Shaka Maidoh Ci Parla Di Art Comes First

Art Comes First è sicuramente uno dei progetti creativi di menswear più interessanti in circolazione negli ultimi 10 anni. Se nomi tipo Ozwald Boateng o Spencer Hart non vi dicono nulla, le cose sono due: o non sapete vestirvi [e non provate ad esaltarvi specialmente voi finti hipster con le t-shirt di Tisci prese in saldo] oppure vi serve una bussola per girare meglio a Savile Row, centro nevralgico della sartoria inglese, Mayfair, Londra. Ma se siete simpatici ed empatici, Sam Lambert e Shaka Maidoh si offrirebbero volentieri ad aiutarvi a perlustrare per bene la zona, essendo cresciuti a pane e tessuti e con un’ottima conoscenza delle sartorie più cool e prestigiose della zona.
Shaka e Sam vivono entrambi a Londra, mi racconta lo stesso Shaka che ho incontrato per una breve chiacchierata alla recente edizione del Pitti Uomo Firenze [ne abbiamo parlato qui e qui], “Pitti ci piace molto, sono circa sei anni che ci veniamo”.
Tono molto rilassato e parole ben pesate, non gesticola per niente e vanta più un’attitudine d’artista che da tailor/designer, il che alimenta la mia serenità ed incalzo subito: “Insomma quando e dove?” e lui:”what?”. Molto bene…vedo che ci capiamo al volo, e allora riparto:
GRIOT: Quando, dove e perché il progetto Art Comes First?
Io e Sam ci conosciamo da circa otto anni e Art Comes First lo abbiamo creato cinque anni fa. All’inizio si trattava solo di installazioni artistiche e semplici consulenze e collaborazioni con altri brand.
E poi?
Poi nulla, il tutto è nato quasi per caso. In quel periodo Sam veniva da un’esperienza molto importante come art director presso Spencer Hart e ci siamo ritrovati a lavorare insieme nel team creativo di Ozwald Boateng e da lì piano piano abbiamo rivoluzionato, secondo la nostra prospettiva, alcuni codici del menswear sartoriale.
Ammetto che rivoluzionato suona un po’ drastico e quasi catastrofico ma in realtà noi siamo dei veri tailor addicted, con una grande passione e rispetto per la tradizione secolare di questo mestiere ma allo stesso tempo con un occhio attento alle dinamiche che ci ruotano intorno e un gusto più affine alle nostre personalità. Oggi molti brand importanti arruolano giovani designer per collaborazioni più o meno durature, con finalità differenti.
Quale è la vostra visione rispetto a questa nuova strategia creativa?
Tanto per cominciare per noi è fondamentale avere una visione comune d’insieme, perchè è questo che nutre le nostre energie nel momento in cui avviamo una collaborazione. Non ha nessuna importanza il tipo di brand, ma ciò che conta di più è che ci sia un linguaggio affine tra le parti coinvolte.
Ho notato che la musica è molto presente nel vostro lavoro come nel progetto The Hard Graft – The dj Technique Applied to Menswear. Vuoi dirmi qualcosa in merito?
La musica sì, è molto presente quando creiamo ed è una grandissima fonte d’ispirazione. Mos Def è tra i miei artisti preferiti ma ascolto con entusiasmo anche del buon jazz, punk e mi esalta molto lo scambio tra i due mondi perchè mentre io creo capi di abbigliamento ispirato da ciò che ascolto, chi compone musica, una una volta on stage vorrà tradurre in abiti opportuni ciò che meglio comunica la sua arte, ed ecco che si chiude il cerchio. Un rapporto speciale direi, quasi marito e moglie.
Mi dicevi che non è la prima volta al Pitti, quindi venendo diverse volte in Italia la domanda nasce spontanea: cosa vi piace di questo paese?
Intanto abbiamo molti amici in Italia…pensa che anche i nostri cappelli sono realizzati proprio qui. Il cibo poi è fantastico, anche per noi che siamo vegani, e l’eleganza nel vestire, quella vocazione tipicamente italiana che le nuove generazioni faticano ad interpretare.
Se volete lavorare con gli Art Comes First, sappiate che stanno cercando un/a illustratore/trice per realizzare una serie di fumetti su di loro. “Lavoro pagato”, sottolineano. Inviate il vostro portfolio a info@artcomesfirst.com e magari nell’oggetto scrivete “comic series”.
Immagine in evidenza | (c) John Midgley
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È impossibile crescere a Roma senza interessarsi all'arte, allora che fai? Studi tutto quello che la mamma crede sia sbagliato per te: Accademia di Belle Arti prima, e Moda e Costume dopo, incastrando nel mezzo la passione per le sneaker, il cinema,la fotografia, la musica e il gelato al gusto di mango.