‘ReSignifications’ | I Mori Alla Conquista Di Firenze

di Johanne Affricot - Pubblicato il 22/07/2015

C’è un romanzo olandese del XIII secolo, scritto in celtico arturiano – olandese medievale – e legato alla figura di re Artù, che narra la storia di Morien, figlio di Sir Aglovale de Galis, uno dei cavalieri della tavola rotonda. Mentre Aglovale cercava Lancillotto si recò nella terra dei Mori – l’Africa – dove incontrò una bellissima principessa nera di cui si innamorò perdutamente. Promisero di sposarsi, ma poiché Lancillotto non era stato ancora trovato, prima che potessero unirsi in matrimonio, Aglovale lasciò la sua amata incinta di suo figlio Morien per tornare nelle sue terre. Tredici anni dopo, durante la ricerca del Sacro Graal, i cavalieri di re Artù incontrarono un Morien adulto.

Il nono giorno videro cavalcare verso di loro un cavaliere su un bellissimo destriero e per di più ben armato. Era tutto nero. La testa, il corpo, le sue mani erano nere. Si salvavano solo i denti. Anche il suo scudo e la sua armatura erano neri come un corvo … si scoprì la testa, e anche quella era nera come il catrame; ma era tipico nella sua terra…

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L’autore del romanzo, come a voler fare il punto con i suoi lettori di epoca mediovale, continua scrivendo: “Aveva tutte le buone qualità di un cavaliere, proprio come tutti gli altri. Nonostante fosse nero, cosa importava”?

Morien cavaliere. Morien valoroso. Chissà se gli artisti e gli artigiani/scultori che realizzarono le 35 opere tra quadri e sculture parte della collezione di Villa la Pietra, utilizzati a scopo ornamentale e raffiguranti i Blackamoors in posture di servitù, avevano letto questa storia…

Sicuramente l’anonimo autore di questo romanzo sarebbe stato invitato dalla New York University di Firenze a tenere una lecture sulla rappresentazione dei Blackamoors – i Mori – in occasione di ReSignifications, mostra dalla narrativa decisamente rivoluzionaria che dal 2012 invita artisti provenienti da Stati Uniti, Africa ed Europa a vivere la collezione e a fornire la loro risposta artistica alle rappresentazioni dei Blackamoors, contrapponendo ad essi una selezione di oggetti tridimensionali, modelli e sculture secondo reinterpretazioni e contro-narrative derivanti dalle più diverse prospettive contemporanee.

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Pretexto Par Ate Encontrar, 2013 – Flávio Cerqueira | Brasile
Courtesy of the artist and NYU in Florence
Black Mountains, 2006, Patrizia Maimouna Guerresi | Italy Media | Likra, resina, ferro Courtesy of the artist and the NYU Florence
Black Mountains, 2006, Patrizia Maimouna Guerresi | Italia
Courtesy of the artist and NYU Florence

La mostra, curata dal nigeriano Awam Amkpa, è stata inaugurata lo scorso 29 maggio parallelamente all’avvio di Black Portraiture{s} II: Imaging the Black Body and Re-Staging Histories, una serie di conferenze organizzate con la Harvard University e durata tre giorni.

Entrambe le iniziative sono volte ad esaminare il ruolo che arti visive, cinematografia, letteratura e musica svolgono nella costruzione della visione del black body nell’immaginario della cultura occidentale.

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Botanica, 2012, Vasco Araujo | Brasile
Courtesy of the artist and NYU in Florence
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Untiteled
Lyle Ashton Harris | USA
Courtesy of the artist and NYU in Florence

“ReSignifications e Black Portraiture{s} sono un esempio perfetto di ciò che è possibile realizzare in un mondo accademico veramente globale. Abbiamo tratto ispirazione da oggetti di rilevanza culturale al di fuori degli Stati Uniti, per poi usarli come catalizzatore al fine di creare un’arte eloquente, fare cultura e sollecitare un dibattito legittimamente globali,” commenta Amkpa.

“L’argomento non potrebbe essere più attuale alla luce delle sfide che il mondo si trova ad affrontare in termini di concezione simbolica di razza e di giustizia sociale, dall’immigrazione africana verso le coste italiane ai disordini civili di Ferguson e Baltimora. Il nostro ruolo, in quanto università globale, è quello di non rifuggire da questi problemi, ma di utilizzare tutto quanto è a nostra disposizione per affrontarli a testa alta,” conclude.

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Delphine Diallo | Senegal – Francia
Courtesy of the artist and NYU in Florence
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Permanent Travelers, 2012, Alessandra Ragionieri | Italia
Courtesy of the artist and NYU in Florence

Gli eventi hanno riunito a Firenze uno straordinario numero di relatori e una straordinaria collezione di opere da tutto il mondo, frutto delle produzioni di 47 artisti, fra i quali Carrie Mae Weems, Fred Wilson, Mickalene Thomas, Zanele Muholi, Omar Victor Diop, Peju Alatise, Mary Sibande, Daniele Tamagni, Patrizia Maimouna Guerresi, Hassan Hajjaj creando inoltre, grazie alle presenze di Vasco Araujo, Kiluanji Kia Henda, Mario Macilau e Flávio Cerqueira, un ponte ideale con la Biennale di Venezia.

Avete tempo fino al 29 agosto per andare a vedere la mostra.
Museo Stefano Bardini,
Via dei Renai, 37 – Ponte alle Grazie

* Info *
Awam Amkpa è un drammaturgo, regista, produttore cinematografico, studioso e docente di Arti Drammatiche e African Studies presso la New York University.

La serie di conferenze Black Portraiture è stata avviata nel 2004 da Henry Louis Gates, Jr., professore presso la Alphonse Fletcher University e direttore dell’Hutchins Center for African and African American Research presso la Harvard University.

L’ultima conferenza, tenutasi a Parigi nel 2013 con più di 400 partecipanti, è stata organizzata da Willis, Gates, e da Manthia Diawara, docente e direttore dell’Institute of African American Affairs e professore presso il Department of Cinema Studies.

Immagine in evidenza
The Great Italian Nude, 2010 – Kiluanji Kia Henda | Angola
Courtesy of the artist and Galleria Fonti

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Arti visive, performative e audiovisive, cultura, musica e viaggi: vivrei solo di questo. Sono curatrice e produttrice culturale indipendente e Direttrice Artistica di GRIOTmag e SPAZIO GRIOT, spazio nomade che promuove la sperimentazione multidisicplinare, l'esplorazione e la discussione.