On Reflection Di Adjoa Wiredu è Una Raccolta Di Poesie Piacevolmente Onesta

“Pensavo che le mie esperienze, le mie interpretazioni del mio passato e i miei ricordi non fossero validi,” scrive Adjoa Wiredu, scrittrice e artista londinese, tra i ringraziamenti nella sua raccolta debutto di poesie. Pubblicato da Jacaranda Publishers nell’ambito della campagna #TwentyIn2020, Wiredu è una dei venti scrittori inediti britannici Neri ad aver pubblicato quest’anno un libro, nell’ambito di una collaborazione da record con Words in Color Productions, che Wiredu definisce “l’opportunità più sorprendente della mia vita”.
Adjoa Wiredu, che attualmente vive in Italia, scrive da diversi anni poesie, saggi personali e saggistica creativa sull’identità, e ha conseguito un Master of Arts presso il dipartimento di Inglese dell’Università del Kent. Il suo lavoro interroga le sue esperienze e quelle degli altri, nel tentativo di capire come occupiamo il presente.
On Reflection: Moments, Flight and Nothing New presenta onesti frammenti di situazioni quotidiane in trenta poesie di varia lunghezza, che insieme formano un viaggio senza pretese verso l’individualità. Accompagnato dalle fotografie della scrittrice stessa—che con le didascalie si trasformano in una forma di poesia nascente—il libro è uno sguardo onesto su alcuni temi ricorrenti, specialmente quelli il cui significato va ben oltre i momenti particolari della vita di un individuo.

Paris market with umbrella, women, 2017
Ci sono poesie su i piedi di un insegnante di scuola elementare, una prima cotta che abusa dell’autrice come musa ispiratrice, o la vergogna culturale derivante dall’essere costretti dai compagni di scuola ad ammettere che si mangiava cucina “esotica” a casa. Ci sono anche poesie sui turni al chiosco locale (I hope I get a moment to read), sul lavoro in un parrucchiere (This silky hair will not hold), una tempesta (My heart in my throat), zuppa (I am slowly blowing this hot liquid cold), la cena di Natale con i colleghi (Two months later I quit) e un pranzo molto imbarazzante a Barcellona (When I think about that day now, I mostly think about the food at the restaurant, it was so good). Sebbene siano leggere e divertenti, queste poesie fanno luce sui vari strati di situazioni quotidiane. Filtrati attraverso la mente percettiva di Wiredu, ognuno di essi diventa “abbastanza profondo” per la poesia.
Ma la scrittrice non evita i temi più pesanti, agrodolci, sebbene chi cerca la malinconia rimarrà deluso. Scrive di scappatelle adolescenziali (back home, strict folks), dello shadismo vissuto a scuola (I was called purple), di identità (the heaviness of expectation), di immigrati e Brexit (he told me he voted leave), di madri single (she had three cleaning jobs and me) e in definitiva dello spirito di sopravvivenza generazionale che molti immigrati nel Regno Unito—e letteralmente di ovunque—devono essere estremamente bravi ad avere (eventually at 63, hobbling to work with your back pain, your children will study, get good jobs, do well).

La collezione si distingue decisamente in maniera positiva, per la sua vivida descrizione. Ogni parola viene direttamente dalla vita, il che rende le poesie estremamente facili da riconoscere e coinvolgenti: immaginatevi un viaggio in metropolitana a Parigi (il suo gocciolamento umido; ché è laggiù, stantio), presentarvi con un nome come quello di Adjoa (What a pretty name, a little difficult), frequentare un corso di lingua in un paese in cui vi siete appena trasferiti (italiano per principianti, per immigrati), o tracciare il proprio percorso nella vita (it is a front). Ma una delle frasi più toccanti del libro non è tanto una poesia in senso stretto, ma quando l’autrice descrive senza sforzo l’ambivalenza di casa, qualcosa che non avevo mai letto prima in una pagina dei ringraziamenti: “È il posto da cui non vedo l’ora di essere lontana, respirare un attimo per schiarirmi la mente, pensare ad altro”, ma “è in ogni parte di me”.
Questo è tutto. Questo è il tweet.
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Sono uno ricercatore e studioso di decolonialismo. Lavoro sull'intersezione tra giustizia sociale, politica, economia, arte e cultura. Amo leggere, ballare, andare in bicicletta e il capuccino senza zucchero.