Mélissa Laveaux In Conversazione Con Lala &ce

di GRIOT - Pubblicato il 04/09/2020

Dopo un’intervista con la carismatica Lala &ce, ho avuto l’opportunità di scoprire una giovane artista militante, con convinzioni profonde e con una sorprendente predisposizione per il business. Francese basata a Londra, Lala &ce è una cantante trap e rap. Mescolando influenze americane e africane, la sua voce dolce è quella di una giovane donna appassionata di musica, impegnata e innamorata delle donne nere. Discreta sulla sua vita privata, Lala &ce si è raccontata a GRIOT.

Mélissa Laveaux X GRIOT: Il giorno del mio compleanno ti ho vista alla serata “Wet for Me” con alcuni amici. Ricordo che quando sei salita sul palco erano tutti estasiasti, in trance. Come hai vissuto quella serata? Sono rimasta piuttosto sorpresa nel vedere Wet con tanto pubblico nero e altre persone razzializzate.

Lala &ce: Non c’erano più neri di quelli che normalmente ci sono ai miei concerti. Detto questo, poiché il Wet è un ambiente LGBT, in effetti mi aspettavo di vedere meno persone nere. Non ero mai stata al Wet in vita mia. Era la prima volta che partecipavo, quindi non avevo modo di fare dei paragoni, ma è vero, mi avevano avvertita che era una cosa piuttosto bianca ed ero felice di vederci tra il pubblico (fa un piccolo “Yeaaah”)

Sì! C’era Cheetah che ha iniziato a cantare della Kassav ‘e tutti hanno iniziato a ballare. Mi ha resa veramente felice vedere la comunità afro-caraibica “in the house”.

È stata una serata fantastica.

Quindi, mi sono chiesta che tipo di relazione avessi con il tuo pubblico. Quando ho twittato che ti avrei intervistata, mi ha colpita moltissimo la reazione dei tuoi fan. È stata pazzesca.

Al momento è una relazione piuttosto lontana. Dopo i concerti, non è sempre facile incontrare i fan. Da parte mia, noto che a volte sui social ci sono una certa atmosfera e frenesia leggermente esagerate. Una volta un commento sotto uno dei miei video di YouTube mi ha fatto troppo ridere. Era tipo: Fammi dei bambini!

È vero, su youtube possiamo vedere commenti tipo, “Lala renderebbe lesbica qualsiasi ragazza”, o “la mia ragazza mi tradisce con lei, e mi dico, ‘è normale!'”, oppure “Se anche fossi una tipa etero, il suo fascino e la sua voce mi farebbero diventare lesbica.” Ho come l’impressione che il tuo pubblico sia come quello di Young MA. Mi ha piuttosto sorpreso lo scorso autunno vedere che al tuo concerto alla Maroquinerie la maggioranza dei ragazzi erano bianchi ed eterosessuali. Non sapevo che anche loro ascoltassero il rap delle lesbiche che parla di lesbiche…

Ma vedi, in Francia funziona così, la cultura dei concerti non è la stessa che c’è in Inghilterra. Vedo molte ragazze gay nere ai suoi live lì e anche negli Stati Uniti. Ma in Francia la cultura del concerto è più dei bianchi.

Avevo notato infatti che la comunità nera in Francia tende ad aspettare che un nero diventi famoso per investire e andare al suo concerto.

Sì! Penso anch’io che sia così. Ma la cambieremo. Il Wet era ok, ho visto tutti i tipi di persone. Fondamentalmente faccio musica per tutti. Ma sai, quando vedi persone della tua comunità che vengono a supportarti, ti tocca e ti conforta in quello che stai facendo.

È chiaro, anche per me è così. In un’intervista hai parlato dell’onere che le donne nere devono sopportare. Ti andrebbe di approfondire questo punto?

In quell’occasione mi riferivo al mio album Le Son d’Après e al mio singolo Serena, un omaggio a Serena Williams. Parlo di queste donne nere che vengono dalla strada e riescono a farcela in quegli ambienti che sono loro preclusi, come il tennis. Quando ero più giovane mi identificavo molto in lei, è una specie di modello per me. E poi c’è anche un po’ la questione del fisico, sai… le prese in giro per via del suo corpo. Mi hanno colpita molto.

Capisco. Quindi Serena per te è stato un modo per renderle omaggio? Pensa, per ridere, sempre sui social network recentemente sono stata trollata da un musicista nero molto conosciuto in Francia, perché gli ho chiesto di non prendere in giro i capelli delle donne nere nei suoi tweet. La sua risposta è stata quella di chiamarmi pazza e di non dirgli cosa poteva fare. Tuttavia, vediamo costantemente che le donne nere vengono trascinate nel fango per i loro vestiti, i loro capelli, il loro tono della pelle…

Ebbene, c’è già il colore ma c’è anche il genere. La donna nera ha entrambi i difetti. Già sei frenata in partenza, perché sei una donna, e le vediamo le disuguaglianze tra uomini e donne nella società. E poi hai la colpa di non essere bianca. Ma vedi, io amo le donne nere. Voglio rendere loro omaggio. Mia madre è una donna nera. Sono cresciuta con donne nere. Spesso nelle mie canzoni mando loro tanti cuori; anche nel pezzo WET (Drippin), parlo di donne nere.

Sì, parli anche delle loro extension!

Esatto! Dico “Bad tissage aussi…” l’hai capito?, poi “Caramel queen“, tutta quella roba lì, insomma. E non è una moda per me. Ho l’impressione che oggi amare una donna nera stia improvvisamente diventato di moda…

Guarda, ancora non va di moda. L’unica cosa che vedo su OKCupid è che puoi mettere un badge “Black Lives Matter”. Ma è una roba che mi manda fuori di testa perché mi dico che sono solo le persone feticiste che lo indossano, per attirare più prede.

Si, è vero che c’è anche la la roba fetish a cui bisogna fare attenzione. Ma anche prima di BLM, prendendo il mondo della moda, modelli/modelle nere stavano già diventando di tendenza: marchi come Lacoste e Gucci avevano già iniziato a utilizzare modell_ ner_, acconciature nere nelle loro campagne, per migliorare il loro marchio.

Siamo il profumo del momento.

Io da quando sono piccola, I feel like that, quindi continuerà…

Altra questione: com’è la scena rap a Londra?

Rispetto alla Francia, c’è più scelta.

È più collaborativa, con più party? Oppure è più esclusiva, modalità Highlander [ndr: serie e film degli anni ’90], della serie “There can only be one!“?

Per niente! Anzi, non solo nella scena femminile, ma se esci e ti sforzi di incontrare persone, beh, le incontri davvero. Persone di mentalità aperta, che vogliono incrociarsi, che vogliono andare avanti. Gli inglesi sono realmente aperti. Ci sono un sacco di posti dove andare, o puoi beccarti e suonare con persone che amano il rap alla follia.E questa situazione ha davvero aperto la mia musica. Non che ne sia necessariamente influenzata, ma è solo la mentalità. Lì lo standard è alto.

La cultura hip hop anglosassone riceve più attenzione di quella francese.

Sì, ma è per via della barriera linguistica, che è difficile da superare a livello internazionale. In Francia siamo tra i maggiori consumatori di hip hop. E ci sono suoni che provengono da qui. Conosco i Cainris (gli americani): se non parli la loro lingua, a loro non importa, ma iniziano ad ascoltare e la adorano. Riescono a sentire che nell’aria sta succedendo qualcosa di buono.

Sì, vediamo gli americani che prendono i beat dai beatmaker francesi. C’è un interesse crescente per quello che sta accadendo qui, quindi non sono per niente preoccupata per lo sviluppo della scena internazionale… Ma tu, personalmente, qualche anno fa parlavi di voler fare delle tue produzioni…

Produzioni? Non ne faccio. Non mi sono mai appassionata a questa parte. Ho talmente voglia di sapere fare tutto, sono così perfezionista, che se mi ci metto mi prenderebbe troppo tempo. Là fuori ci sono così tante persone di grande talento. Sto solo provando a trovarle, per fare alcune collaborazioni. Ma dopo, quando avrò davvero il tempo, le farò. Lo voglio. So che può essere carino. Quest’anno ho realizzato una produzione molto tagliente. Penso che ne farò una all’anno (ride).

Pensi di creare un tuo collettivo?

Ho già il mio collettivo: “&Ce Recless”. Ho creato la mia etichetta.

Allora gli studi in Business servono a qualcosa?

Non troppo, ho dimenticato tutto. Le cose si stanno facendo serie ora. Quest’anno avrò la mia società. Le carte sono già pronte, la cosa è pronta per partire.

Cool! Mi rende felice vedere tipe che gestiscono la propria attività… In giro non ci sono abbastanza donne che sono anche proprietarie dei loro pezzi. È fantastico! Congratulazioni!

Grazie! Sono in una co-etichetta, stiamo co-producendo il mio album, quindi i suoni sono miei. È importante. Sono felice. La mia etichetta, Believe, mi dà i soldi per fare i video musicali, le promo e gli album. Ecco cosa c’è in cantiere: uscirà a novembre.

Quindi avremo un nuovo album Lala &ce?

Sì, è per questo che in questo momento sono a Parigi. Adesso finiamo questo. Lo mixiamo. Abbiamo fatto i video e poi lo lanciamo.

Ho visto i teaser su Insta…

Per quanto riguarda il collettivo &ce Recless: lo ho fondato con la mia migliore amica, che è anche la mia manager, il mio braccio destro. In definitiva, l’obiettivo sarebbe quello di produrre altri artisti e fare dei clip. Abbiamo già prodotto un clip quest’estate: si chiama VT ZOOK II.

Domanda più leggera: farai un reclamo a Cardi B e Megan Thee Stallion per WAP [Wet-ass pussy]? Perché Coulée è la stessa canzone ma in francese! Almeno lo stesso tema: stiamo parlando di “succo dell’amore”.

Ma… è andata davvero diversamente. Chiederò il mio 5%, eh (scherza).

Scherzi a parte, è chiaro che nessuno ti ha fatto incavolare con il testo perché va più che bene parlare di figa se sei una lesbica mascolina [ndr: meuf masc], ma che fastidio dà quando si tratta di una donna?

La società in cui viviamo è sessista… C’è ancora tanta differenza, e WAP è più grafica. Io sono più metaforica. Se la faccio ascoltare a mia madre, non sa di cosa parlo…

Tua madre non è nata ieri! Ci sono rapper o beatmaker con cui vorresti lavorare?

Tra le rapper, con Coi Leray, e tra le beatmaker, con WondAGurl. In questo momento sono le mie prime scelte.

Senti, l’Internet vuole sapere, sono sul mio DM su Instagram: sei su app di appuntamenti? E se è così, qual è la tua preferita?

No, I’m dead! Stai mentendo! L’anno scorso sono andata su HER e Tinder, e dopo due ore ho ricevuto un messaggio su Instagram da una ragazza che diceva che c’era una ragazza in posa per me. Sono andata fuori di testa e ho cancellato tutto subito.

Ma su Instagram, ci saranno sempre ragazze nei tuoi DM, giusto?

Sui social è vero, ma non è la stessa cosa. Non sono mai stata realmente nelle app.

È normale, sei giovane (24 anni): non conosci le lotte dei trentenni! Dove vorresti essere a 30 anni?

Non sono il tipo di persona che dice dove sarà a una certa età. Avere il Grammy, avere il milione; immaginarmi da qui ai miei trenta è un po’ difficile, anche un po’ frustrante. È soggettivo. Potrei pensare di non aver fatto abbastanza, mentre qualcun’altro mi dirà che ho già realizzato molto. A 35 anni spero solo di essere felice e di essere ancora nella musica.

Non ho dubbi. Che segno sei?

Scorpione.

Allora sei a posto. L’industria è piena di Scorpioni come te, Capricorno come me, Cancro, Leone e Toro per la loro emotività, star power e senso degli affari.

L&. Tutti i miei amici… anche i Gemelli.

Lala &ce sarà in concerto al festival Short Theatre Festival il 5 Settembre, nello spazio We Gil – h. 23.oo

Mélissa Laveaux è una cantante, musicista e compositrice canadese con nazionalità francese dal 2019. La sua musica è tinta di influenze haitiane, terra d’origine dei suoi genitori, così come di blues e folk.

GRIOT è media partner di Short Theatre. Scopri il programma completo del Festival.

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