scientifico per analizzare le opere identificate o discusse come antisemite".

Carз Christian Geselle, Angela Dorn, Susanne Völker, Claudia Roth, il Consiglio di vigilanza e gli azionisti di documenta,
Siamo arrabbiatз, siamo tristз, siamo stanchз, siamo unitз.
Abbiamo fatto del nostro meglio per restare al di sopra del caos, dell’ostilità, del razzismo e della censura che hanno travolto questa edizione di documenta. Abbiamo fatto del nostro meglio per rimanere concentratз e impegnatз nel nostro lavoro e nelle promesse e speranze del lumbung. Siamo statз resistentз e solidali con le nostre comunità, gli/le amicз, i/le sostenitorз, i/le padronз di casa e le/gli ospiti.
Il comunicato stampa pubblicato oggi fa riferimento a una valutazione preliminare più ampia. Abbiamo visto la relazione preliminare del gruppo consultivo scientifico.
Con questo report, che rifiutiamo categoricamente, si è oltrepassata la linea: questa linea segna una deriva razzista in una struttura perniciosa di censura. Denunciamo il tentativo feroce di censurare la presentazione dei Tokyo Reels. Il Comitato scientifico consultivo, nominato dal Consiglio di Sorveglianza di Documenta gGmbH nell’agosto del 2022, ha elaborato le sue conclusioni preliminari.1 Oltre a una miriade di accuse problematiche, il rapporto sostiene che “[…] i gravi problemi di documenta 15 non consistono solo nella presentazione di opere isolate con immagini e dichiarazioni antisemite, ma anche in un ambiente strutturale curatoriale e organizzativo che ha permesso il prevalere di uno stato d’animo antisionista, antisemita e anti-israeliano.”2
Poiché sosteniamo il nostro rifiuto della censura, ci siamo oppostз con forza alla creazione di questo gruppo consultivo scientifico. Non accettiamo le affermazioni contenute nel loro rapporto preliminare, che riproducono spudoratamente le affermazioni dei media, che non sono state studiate a fondo; inoltre, il rapporto manca di prove scientifiche, di riferimenti accademici, di argomentazioni rigorose e di integrità.
Da mesi subiamo continuamente attacchi diffamatori, umiliazioni, vandalismi e minacce da parte dei principali media, oltre che nelle strade e nei nostri spazi. Ciò che fa ancora più paura è la normalizzazione di queste azioni. Abbiamo descritto dettagliatamente queste esperienze nelle nostre precedenti dichiarazioni e ciò è stato completamente ignorato dal Consiglio di Sorveglianza di Documenta gGmbH.3
In questo ambiente ostile, attorз con un’agenda coordinata sono stati determinati a trovare qualsiasi indicazione di presunta “colpevolezza”, distorcendo ogni dettaglio critico in una semplicistica lettura antisemita e ripetendo la stessa accusa più e più volte, finché non è stata accettata come fatto. È evidente che in ogni situazione si riproduce lo stesso meccanismo di passaggio della palla dai cyberbullз e dallз blogger razzistз ai media tradizionali, allз aggressorз razzistз sul campo, allз politicз e persino allз accademicз. Questo meccanismo ha chiaramente informato la meccanica del Comitato consultivo “scientifico.”
Sappiamo cosa significhi essere discriminatз per colore, etnia, religione, genere, sessualità, origine, casta e/o disabilità. Comprendiamo i modi in cui le nostre diverse lotte anticoloniali si intersecano. E che queste lotte sono affrontate nella vita quotidiana della società in generale. Siamo impegnatз nel ruolo dell’arte nella resistenza a queste ingiustizie sociali più ampie. E nel contesto di documenta 15, e nelle specificità del contesto tedesco, vediamo che il bersaglio delle/degli artistз palestinesi è il punto in cui le nostre lotte anticoloniali si incontrano e sono diventate un punto focale di attacco. Razzismo anti-musulmano, anti-palestinese, anti-queer, transfobia, anti-rom, abelismo, casteismo, anti-nero, xenofobia e altre forme di razzismo sono razzismi che la società tedesca deve affrontare oltre all’antisemitismo.
Siamo indignatз , siamo esaustз , ma la nostra lotta continuerà.
Dalle ipotesi e dalle accuse infondate del rapporto preliminare, deduciamo che viene utilizzata la definizione di antisemitismo dell’International Holocaust Rememberance Alliance.4 Utilizzando questa definizione di antisemitismo profondamente problematica , che permette di confondere la critica allo Stato di Israele e la critica al sionismo con l’antisemitismo, il Comitato scientifico consultivo crea un quadro che dà vita a un’inevitabile condanna della lumbung, della sua struttura, dellз artistз palestinesi e delle loro opere e, in definitiva, di documenta 15 nel suo complesso. Quale tipo di integrità accademica ignora di proposito la storia e i fatti al servizio di agende razziste ed egemoniche?
Il rapporto preliminare equipara la critica alle attuali azioni violente dello Stato israeliano all’odio. Si consideri la seguente affermazione incendiaria: “La propaganda anti-israeliana e la sua affermazione inscenata dallз artisti sono suscettibili di incitare all’odio contro Israele e contro le/gli ebreз.”5 Ciò indica che gli autori di questo rapporto riducono la pratica artistica alla propaganda, un termine estremamente complesso che il gruppo scientifico non riesce a definire. La loro nozione semplicistica di “propaganda” consente di sostenere che la critica allo Stato di Israele è un’istigazione all’odio contro un intero popolo: un’accusa molto grave che ci scuote e ci ferisce.
Lo rifiutiamo categoricamente. Rifiutiamo la manovra politica intenzionale che mira a separare le lotte e a dividerle l’una dall’altra, a dividere noi l’uno dall’altro. Siamo unitз, incondizionatamente e senza esitazioni, allз nostrз compagnз e alle comunità ebraiche che sono state le più esplicite. Loro sanno, come noi sappiamo, che siamo tuttз coinvoltз. Sappiamo che nessuna lotta può avere successo da sola, che quando l’ostilità è stata alta e l’aggressione troppo dura da sopportare, sono state le voci ebraiche in Germania a incarnare e amplificare la voce palestinese. Sanno, come noi, che la sicurezza è qualcosa che si costruisce insieme, che la sicurezza non può essere garantita dallo Stato. Lo Stato si occupa di sicurezza, ma la sicurezza non è sicurezza: la sicurezza può essere creata solo in comunità con gli/le altrз.
La questione non è il diritto di Israele a esistere, ma il modo in cui esiste. La resistenza allo Stato di Israele è resistenza al colonialismo dei coloni, che utilizza l’apartheid, la pulizia etnica e l’occupazione come forme di oppressione. Il rapporto afferma che “un numero relativamente elevato di opere tratta il conflitto arabo-israeliano. Quasi tutte queste opere esprimono un atteggiamento critico unilaterale o addirittura decisamente anti-israeliano.”6
documenta 15 è una mostra che contiene opere di moltз artistз che appartengono a movimenti di base più ampi che hanno lottato e lottano tuttora contro i regimi coloniali. La lotta anticoloniale palestinese emerge in molte opere degli artisti lumbung a causa delle solidità storiche tra queste lotte anticoloniali transnazionali. Il rapporto cerca di screditare questa solidarietà transnazionale definendola una visione unilaterale di un conflitto (binario), riducendo una complessità storica e globale a una caricatura.
Nonostante il nome evochi la “scienza”, il gruppo di espertз non utilizza una metodologia chiara o una serie di definizioni per effettuare la sua valutazione. Evitando il compito rigoroso di definire i suoi termini, il gruppo di espertз mette insieme ripetutamente “antisionista, antisemita e anti-israeliano”, cancellando di fatto le loro vaste differenze in una macchia metonimica. Le conclusioni del Comitato scientifico consultivo sul presunto razzismo di documenta 15 si basano su questa incauta confusione di termini. Rifiutiamo l’approccio semplicistico, oppressivo e pseudo-scientifico del Consiglio di Sorveglianza e la mancanza di rigore del rapporto preliminare. Lo intendiamo come un modo per proiettare e trasporre la colpa e la storia tedesca nella lotta palestinese e in altre lotte anticoloniali. Riconosciamo che al posto di una metodologia meticolosa, le argomentazioni utilizzano una manipolazione pigra e viziosa che mette le/gli unз contro le/gli altrз coloro che criticano l’oppressione, imponendo false fratture tra le comunità lungo le linee dell’identità. Si tratta di una tattica oscurante, che strumentalizza una comunità contro un’altra. Rifiutiamo e condanniamo l’uso selettivo e la strumentalizzazione della “scienza”, della storia e della sofferenza dell’altro.
Siamo determinatз, siamo unitз, non ci arrendiamo
Non diamo alcun via libera ad essere definitз, ispezionatз, ricolonizzatз da un’altra istituzione. Rifiutiamo—e agiamo in base al nostro rifiuto—con le stesse modalità del lumbung: lo facciamo insieme, in modo affermativo e poetico. Affermiamo che il lumbung continua dopo la fine di documenta 15; la nostra solidarietà continua mentre la vostra superiorità, arroganza e giochi di potere finiscono. D’ora in poi, ovunque e per molti anni a venire, praticheremo il nostro ritiro da documenta e costruiremo il lumbung.
Rifiutiamo la forma aggressiva, non verificata e intenzionalmente umiliante di critica e giudizio del Consiglio di Sorveglianza e degli azionisti. Rifiutiamo la superiorità eurocentrica—e in questo caso specificamente tedesca—come forma di disciplina, gestione e addomesticamento. Veniamo qui da pari a pari. Veniamo qui in potenza, e veniamo qui per metterci in pubblico dominio, senza nulla da nascondere o di cui vergognarci. Veniamo qui da pari a pari, che possono umilmente imparare l’uno dall’altro, che possono aiutarsi l’un l’altro, che si preoccupano l’uno dell’altro, perché sappiamo che la nostra interdipendenza è l’unica strada verso un futuro planetario più giusto.
A Kassel abbiamo lavorato con molti gruppi di base. Abbiamo condiviso le nostre lotte e le nostre paure. Abbiamo accettato le critiche quando sono state espresse e le abbiamo espresse quando erano necessarie; questo ci ha reso tutti più forti e più resistenti. È così che l’arte crea significato, come si muove, come dovrebbe funzionare e funziona. Aprire le nostre vulnerabilità e le nostre lotte al pubblico e al pubblico in Germania è stato un atto di fiducia nei confronti di un pubblico che è impegnato come noi, vulnerabile come noi, che lotta all’interno del proprio territorio come noi, che chiede solidarietà come noi e che è disposto a essere solidale, proprio come noi. Abbiamo visto il pubblico impegnarsi e criticare, dedicando tempo al lavoro e alle idee presentate a documenta quindici. Ci sono state poste domande difficili e abbiamo assistito a tante conversazioni stimolanti.
L’apertura e l’inclusività della lumbung è il modo in cui immaginiamo il nostro mondo. Non è una semplice pratica per documenta 15; è un modello che abbiamo praticato prima di riunirci qui e che continueremo a praticare come un modo per essere solidali, un modo per essere inclusivз, un modo per pensare, condividere, documentare, un modo per lottare, un modo per resistere.
La versione originale di questa lettera è stata pubblicata su We Refuse il 10 settembre. La versione italiana del comunicato di documenta 15 si trova qui.
Firmatarз
Abiye Okujagu
Agus Nuramal
Ahmed El-Faour
Alice Yard
Amol K Patil
Andre Eugene (Atis Rezistans / Ghetto Biennale)
Anna Sherbany / The Water Diviners
Another Roadmap Africa Cluster (ARAC)
Archives des luttes des femmes en Algérie
Arts Collaboratory
Asia Art Archive
Baan Noorg Collaborative Arts and Culture
Black Quantum Futurism
Britto Arts Trust
Can Yalcinkaya
Carima Neusser (Atis Rezistans / Ghetto Biennale)
Carlos Pérez Marín / LE 18
Centre d’art Waza
Chimurenga / Pan African Space Station
Clara Astiasaran / INSTAR (Instito de Artivismo Hannah Arendt)
Claudia Fontes / La Intermundial Holobiente
Edouard Duval Carrié (Atis Rezistans / Ghetto Biennale)
El Warcha
Elisa Strinna / Jimmie Durham & A Stick in the Forest by the Side of the Road
Erick Beltran
Ernesto Oroza / INSTAR (Instito de Artivismo Hannah Arendt)
Francesca Masoero / LE 18
Frederikke Hansen / documenta fifteen Artistic Team
Gertrude Flentge / documenta fifteen Artistic Team
Graziela Kunsch
Gudskul
Iain Chambers / Jimmie Durham & A Stick in the Forest by the side of the Road
ikkibawiKrrr
INLAND
Issa Freij / The Water Diviners
Jaroslava Tomanová
Jatiwangi art Factory
Joen Vedel / Jimmie Durham & A Stick in the Forest by the Side of the Road
Jumana Emil Abboud / The Water Diviners
Kasia Wlaszczyk
Keleketla! Library
Kiri Dalena
Komîna Fîlm a Rojava
Krishan Rajapakshe
Laila Hida / LE 18
Lara Khaldi / documenta fifteen Artistic Team
Laura Heyman (Atis Rezistans / Ghetto Biennale)
LE 18
Leah Gordon (Atis Rezistans / Ghetto Biennale)
Liam Morgan
Liz Woodroffe (Atis Rezistans / Ghetto Biennale)
Lydia Antoniou
MADEYOULOOK
Maria Thereza Alves / Jimmie Durham & A Stick in the Forest by the Side of the Road
Marianne Dautrey
Marion Louisgrand Sylla / Kër Thiossane
Marwa Arsanios
Más Arte Más Acción
Members of Sada (regroup)
Nadir Bouhmouch / LE 18
Nailé Sosa Aragón
Nakasujja Harriet, Nabwana Isaac / Wakaliga Uganda (Ramon Film Productions)
Nancy Naser Al Deen
Nino Bulling
Noor Abed
OFF-Biennale Budapest
ook_reinaart vanhoe
Party Office
Paula Fleisner / La Intermundial Holobiente
Paula Piedra / Arts Collaboratory
Pedro Lasch (Atis Rezistans / Ghetto Biennale)
Pınar Öğrenci
Project Art Works
Richard Bell
Roberto N Peyre (Atis Rezistans / Ghetto Biennale)
ruangrupa
Sa Sa Art Projects
Safdar Ahmed / Refugee Art Project
Saodat Ismailova
Serigrafistas queer
Siwa plateforme / L’Economat at Redeyef
Soumeya Ait Ahmed / LE18
Sourabh Phadke
Stefania Acevedo / Arts Collaboratory
Subversive Film
Tania Bruguera / INSTAR (Instito de Artivismo Hannah Arendt)
Taring Padi
The Black Archives
The Nest Collective
The Question of Funding
Trampoline House
Tyuki Imamura
yasmine eid-sabbagh
Yasmine Haj / The Water Diviners
Zeina Iaali / Refugee Art Project
ZKU (Center for Arts and Urbanistics)
Note
1. Il 1° agosto viene annunciata la costitutzione del Comitato: https://www.documenta.de/en/press#press/3039-shareholders-of-documenta-introduce-scientific-advisory-panel
2. Testo originale: …die gravierenden Probleme der documenta fifteen nicht nur in der Präsentation vereinzelter Werke mit antisemitischer Bildsprache und antisemitischen Aussagen bestehen, sondern auch in einem kuratorischen und organisationsstrukturellen Umfeld, das eine antizionistische, antisemitische und israelfeindliche Stimmung zugelassen hat. [l gravi problemi di documenta 15 non consistono solo nella presentazione di opere isolate con immagini e dichiarazioni antisemite, ma anche in un ambiente curatoriale e organizzativo strutturale che ha permesso il prevalere di un sentimento antisionista, antisemita e anti-Israele].
3. Per favore, leggere la dichiarazione della comunità lumbung al link che segue: https://www.e-flux.com/notes/481665/censorship-must-be-refused-letter-from-lumbung-community
4. Per una critica a questa definizione controversa, si veda questa lettera aperta pubblicata sul Guardian: https://www.theguardian.com/news/2020/nov/29/palestinian-rights-and-the-ihra-definition-of-antisemitism
5. Testo originale: Die antiisraelische Propaganda und deren inszenierte Affirmation durch die Künstler:innen sind geeignet, Hass gegen Israel und Jüdinnen und Juden zu schüren. [La propaganda anti-israeliana e la sua affermazione inscenata dagli artisti sono adatte a fomentare l’odio contro Israele e gli ebrei]
6. Testo originale: Vergleichsweise viele Werke beschäftigen sich mit dem arabisch-israelischen Konflikt. Nahezu in allen diesen Werken wird eine einseitig kritische bis hin zu dezidiert israelfeindliche Haltung zum Ausdruck gebracht. [Un numero relativamente elevato di opere tratta il conflitto arabo-israeliano. Quasi tutte queste opere esprimono una posizione critica unilaterale o addirittura decisamente anti-israeliana].
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