Non è La Dismaland Di Banksy Ma Chinese Fun Di Stefano Cerio

Certo l’Inghilterra è vicina. Certo Banksy è sempre Banksy e che non te lo vai a fare un giro a Dismaland? Il super mega parco dei non divertimenti piazzato a Weston-Super-Mare è una trovata artistica talmente ben studiata che sicuramente farà conoscere a questa cittadina del Somerset un flusso turistico di quelli che neanche a sognarselo prima.

Chissà come sarà il parco parodia di Disneyland non appena le sue porte si chiuderanno e l’atmosfera che lo avvolge si farà più grigia, impregnata di essere umano che non c’è. Niente più persone, né voci, né selfie, né masse di turisti incolonnati in file chilometriche per cercare quella forma di non divertimento che con soli 4 euro ti apre le porte dell’Olimpo degli “io ci sono andato”.
Ci si può fare un’idea guardando alcune delle immagini di Chinese Fun, l’ultimo lavoro di Stefano Cerio, realizzato in un anno di viaggio tra Pechino, Shangai, Qingdao e Hong Kong. Immagini che, come sottolinea il fotografo romano, “non immortalano luoghi abbandonati ma momenti dell’assenza”, in antitesi al caos tipico delle grandi metropoli e degli spazi ricreativi cinesi.
C’è l’orologio sulla spiaggia deserta che segna l’ora per nessuno o il finto pianoforte che fa da sfondo alle foto post “sì lo voglio” di neo sposini che accorrono da ogni dove.
“Pieno e vuoto. Presenza e assenza. Risate e morte”, scrive la curatrice tedesca.
Chinese Fun, pubblicato da Hantje Cants, uscirà il 25 agosto, mentre dal 23 settembre al 3 novembre sarà possibile andare a vedere la mostra alla Fondazione Volume di Roma.





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