‘A Seat At The Table’ | Justin Dingwall E Moostapha Saidi Decostruiscono Prospettiva E Percezione

Prospettiva e percezione dominano la nostra esistenza, la nostra esperienza cognitiva, la nostra consapevolezza del mondo che ci circonda e la nostra comprensione dell’altro. Allo stesso tempo, percepire la realtà da un unico punto di vista accentua negativamente le differenze e ci rende spesso incapaci di vedere e sentire il mondo attraverso gli occhi di un’altro individuo.
Sono queste le riflessioni che hanno dato vita a A Seat at the Table, la nuova collaborazione tra il fotografo e artista visuale sudafricano Justin Dingwall e il modello Moostapha Saidi. La serie di immagini è ispirata dall’esperienza di vita di Saidi che è affetto da vitiligine, una condizione che altera la pigmentazione della pelle, e dal suo percorso di accettazione della malattia che, se da una parte ha reso il suo percorso molto difficile, dall’altra gli ha donato grande forza, sicurezza e un forte orgoglio.
L’espressione inglese che titola il progetto, “A seat at the table”, richiama l’idea di avere una posizione come membro di un gruppo che prende decisioni. Poiché la patologia di Saidi spesso porta le persone a deumanizzarlo, a trattarlo come un oggetto e ad escluderlo per il suo aspetto, Dingwall ha voluto rappresentare metaforicamente l’opportunità di avere una voce, di essere ascoltati, visti e, quindi, di cambiare i preconcetti. “Le immagini che ho creato con Moostapha mirano a promuovere conversazioni su idee e percezioni preconcette basate sull’aspetto esteriore e su come ciò che vediamo influenza quello che pensiamo,” ha affermato il fotografo.
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Immagini | Justin Dingwall
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Sono una persona molto eclettica con un’ossessione per la musica e la sociologia. Nata e cresciuta in Italia, Londra è diventata la mia casa. Qui creo beat, ballo, canto, suono, scrivo, cucino e insegno in una scuola internazionale.