Pitti Uomo 92 | Ecco Cosa Pensano E Dicono 10 Fotografi Da Seguire Su Instagram

di Johanne Affricot - Pubblicato il 16/06/2017

È sempre così. Ogni anno, ogni Pitti , veniamo bombardati da milioni di foto che girano ovunque nella rete. Ed è proprio sulle foto ci siamo voluti soffermare, o meglo, sui fotografi che le scattano. Perché se è vero che basta uno smartphone per immortalare un look e condividerlo subito dopo sui social, è soprattutto vero che l’occhio dei fotografi  può raccontarci il Pitti e tutto ciò che gli ruota intorno da una prospettiva diversa e interessante.

Abbiamo fatto dieci domande ad alcuni dei fotografi del Pitti che seguiamo di più. Ne sono usciti dei profili molto originali, alle volte simili alle volte opposti, spesso divertenti.

Trevor Stuurman, Sudafrica.

“Sono il fotografo delle persone”
griot-mag-Pitti Uomo 92_ | Parola ai fotografi-Trevor Stuurman

GRIOT: Ciao Trevor, ti ricordi la prima foto che hai scattato?

Trevor: Onestamente no, ma da bambino disegnavo molto. Direi che sono solo passato dal disegno alla fotografia, cambiando il mezzo. Mi sembra di farlo da sempre.

Ti consideri un fotografo di moda?

Credo di essere un fotografo della gente. Le persone, e soprattutto i loro stili, mi ispirano molto.

Cosa ti piace di più del tuo lavoro?

La condivisione. Quando condivido una mia cosa o un’altra persona condivide una sua cosa. Condividere un pezzo di sé con chiunque.

Cosa indossi oggi?

Un completo che ho disegnato io stesso, by Stuurman. Ancora non è disponibile, è un progetto in corso.
griot-mag-Pitti Uomo 92_ | Parola ai fotografi-Trevor Stuurman-

Pensi ci sia differenza tra moda e stile?

Assolutamente. La moda è qualcosa che si compra nei negozi, che vedi sulle passerelle. Lo stile è molto altro. Penso lo stile sia racchiuso in quello che succede nel momento in cui compri un capo e il momento in cui decidi di indossarlo.

Pensi di essere una persona di stile?

Assolutamente sì, penso di sì.

Quant’è che vieni al Pitti?

Questo è il terzo anno.

Cosa ti porta qui?

Sono qui con Mini [Cooper], sono un Mini ambassador. Gli curo dei contenuti e condivido le mie prossime collaborazioni.

Cosa ti piace di più del Pitti e cosa non ti piace?

Mi piace molto il livello di rispetto e amore che viene condiviso. Qui vengono tutti per un motivo: condividere il loro amore per la moda. Quello che non mi piace è che… credo potrebbe essere più inclusivo, c’è spazio per la diversità.

Tre parole per desrivere l’Italia.

Cibo, amore, moda.

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Lisa Elijah, keniana, cresciuta tra il Kenia e l’Inghilterra. Vive in Italia da dodici anni.

“Sono una persona di stile ma amo soprattutto creare stili per gli altri”
griot-mag-Pitti Uomo 92 - Parola ai fotografi-Lisa ElijahTi ricordi la prima volta che hai preso in mano una macchina fotografica?

Sì, ero ad una sfilata di Jean Paul Gaultier, facevo foto nel backstage. Non andò molto bene, ma mi servì per migliorare.

Ti consideri una fotografa di moda?

Sì, faccio la fotografa di backstage ma anche frontrow alle sfilate e street photography. E poi curo lo styling per Lamberjack, OVS e altri marchi.

Cosa ti piace di più del tuo lavoro e perchè?

Il fatto che incontro tanta gente. È così che ho conosciuto la mia amica Simona Totaro, che è una fashion blogger. Poi imparo sempre nuove cose.

Cosa indossi oggi?

Indosso un Diane Von Fustenburg. È una delle mie stiliste preferite. Una borsa che mi hanno portato dall’Ecuador e la mia macchina fotografica. Non la lascio mai, è sempre con me. È la mia migliore amica.
griot-mag-Pitti Uomo - 92 _ -Parola ai fotografi-Lisa ElijahChe differenza c’è tra moda e stile?

Lo stile è quello che sei tu.

Pensi di avere stile?

Sì, sono una persona di stile ma amo soprattutto creare stili per gli altri, vestirli.

Quant’è che vieni al Pitti?

Da quattro anni.

Cosa ti piace e cosa non ti piace del Pitti?

Del Pitti mi piace il fatto che incontro sempre moltissima gente, con stili interessanti e particolari. Mi piace tutto, non c’è qualcosa che non mi piace, perchè Pitti rappresenta quello che amo: la moda.

Tre parole per descrivere l’Italia, la casa di GRIOT.

Bella gente, buon cibo e moda.

***

Adam Katz Sinding di Le 21ème. Di Seattle, vive a Copenhagen.

“Lo stile è l’interpretazione personale che una persona dà dell’industria della moda per esprimere sé stessa senza usare parole.”
griot-mag-Pitti- Uomo _92 | - Parola ai fotografi-Adam Katz Sinding Le 21ème

GRIOT: Ciao Adam, ti ricordi la prima volta che hai preso in mano una macchina fotografica?

Adam: No, ma mio padre aveva l’hobby della fotografia e a casa c’era questa macchina fotografica. Amava molto viaggiare, fare campeggi e scattava moltissime foto. Credo che è così che mi è scattata la molla della fotografia. Avevo 13-14 anni quando ho sviluppato la prima foto. Era una foto in bianco e nero di luci e ombre, scattata sotto un ponte pedonale di Seattle. La tengo ancora in camera.

Ti consideri un fotografo di moda?

No, mi considero un fotografo. Se dovessi dare un’etichetta a quello che faccio direi che mi occupo più di fotogiornalismo.

Cosa ti piace di più del tuo lavoro e perchè?

Viaggiare, perchè… si viaggia [ride.] Credo sia la cosa che tutti vorrebbero fare nella vita, viaggiare sempre.

Cosa indossi oggi?

Un paio di Nike x Acronym, pantaloncini di Stone Island, canottiera Acronym, occhiali Jacques Marie Mage.
griot-mag-Pitti Uomo 92_ | Parola ai fotografi-Adam Katz Sinding Le 21èmeChe differenza c’è tra moda e stile?

La moda è business, business della moda. Lo stile è l’interpretazione personale che una persona dà dell’industria della moda per esprimere sé stessa senza usare parole.”

Pensi di aver stile?

No! Indosso le stesse cose di quando ero un bambino e questa cosa è figa perchè oggi sono tutte cose street, proprio come quando avevo 11 anni. È accettabile.

Quant’è che vieni al Pitti?

Dal 2013.

Cosa ti piace e cosa non ti piace del Pitti?

Mi piace il pranzo per la stampa [ridiamo tutti.] Non mi piacciono i 35° che ci sono ora e che non ci sia neanche un albero in questa parte di Firenze. Quindi il cancro alla pelle che molto probabilmente mi verrà. Questa è la parte peggiore. No, dai, onestamente non mi piace tutto questo posare. Peggiora anno dopo anno. Non è più come un tempo. Non dico che quando sono venuto la prima volta fosse qualcosa di reale, ma sinceramente era meglio. Ci sono comunque ancora persone interessanti.

Tre parole per desrivere l’Italia, la casa di GRIOT.

Lenta. Piacevole. Il cibo.

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Nabile Quenum, di J’ai Perdu Ma Veste, è di Parigi.

“Nessuno può dettare a qualcuno uno stile, ma la moda è dettata da persone.”
griot-mag-Pitti Uomo 92 | Parola ai fotografiNabile Quenum from J'ai Perdu Ma VesteGRIOT: Ciao Nabile, ti ricordi la prima volta che hai preso in mano una macchina fotografica?

Nabile: Oh, molto tempo fa. Però la prima volta che ho pensato che poi avrei fatto questo è stato nove anni fa. Presi in prestito la macchina di un amico, iniziai a fare foto e così è cominciato tutto.

Ti consideri un fotografo di moda?

Mi considero un fotografo e basta. Né di moda, ne di street style. Faccio il fotografo perchè quando iniziai a farlo così, saltuariamente, mi portava soldi, e non dicevo “no, non lo faccio.”

Cosa ti piace di più del tuo lavoro e perchè?

Quale lavoro? Ne faccio diversi. Comunque mi piace molto il fatto di viaggiare, fare ritratti alle persone, scattare foto il più naturali e reali possibili di quello che mi succede intorno… dipende molto da come mi sento.

Cosa indossi oggi?

Una maglietta vintage di Harley Davidson che pensa ho comprato l’anno scorso a Roma, pantaloni Junya Watanabe, scarpe Nike, e un cappello vintage che ho comprato a Tokyo, e la macchina fotografica.
griot-mag-Pitti Uomo 92 - | - Parola ai fotografiNabile Quenum from J'ai Perdu Ma Veste

C’è differenza c’è tra moda e stile?

Sì, nessuno può dettare lo stile a qualcuno ma la moda è dettata da qualcuno. Le persone che seguono molto la moda pensano di sapere tutto sullo stile, ma non è così, sono come tutti gli altri, hanno solo una piattaforma per dire la loro.

Pensi di avere stile?

Probabilmente sì, per me e la mia famiglia [ridiamo tutti.] Mi piaccio, è questo l’importante.

Quant’è che vieni al Pitti?

Cinque anni.

Cosa ti porta qui?

Cerco di scattare foto interessanti per il New York Magazine, GQ. Ci provo. È un po’ diverso rispetto a prima, Pitti attrae un sacco di gente strana.

Cosa ti piace e cosa non ti piace del Pitti?

Onestamente, rispetto a qualche anno fa è cambiato. Anche negli anni passati c’era gente particolare, ma gli stili erano eleganti, unici, gli uomini italiani con lo stile di una volta. Oggi sembra tutto costruito. Cercano di essere all’avanguardia, di mischiare tutto con tutto. Lo fanno solo per rubare l’attenzione dei fotografi, il che non è per niente interessante. Del Pitti mi piacciono le persone calme e fighe.

Tre parole per descrivere l’Italia, la casa di GRIOT.

Carbonara (non immaginavo fosse così buona,) gelato, i Navigli. Sto sempre lì quando vengo a Milano.

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Eva Losada di Eva Al Desnudo [il cognome è stato preso in prestito da un film spagnolo degli anni ’50,] spagnola ma residente a Londra.

“Lo stile è personale, non è solo i vestiti che indossi o come ti muovi o comporti.”
griot-mag-Pitti- Uomo _92 | - Parola ai fotografi Eva Losada from Eva al Desnudo

GRIOT: Ciao Eva, ti ricordi la prima volta che hai preso in mano una macchina fotografica?

Da sempre. Però professionalmente probabilmente tre anni fa, a Londra. Ho cominciato con le settimane della moda ma in particolare nella parte dello styling. Un giorno ero là e vidi un ragazzo che scattava foto a me e ad altre persone, così ho pensato, “Perchè non portarmi la mia macchina e fare lo stesso?”. È cominciato tutto così.

Ti consideri una fotografa di moda?

Sì, faccio street style, backstage, editoriali di moda, look book.

Cosa ti piace di più del tuo lavoro?

La libertà. Viaggiare sempre. Incontrare persone.

Cosa indossi oggi?

Porto delle Dr. Martens e Gosha [Rubchinskiy.] La collana l’ho fatta io, ecco perché è super figa [ride.]
griot-mag-Pitti- Uomo _92 | Parola ai fotografi Eva Losada from Eva al Desnudo copiaChe differenza c’è tra moda e stile?

Dipende cosa si intende per stile. Quello che io considero stile è diverso da ciò che pensano le persone in generale. Mi piacciono molto i look estremi. Stilsiti come Junya Watanaba, Commes de Garcons, Yohji Yamamoto realizzano vestiti che fanno capire quanto lavoro c’è dietro. Lo stile è qualcosa di personale. Non è un tacco o un vestito bello che rendono una persona di stile. Quella è moda. La moda è generale. Ogni look può essere considerato moda.

Pensi di avere stile?

Sì, sono una persona di stile e tengo molto al mio stile.

Quant’è che vieni al Pitti?

Mi sembra sei anni.

Cosa ti porta qui?

Sto coprendo il Pitti per Highsnobiety, scatto degli street styles ed anche qualche backstages, tipo le sfilate di JW Anderson e Off White. È abbastanza rilassante qui al Pitti.

Cosa ti piace di più del Pitti e cosa non ti piace?

Mi piace andare in giro, il fatto che non ci sia stress, la gente è più tranquilla, rilassata, e io posso scattare foto. Non è come a Parigi, dove le persone corrono da una sfilata all’altra. È un po’ complicato però per me trovare dei look che mi interessano perchè qui è tutto legato all’uomo classico. Quando trovi uno stile particolare è molto eccitante. Alcune volte può essere noiso perchè lento ma in generale amo tutto del Pitti.

Tre parole per descrivere l’Italia, la casa di GRIOT.

Lenta, bellissima e il cibo buono.

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Karl-Edwin Guerre, di Guerreisms, è nato e cresciuto a Brooklyn (New York) ed ha origini haitiane.

Non sono un vero fotografo, sono un ragazzo che occasionalmente fa degli scatti interessanti.”
griot-mag-Pitti Uomo 92_ Parola ai fotografi-Karl-Edwin Guerre-guerreismGRIOT: Ciao Karl, ti ricordi la prima volta che hai preso in mano una macchina fotografica?

Sì, ricordo che volevo catturare un momento della mia vita. Scrivevo poesie e avevo bisogno di alcune foto che si sposassero bene con alcune miei testi. Non trovavo fotografi che potessero fare foto che mi piacevano oppure erano impegnati, quindi feci da solo. E quando vidi il risultato pensai, “Ehi, non sono così male però…” In realtà poi misi la fotografia da parte per fare altre cose e la ripresi solo qualche anno dopo.

Ti consideri un fotografo di moda?

No. Penso di essere una persona che occasionalmente fa delle belle foto. Sono più legato allo stile, a come le persone portano dei capi, che alla moda. Non mi considero un fotografo. Mi definisco così più quando devo semplificare e devo rispondere a qualcuno. Un fotografo è qualcuno che ha le capacità tecniche e l’occhio. È un istinto che ho, che mi permette di fare foto.

Cosa ti piace di più del tuo lavoro e perchè?

Una delle cose che mi piace di più del mio lavoro è che posso dare voce alla mia opinione in una maniera che può cambiare e influenzare le persone.

Cosa indossi oggi?

Una giacca italiana personalizzata di Sciamat, un foulard Post Imperial, una camicia di Eton, pantaloni di Edesim e scapre inglesi di Grenson.
griot-mag-Pitti Uomo 92_ | Parola ai fotografi-Karl-Edwin Guerre-guerreismC’è differenza c’è tra moda e stile?

Naturalmente. La moda è semplicemente indossare capi mentre lo stile rappresenta più un modo di esprimere la tua personalità.

Credi di avere stile?

Credo che con il tempo ho sviluppato un mio stile personale, che riflette la mia personalità, chi sono.

Quant’è che vieni al Pitti?

Sette anni.

Cosa ti porta qui?

Vengo a documentare i look, non per forza i trend, per me stesso e alcune riviste come GQ Giappone, The Rake Magazine e Mr Porter.

Cosa ti piace e cosa non ti piace del Pitti?

In termini di stile, Pitti è la Mecca che riunisce tutti gli uomini di stile, anche i pavoni [peacocks], che sono la cosa che non mi piace. Rappresentano l’opposto dello stile.  Quindi quello che mi piace è il fatto che puoi venire e trovare di tutto. Come dicono quando si parla d’amore, Pitti è “quello che ami e quello che odi”. Alcune volte è l’esatto opposto, per cui non amo l’eccesso di pavoni, la mancanza di personalità e stile.

Tre parole per desrivere l’Italia, la casa di GRIOT.

Possono dartene di più?

Certo.

Un altro posto e altre opportunità.

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Valentina Frugiuele, di Milano.

Una persona può avere stile senza essere alla moda.”
griot-mag-Pitti- Uomo 92 | Parola ai fotografi Valentina Frugiuele
GRIOT: Ciao Valentina, ti ricordi la prima volta che hai preso in mano una macchina fotografica?

La prima volta che ho preso una macchina fotografica avevo 8 anni e feci una foto alla mia cartella di scuola, seguita da una foto di mio fratello che piangeva. Già prima dei 16 anni avevo le compattine e scattavo ovunque e tutto. Poi mio padre mi regalò la mia prima reflex a 16 anni.

Ti consideri una fotografa di moda?

Sì, durante il resto dell’anno faccio fotografia di moda.

Cosa ti piace di più del tuo lavoro e perchè?

Dello street style mi piace il fatto di viaggiare, stare all’aria aperta, incontrare tante persone e anche divertirsi un po’. Della fotografia di moda mi piace il lavoro in studio, con un equipe, creare uno strorytelling più posato e tranquillo.

Cosa indossi oggi?

Un crop-top bianco preso da Top Shop, Adidas MNT e short di Zara.
griot-mag-Pitti Uomo 92 | Parola ai fotografi Valentina Frugiuele

Che differenza c’è tra moda e stile?

Una persona può avere stile e non essere alla moda. La moda sono quelle regole che arrivano dalle passerelle ogni stagione. Una persona può avere stile senza seguire quelle regole.

Pensi di avere stile?

Ho il mio stile, che è sempre sportivo. Però seguo anche abbastanza la moda. Cerco di adattare il mio stile alla moda del momento.

Cosa ti piace di più del Pitti e cosa non ti piace?

Mi piace questo concetto di eleganza e di sartoria che non trovi nelle altre città. Solo che alle volte è eccessivo ed è difficile trovare la giusta via di mezzo tra quello vestito bene e i peacocks [così vengono chiamati quelli che si atteggiano, i pavoni.]

Tre parole per descrivere l’Italia, la casa di GRIOT.

Cibo, dolce vita, mare.

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Darrel Hunter, di Modehunter, viene da Londra.

“Creare emozioni e suscitare reazioni”
griot-mag-Pitti Uomo 92 - | - Photographers have their say-Darrel Hunter ModeHunter (c)Johanne Affricot JAnine Gaelle
GRIOT: Ti ricordi la prima volta che hai preso una macchina fotografica?

Darrel Hunter: La prima volta che ho preso una macchinetta avevo 6 o 7 anni. Non so cosa mi fece pensare che sarei poi diventato un fotografo. La foto che mi ha fatto capire che sarei diventato un fotografo è uno scatto fatto ad un amico, mi piaceva il suo outfit. Stavamo camminando a Shoreditch. Era il 2008. Credo quella sia stata la prima volta in cui mi sono detto, “Sì, voglio assolutamente fare questo nella vita!”.

Ti consideri un fotografo di moda?

No, solo fotografo. Non per forza di moda.

Cosa ti piace di più del tuo lavoro?

Interagire con le persone. Che sia fotografia di moda, viaggi o ritratti, mi piace essere ispirato e vedere tanti look, incontrare la gente, far uscire la loro personalità attraverso uno scatto, che è la cosa più importante. Essere in grado di creare emozioni, suscitare emozioni nelle persone che si vedono ritratte. Ma vale anche per me. Mi piace quando vedo uno scatto che mi stupisce, emoziona.

Cosa indossi oggi?

Gesù, vediamo… scarpe di Bass Weejuns, pantaloni di Marc Jacobs e la camicia è di Charles Tyrwhitt, se non sbaglio.
griot-mag-Pitti Uomo 92 |- Photographers have their say-Darrel Hunter from ModehunterChe differenza c’è tra moda e stile per te?

La moda la vedo più come un trend, che segue le stagioni. Lo stile è qualcosa che una persona ha, qualcosa che nessuno ti può dare. È qualcosa di unico, che hai tu. Sia che indossi capi dell’ultima stagione, che capi di quella passata, che capi vintage. Sei tu.

Credi di essere una persona di stile?

No, sono quello che mi piace essere. Se mi sento a mio agio con dei capi, li indosso. Ho uno stile molto classico. Non sono molto liberal. Indosso solo quello che mi piace. Se non mi piace non la metto, anche se è il trend della stagione.

C’è qualcosa che ti piace e qualcosa che non ti piace del Pitti?

Mmmm, mi piace tutto del Pitti. Mi diverto quando sono qui. Mi piace il cibo, le persone, la temperatura. Anche in inverno. È letteralmente la Mecca del menswear. Mi piace questo simbolo di stile, mi piace il fatto che puoi girare e scoprire cose nuove sui brand, toccarli con mano, parlare con loro. Cose che non succedono alle sfilate. Nn c’è nulla che non mi piace.

L’Italia, la casa di GRIOT. Descrivicela in tre parole.

Romatica. Artistica. Stilosa.

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Charlen – Charley – Williams, ex modella, di Trinidad e Tobago, ha fondato Gentlemen Wear Daily. Vive in Italia da ventisei anni.

Amo l’ispirazione che mi dà la gente per strada.”
griot-mag-Pitti Uomo 92 | - Parola ai fotografi-Charlye-Gentlemen wear daily

GRIOT: Ti ricordi la prima volta che hai preso in mano una macchina fotografica?

Charlie: Cinque anni fa, quando ho lanciato Gentleman Where Daily.

Ti consideri una fotografa di moda?

Sono più una fotografa di street style.

Cosa ti piace di più del tuo lavoro?

L’ispirazione che mi dà la gente per strada.

Che differenza c’è per te tra moda e stile?

La moda per me è copiare, sono quelle persone che seguono le tendenze, è noiosa. Lo stile è qualcosa di personale.
griot-mag-Pitti Uomo 92 - Parola ai fotografi-Charlye-Gentlemen wear daily

Cosa ti piace e cosa non ti piace del Pitti?

Del Pitti non mi piacciono le cose estreme, quando le persone si caricano per attirare l’attenzione.

Tre parole per desrivere l’Italia, la casa di GRIOT.

Creatività, architettura, cibo.

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David Nyanzi, dell’Uganda, vive a Londra.

Mi considero una persona che osserva la gente.”
griot-mag-Pitti- Uomo _92 | - Parola ai fotografi-David Nyanzi

GRIOT: Ciao David, ti ricordi la prima volta che hai preso in mano una macchina fotografica?

Era l’estate del 2010. Avevo con me la macchina di un amico e volevo scattare delle foto di street style. È cominciata così. La prima foto che ho fatto era ad una ragazza di Leeds. È lì che ho deciso di studiare da solo fotografia per dedicarmi a questo lavoro.

Ti consideri un fotografo di moda?

No, piuttosto mi vedo come una persona che osserva la gente.

Cosa ti piace di più del tuo lavoro e perchè?

Viaggiare. Non sapere cosa farò. Il fatto che non sia ripetitivo, non sai quello che farai quando ti svegli e chi incontrerai.

Cosa indossi oggi?

David: Hugo Boss, scarpe All Saints e calzini Happy Socks.
griot-mag-Pitti- Uomo _92 | - Parola ai fotografi David NyanziChe differenza c’è tra moda e stile?

La moda è semplicemente un trend del momento, lo stile è personale.

Pensi di avere stile?

No, non credo di aver stile. Penso di essere cool.

Cosa ti piace di più del Pitti e cosa non ti piace?

Mi piace molto il mix  di culture e stili, ma soprattutto la sartorialità. Mi piace tutto del Pitti. Forse se dovessi dirti qualcosa che non mi piace è che fa troppo caldo.

Tre parole per descrivere l’Italia, la casa di GRIOT.

Rilassata, calma, figa.

– di Johanne Affricot e Janine Gaëlle Dieudji

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Tutte le immagini | (c) Janine Gaëlle Dieudji e Johanne Affricot

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Arti visive, performative e audiovisive, cultura, musica e viaggi: vivrei solo di questo. Sono curatrice e produttrice culturale indipendente e Direttrice Artistica di GRIOTmag e SPAZIO GRIOT, spazio nomade che promuove la sperimentazione multidisicplinare, l'esplorazione e la discussione.