Il Black Speculative Arts Movement & L’Afrofuturismo Come Filosofia Afrocentrica E Tecno-culturale

di Eric Otieno Sumba - Pubblicato il 22/10/2018
Illustrazione di Quentin VerCetty, via Twitter. Tutte le altre immagini | Per gentile concessione di BSAM

Black Panther, il film, ha catapultato l’Afrofuturismo e l’idea di un futuro alternativo nella sfera mainstream. Per molti spettatori in tutto il mondo, il film è stata la prima volta in cui sono stati esposti all’Afrofuturismo in maniera tangibile, sperimentale. Ma come sostiene Reynaldo Anderson, del Black Speculative Arts Movement (BSAM), l’Afrofuturismo e l’idea di futuro nero esistono da molto tempo, anche se sono diventati popolari solo nell’ultimo decennio.

Anderson è cresciuto in una famiglia militare e durante la sua infanzia è stato sin da subito esposto al jazz, e la madre lo incoraggiava a leggere i fumetti.

Abbiamo parlato con lui, fondatore del Black Speculative Arts Movement, un network di creativi, intellettuali e artisti che lavorano intorno al concetto di “Black Digital Futures” e una serie annuale di eventi e simposi. In vista delle tappe europee della serie di eventi BSAM, Anderson ci spiega cosa è l’arte speculativa, i luoghi comuni legati all’Afrofuturismo e cosa aspettarsi dagli eventi di Berlino, Roma, Bilbao e Birmingham.

GRIOT: Come descriveresti l’arte speculativa?

Reynaldo Anderson: L’arte speculativa nera è una pratica creativa, estetica che integra la metafisica africana e afrodiasporica con la scienza o la tecnologia. Essenzialmente cerca di interpretare, interagire, disegnare, o alterare la realtà per reimmaginare il passato, il contestato presente, e agire come catalizzatore per il futuro. Ad esempio, la letteratura e l’arte visiva di Tom Fielder, Milton Davis e Nisi Shawl riconfigurano il passato con espressioni Steamfunk o Dieselfunk. Altri esempi sono l’arte di Kapwani Kiwanga, Quentin Vercetty e Osborne Macharia, che a loro volta reinterpretano la cultura e la storia africane con uno sguardo al futuro.
Topia book cover IMG_6163-reynaldo anderson interview-griotmagQual è il luogo comune più ricorrente sull’afrofuturismo?

Nella mia esperienza il luogo comune più diffuso sull’Afrofuturismo è che sia un fenomeno recente, ma afrofuturismo è solo la descrizione più recente che è stata data a quello che chiamiamo “Pensiero Nero Speculativo”. L’attuale pensiero afrofuturista nella diaspora afroamericana risale ai lavori proto-speculativi di Martin Delany, Pauline Hopkins, W.E.B. Dubois ed altri della metà del diciannovesimo secolo e degli inizi del ventesimo secolo. La tradizione speculativa nera è emersa dal nesso tra la rivoluzione industriale, il razzismo scientifico e la tratta degli schiavi occidentale e araba transnazionale. L’obiettivo dei creatori della tradizione speculativa nera era di progettare una visione utopistica di libertà come un antidoto contro la supremazia bianca, mentre la sua controparte europea, la fantascienza, promuoveva il progresso.

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Come si distingue la seconda ondata di Afrofuturismo dalla prima?

L’ondata iniziale di accademici e creativi come Alondra Nelson, Kodwo Eshun, Paul Miller, Sheree Rene Thomas, Anna Everett e altri, negli anni ’90 aveva creato la prima mailing list afrofuturista. Altri creativi, come gli ideatori dei fumetti Milestone, e membri del Detroit Techno Collective, Underground Resistance, sono stati l’avanguardia di una generazione per far avanzare le nozioni futuristiche sulla cultura e sul divario digitale. Tuttavia, dal 2005, la seconda ondata di Futuro Nero, o Afrofuturismo 2.0, è emersa dal nesso di eventi legati alla progressiva affermazione delle piattaforme di social media, al rifiuto del neoliberalismo, al crollo del consenso di Washington dopo la crisi economica del 2008, al crescente fascismo e autoritarismo, ai flussi migratori globali e alla transizione verso un ordine mondiale post-americano multipolare.

Sun Ra è emerso tra la fine degli anni 1940 e l’inzio degli anni 1950. Principalmente prendeva ispirazione dai testi antichi e dell’occulto, da ri-letture eretiche della Bibbia, e dall’esoterica della Chicago nera degli anni 1950, incluso un dialogo stampato su dei volantini diffuso dai primi credenti della “Nazione dell’Islam”, sviluppando poi la mitologia, la cosmologia e la cosmogonia che cercarono di riposizionare l’Uomo Nero nel cosmo. Lo stesso Ra influenzò molto gruppi come gli Earth, Wind and Fire, i Parliament Funkadelick e altri.

L’ondata attuale  include altri accademici e creativi come Nettrice Gaskins, Natasha Kelly, Ifeoma Okoye, The Afrofuturist Affair, Afroflux, Tim Fielder, Lonny Avi Brooks e Duane Deterville. Sono emersi collettivi afrofuturisti in Canada, Brasile, Regno Unito, Francia, Ghana, Sudafrica, Germania, Kenya, tanto da far diventare l’Afrofuturismo 2.0 una filosofia panafricana, transnazionale, trans-contestuale, tecno-culturale emergente, caratterizzata da altre dimensioni che includono la metafisica, l’estetica, le scienze sociali (come l’Afrocentricità), le scienze teoriche e applicate e lo spazio programmatico.

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Che cosa si intende con il termine “movimento” e perchè l’Afrofuturismo va così di moda al momento?

Come movimento, il Black Speculative Arts Movement (BSAM) non è un’unica scuola di pensiero, ma un termine ombrello che rappresenta diverse posizioni e istanze: Afrofuturismo 2.0 (e le sue molte manifestazioni africaniste, cioè Black Quantum Futurism, Futurismo Africano e Afrofuturismo), Astro Blackness, Afro-Surrealismo, Afro-Pessimismo, Ethno Gothic, Black Digital Humanities, Black (Afro-future female o African Centered) Science Fiction, The Black Fantastic, Conjure, Magical Realism, e The Esoteric. Anche se in certi casi queste posizioni possono essere incompatibili, trovano un punto d’incontro intorno ai termini speculativo e design, e interagiscono con il nesso tra tecnologia e etica.

L’attuale popolarità dell’afrofuturismo può essere attribuita al suo sviluppo attraverso le lenti della narrativa di Black Panther. Il protagonista del fumetto, T’Challa, Black Panther, è stato ideato dal fumettista Jack Kirby negli anni Sessanta, durante la guerra in Vietnam, lo sforzo indipendentista africano, il movimento Black Power e il Black Arts Movement. Incorporando elementi di magia e scienza, Black Panther nasce come una figura capace di interagire con altri eroi come gli Avengers o gli X-men, e può essere considerato la prima figura archetipica dell’Afrofuturismo nei fumetti e nel cinema.

BSAM è in tour in Europa, farà tappa a Berlino, Roma, Bilbao e Birmingham: cosa ci possiamo aspettare a questi eventi?

Il tour sarà un opportunità per discutere cosa è accaduto a Johannesburg, in Sudafrica. Ci sarà un simposio che è la continuazione di un articolo pubblicato da Design Indaba intitolato Guardando all’Afrofuturismo 3.0 che ha iniziato una conversazione sulla transizione dell’Afrofuturismo 2.0, un’iniziativa panafricana diasporica, verso la sua adozione o interpretazione da parte degli accademici e dei creativi nel continente. La conferenza sarà co-presentata dal WiSER Institute all’Università di Witwatersrand a Johannesburg, il Black Speculative Arts Movement e convocata dall’autore, curatore e teorista culturale, Bongani Madondo, ed io.

A Roma terrò una lecture nel corso del dott. Adriano Elia [Afrofuturism: Literature, Music, Cinema] che ha citato il mio lavoro nella sua borsa di studio e ha prodotto uno dei migliori testi accademici sul tema dell’Afrofuturismo degli ultimi anni.

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Il titolo del simposio di Johannesburg, Telegraph to the Sky: Towards Afrofuturism 3.0, è preso in parte dal titolo di un libro dell’iconico poeta e giornalista Sandile Dikene ed esplora le problematiche intorno all’economia politica, l’intelligenza artificiale e la prossima rivoluzione della produzione, la tecnologia digitale e la mobilizzazione politica, l’arte africana e l’ipercapitalismo, e sistemi di cura indigeni. Le tappe europee del tour avranno luogo dieci giorni dopo la conferenza con la diaspora africana nordamericana e i membri della diaspora africana a Berlino e la sua emergente comunità afrofuturista 2.0, accademici e creativi a Roma e Bilbao, e con l’organizzazione AFROFLUX a Birmingaham, Inghilterra.

Durante l’evento gratuito BSAM (5 Novembre 2018, ore 8:30, Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università Roma 3, Stanza 1A, primo piano) #BSAMRome, saranno presenti Anderson con altri membri del Movimento, l’artista visiva Stacey Robinson e la scrittrice Sheree Renee Thomas. Inoltre, ci sarà la premiere del cortometraggio di David Kirkman, ‘Static’. Gli altri eventi BSAM avranno luogo a Berlino, 1-3 Novembre, Bilbao, 7 Novembre, e Birmingham, 8 Novembre 2018.

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Sono uno ricercatore e studioso di decolonialismo. Lavoro sull'intersezione tra giustizia sociale, politica, economia, arte e cultura. Amo leggere, ballare, andare in bicicletta e il capuccino senza zucchero.