
Ieri sera è andata in onda la finale dell’ultima edizione di Miss Universo, concorso che ogni anno ospita bellissime partecipanti di vari paesi del mondo che gareggiano per ottenere lo scettro della più figa del reame.
Ma forse è più corretto dire che ieri è andata in onda l’edizione più esilarante di sempre con 2 miss (Colombia e Filippine) e un presentatore, Steve Harvey, che ha trasformato un anacronistico concorso di bellezza in un fenomeno social che siamo sicuri resterà nella memoria storica collettiva per molto molto tempo.
Dopo aver ricevuto il foglio con elencati i nomi delle ragazze classificate, il comico americano è riuscito a commettere l’errore più grande, quello che ogni presentatore che si ritrova a condurre concorsi di bellezza prega di non fare mai, e che in effetti, non è mai stato fatto. Fino a ieri.
Here is a CLOSER look at the card @IAmSteveHarvey read last night at #MissUniverse2015. Do you think it's confusing? pic.twitter.com/LkUhtFYYL2
— NICOLE NALEPA (@NicoleNalepaTV) December 21, 2015
Incoronata la colombiana Ariadna Gutierrez, che per più di due minuti è stata applaudita, fotografata, osannata e accolta come the new miss universe, con una tifoseria di compaesani e non a festeggiare per il secondo anno consecutivo la vittoria di una colombiana, Steve si è dovuto precipitare a rimediare al danno fatto, salendo sul palco e detronizzando con un “I have to apologise” la bellissima latina a favore della stupenda filippina, Pia Alonzo Wurtzbach.
https://www.youtube.com/watch?time_continue=118&v=nmqAjr0xs04
Non contento della gaffe, poco dopo è corso su twitter per scusarsi di quanto accaduto, commettendo degli errori ansio-grammaticali [tipo Columbia invece che Colombia….] che hanno reso la vicenda ancora più surreale. Insomma…si sa che i colombiani sono stanchi di quelli che non sanno scrivere correttamente il nome del loro paese.
https://twitter.com/Joannahausmann/status/678780012628062208/photo/1?ref_src=twsrc^tfw
Se fossimo nei panni degli organizzatori del concorso, il prossimo anno richiameremmo lui.
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