Lo Scetticismo Dei Romanzi Di Abdulrazak Gurnah

I romanzi del premio Nobel per la letteratura Abdulrazak Gurnah, nato a Zanzibar, presentano un commento e uno scetticismo nei confronti del confezionamento di storie africane per il consumo globale, scrive Nicole Rizzutto.

di GRIOT - Pubblicato il 09/10/2021
La spiaggia di Brighton, UK, la città dove Gurnah vive da quando è andato in pensione dall'università. Foto di Hege - via Flickr

La notizia che Abdulrazak Gurnah ha vinto il Premio Nobel per la letteratura è stata accolta con gioia e sorpresa. Primǝ autorǝ africanǝ Nero a ricevere il premio trentacinque anni dopo Wole Soyinka, Gurnah non è un nome del tutto familiare tra le/i lettorз del continente, e tanto meno al di fuori di esso. Come scrive Bhakti Shringapure, la vittoria di Gurnah solleva interrogativi sul processo di selezione dellз scrittorз africanз da parte del comitato del Nobel, e ipotizza che Gurnah probabilmente sarebbe d’accordo con lei sui motivi tutt’altro che puri dietro la sua vittoria sul keniano Ngugi wa Thiong’o, lo scrittore a lungo designato a fare il lavoro di rappresentante dell’Africa, per il comitato.

In effetti, i libri di Gurnah potrebbero essere letti proprio come risposte a queste domande. I suoi romanzi offrono un commento continuo e uno scetticismo verso la politica culturale di impacchettare storie africane per la circolazione e il consumo globali. Ha esplorato i vettori mutevoli di questo fenomeno dall’era coloniale, attraversando la Guerra Fredda fino al nostro contemporaneo.

La richiesta comune alla persona africana di parlare delle origini del proprio paese e delle presunte abiezioni a un pubblico europeo appare in tutta la sua opera. In Admiring Silence, quando il narratore sta per incontrare i genitori della sua futura moglie inglese, lei lo avverte di non parlare con loro di Zanzibar perché amplificherà la loro compiacenza con un’Inghilterra razzista. L’ironia tagliente di Gurnah emerge quando il narratore è infastidito dal fatto che la sua futura suocera si rifiuti di “ascoltare un paio di aneddoti sulla tortura o la fame” e suo marito opta invece solo per le sue “storie dell’impero”. In The Last Gift, i futuri suoceri e la famiglia inglese si alternano da pompose speculazioni sulle possibili origini etno-razziali della loro futura nuora, consegnate in modalità etnografica imperiale a un razzismo casuale e caustico. Il padre del ragazzo supplica affettuosamente la giovane donna di dare alla famiglia un “coniglio della giungla”. Questo libro parla anche della resistenza di coloro che sono natз in Zanzibar a raccontare storie sul passato in quel paese tanto quanto dellз altrз che si oppongono ad ascoltarle. La reticenza misurata è un tema centrale e una tecnica formale anche in By the Sea, dove in Inghilterra unǝ richiedente asilo mette in pratica il famoso desiderio di Bartleby the Scrivener di preferire il silenzio, solo per poi divulgare a singhiozzo un dramma transgenerazionale che mette in luce il posto storicamente importante che Zanzibar ha avuto nelle rotte commerciali precoloniali e coloniali e nel mondo dell’Oceano Indiano.

I romanzi sono anche scettici sul tipo di costruzione della letteratura mondiale che è finanziata dalle organizzazioni internazionali e dagli interessi degli Stati Uniti, così come dall’educazione coloniale. La narrativa di Gurnah colloca questo tipo di progetti a Zanzibar ed esplora perché e come inducono pensatoriз e scrittorз in Africa a parteciparvi. By the Sea inquadra la scoperta di un personaggio delle letterature del mondo come parte di una narrativa di formazione della Guerra Fredda, sulla scia dell’indipendenza di Zanzibar dall’Inghilterra.

Un passaggio memorabile descrive i servizi di informazione degli Stati Uniti che aprono una lussuosa biblioteca come parte della missione per conquistare dal blocco socialista cuori e menti del Zanzibar. Gurnah descrive il fascino della biblioteca in termini sensuali: il tocco dell’aria fresca sulla pelle, le delizie visive e tattili dei mobili, le linee moderne dei tavoli e delle riviste. La letteratura statunitense nella biblioteca proietta la libertà democratica con la sua lista di nomi propri, da Ralph Waldo Emerson a Frederick Douglas, anche se Gurnah segnala che la circolazione di questa letteratura è inestricabile dalle contraddizioni del capitalismo statunitense. Nota la materialità dei libri: “grandi e pesanti”, “lucenti”, “bordati di oro e argento”. Il narratore in questa scena contrappone questa seducente propaganda della missione culturale degli Stati Uniti alla biblioteca coloniale, che i britannici chiudono e abbandonano all’uscita, e alla biblioteca della scuola.

La biblioteca scolastica, che è il luogo degli scarti, dei rifiuti, dei libri “in eccedenza” degli amministratori coloniali uscenti nel corso dei decenni, è anche il luogo della letteratura come promessa di un falso universalismo e cosmopolitismo. Gli amministratori lasciano i libri che testimoniano gli europei come i grandi civilizzatori. Ma Gurnah preme contro il contrasto del narratore. Sebbene le opere nella biblioteca dell’ambasciata americana non siano contaminate dai ricordi del dominio coloniale, Gurnah indica che il progetto di costruzione del mondo cosmopolita che la biblioteca intende è ancora catturato all’interno delle reti di potere che hanno definito la Guerra Fredda, e per nulla neutrale. In questo non è molto diverso dalla biblioteca coloniale o dalla biblioteca scolastica.

Sebbene rimangano molto scetticз nei confronti della lettura di prestigio e dei falsi universalismi promessi dalla letteratura, i libri di Gurnah sono anche lettere d’amore all’ideale cosmopolita di una letteratura mondiale, in cui la narrativa amplia l’immaginazione e approfondisce la connessione con le storie letterarie attraverso mari e continenti. In Gravel Heart, scrive di un padre a Zanzibar che costruisce una “biblioteca arbitraria” con frammenti di letteratura a sua disposizione durante i primi anni dopo la decolonizzazione. Questa biblioteca personale è un miscuglio di narrativa popolare e opere intellettuali, drammi inglesi, come le opere di Shakespeare, romanzi western e gialli, e le Mille e una notte abbreviate.

Ora che le opere di Gurnah diventeranno più disponibili per le/i lettorз di tutto il mondo di lingua inglese, compresi gli Stati Uniti, si spera che nella frenesia di incontrarle, le persone si appuntino di evitare le strategie di lettura orientate al consumo che contestano. La vittoria del premio Nobel di Gurnah è un’opportunità per cercare, impegnarsi e costruire, piuttosto che ignorare, il lavoro intellettuale di coloro che hanno già letto attentamente il suo lavoro e che si trovano in Africa e oltre.

Questa articolo è stato pubblicato nella sua versione originale in inglese su Africa is a Country, con il titolo ‘Abdulrazak Gurnah’s skepticism

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