Rex Trueform Alla GNAM Con Ilze Wolff | Apartheid E Identità Attraverso L’architettura

Rex Trueform in passato è stata la più importante industria tessile del Sudafrica (fu costruita nel 1938 a Salt River, Cape Town, e nel 2013 il complesso è stato trasfromato in uno spazio destinato ad attività espositive e uffici), e riveste un ruolo molto importante, per le sue forme e i suoi spazi, e per quello che ha rappresentato per l’economia e la storia del paese. Fu realizzata dagli architetti modernisti Policansky, Andrews e Niegeman.
Per molti il nome Rex Trueform oggi fa scattare immaginari sociali diversi legati a Cape Town. Tutto dipende dalla persona e dal contesto in questione. Per alcuni, per esempio, il nome è legato a un marchio di completi maschili eleganti. Altri si ricordano invece scene di masse di lavoratori in fila alla fermata di Main Road, in attesa dell’autobus che li avrebbe portati a casa dopo aver trascorso la giornata di lavoro a cucire, tagliare, stirare gli abiti della Fabbrica di Salt River.
Alcuni si ricordano di come lavorando a “Rex” si siano innamorati; altri di quando pianificavano gli scioperi per ottenere dei salari migliori. Insomma, gli immaginari e le storie sono molti, e dietro a questi immaginari c’è la storia di Rex Trueform, protagonista di Unstitching Rex Trueform. The Story of an African Factory, libro vincitore della prima edizione del premio ERMA-C, scritto dall’architetta sudafricana Ilze Wolff.
L’autrice del volume compie un doppio e interessante lavoro: da una parte porta in superficie lo studio di questo complesso di edifici come sito di architettura moderna, dall’altra mostra la fabbrica come sito di più narrazioni, immaginari e costruzioni di identità.
Attraverso materiale visivo, come disegni e contributi sull’architettura, e interviste agli ex lavoratori, si segue la vita dell’azienda, dei lavoratori e degli spazi dove vivevano, al fine di sollevare domande su temi come razza, classe e genere, Apartheid, e trovare risposte sulla relazione tra capitale bianco e lavoro nero privo di diritti.
Gli edifici, considerati nella loro evoluzione storica e nel quadro contemporaneo post apartheid, offrono diverse spiegazioni di come l’architettura e lo spazio abbiano giocato un ruolo importante nell’attribuire identità alle persone, e come in seguito queste identità siano state contestate e sconvolte.
La storia del complesso della Rex Trueform è utile per comprendere meglio anche come è stata sviluppata a sua volta la moderna Città del Capo e le basi socio-politiche su cui si è costruito.
Dove e Quando
Venerdì 13 aprile
GNAM – Galleria Nazionale Arte Moderna e Contemporanea
Sala delle Colonne
dalle 18.00 (Ingresso libero)
Presentazione di Unstitching Rex Trueform. The Story of an African Factory alla presenza di Ilze Wolff, architetto e autrice del libro. Insieme a lei interverrano Henri de Riedmatten (Università di Zurigo), Zeuler R. Lima (Università di Washington a St. Louis), Alessandra Criconia (Università di Roma la Sapienza), e l’ architetto Pino Pasquali.
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