‘Love Junction’ | Il Nuovo Album Di Lorenzo BITW Porterà Un Po’ Di Presa Bene

Il cielo è sempre più blu, le spiagge sono sempre più affollate e tira quell’aria d’estate che sogni e attendi tutto l’anno. Ma in Italia soffia vento di tempesta, un vento acido, un vento di rabbia che corrode i cuori e offusca le menti. Mi rincuoro pensando che l’arte rimane sempre il miglior rifugio ai mali del mondo e anche la più potente arma contro di essi. E come me, la pensa anche il producer e DJ romano Lorenzo BITW il cui album di debutto, Love Junction, è la bomba di energia, amore e positività di cui avevamo bisogno quest’estate.
Uscito lo scorso 22 giugno su Friends of Friends, Love Junction è un disco all’insegna della contaminazione sonora che rompe confini geografici e musicali attraverso un connubio di ritmi e linguaggi che lo rendono un lavoro altamente cross-genre. L’arrangiamento di elementi ritmici e melodici, il range di BPM utilizzato e i potenti vocals che li accompagnano, dimostrano a pieno la versatilità artistica di Lorenzo e la sua capacità e voglia di spingersi oltre la musica da dance floor.
In una rilassata telefonata Skype Londra-Roma, ho discusso con Lorenzo BITW il processo creativo e il concept dietro il suo nuovo album, le gioie e i dolori dell’essere un esponente del suono cosiddetto “global” nell’Italia di oggi, ma anche gli inizi della sua carriera e i suoi progetti futuri.
GRIOT: L’album è un incrocio di sonorità e contaminazioni. Era un tuo obiettivo dall’inizio ispirarti a certi contesti e ricreare sonorità particolari o è stato un processo spontaneo?
Lorenzo BITW: Direi entrambe le cose, nel senso che molti pezzi e collaborazioni sono nati in maniera spontanea, ma allo stesso tempo non sono spontanei perché sono nati nate da influenze che io ho nella mia musica. L’idea era quella di fare un disco il più possibile variegato, ci sono ampi confini, non c’è una direzione unica, è molto aperto sia a livello di collaborazioni, sia geograficamente perché non è solo UK o solo afro, ma l’unione di una serie di elementi.

Infatti è un album pieno di collaborazioni. Senza nulla togliere a nessuno dei fenomenali artisti con cui hai lavorato, quale é la collaborazione più particolare? Quale invece ti è più cara?
Quella che è nata nel modo più particolare forse è la nona traccia, Come Over. Era una traccia a cui non davo molto peso, invece poi è venuta fuori molto bene ed è un pezzo che mi ha sorpreso. Quella a cui sono più legato forse è Goo, perché ho avuto modo di conoscere Kwam e di passarci tempo insieme. E’ una persona molto simpatica e alla mano, ma anche molto serio quando è in studio. Inoltre, anche se è una traccia che è uscita già da sola un po’ di tempo fa, alle persone piace ancora: una volta quando ho suonato a Bristol la gente la cantava e sapeva tutte le parole, quindi ho un bel ricordo legato a quel momento che mi ha reso molto felice.
Perché “Love Junction”?
Perché questo disco per me è un modo di unire tutte insieme le varie ispirazioni, fonti, persone, quindi l’idea è quella di unione. Il giorno di in cui ho prodotto la traccia Love Junction ho pensato di usarlo anche come titolo dell’album e poi è rimasto, però questo titolo è anche dovuto al fatto che questo è un periodo storico incentrato sull’odio, sulla violenza e su cose molto negative, quindi mi piaceva dare un’idea di positività, gioia, amore e anche per dire famose’a pijà bene, insomma!
Facciamo un passo indietro. Cosa ti ha spinto a trasferirti all’estero? Raccontaci in breve la tua storia.
Lorenzo BITW nasce a Roma, grazie all’ aiuto di Nan Kolé e la sua etichetta che si chiamava Soupu Music. Lui mi ha aiutato a mettere fuori musica sotto il nome But In The Weekend, ma poi ho conosciuto il produttore e DJ inglese Scratcha DVA, che mi ha suggerito di cambiarlo, e così è nato il nome. Poi ho ottenuto una borsa di studio per studiare a Leeds e quindi sono partito. Era un momento in cui non mi trovavo bene qui e mi ha fatto bene andarmene da Roma, sia a livello personale che musicale, perché è una città un po’ pesante in cui ci sono dei limiti se vuoi fare musica. E’ stato importante per me vivere il mondo inglese a 360 gradi stando sia a Londra che a Leeds e vedere tutte queste nuove realtà.
Dal punto di vista di un artista che ha vissuto in entrambi i paesi, cosa pensi abbia la scena UK che in Italia manca e viceversa?
La differenza è che qui ho fatto molta fatica a raggiungere un livello medio basso, diciamo, perché in Italia sono un artista di nicchia visto come un pesce fuor d’acqua, soprattutto per il cantato in Inglese. Un’altra grande differenza è che l’Inghilterra prende spunti da fuori a volte facendoli troppo proprio-un po’ come fanno con il cibo- in Italia invece siamo ancora troppo legati alla voce in Italiano, la struttura della canzone classica e quindi a livello artistico è più difficile. Qui c’è anche un problema di meritocrazia e quello si sente anche nella musica: ci sono un sacco di meccanismi che si vanno a sbloccare solo dopo che fai molte public relations, non è che sentono il disco e automaticamente suoni in giro. Devo dire che ultimamente molte realtà si stanno interessando a quello che faccio, quindi in Italia non è tutto negativo, è solo molto critico e spero che vada a migliorare nel corso dei prossimi anni.
L’Italia è un paese sempre più chiuso ma, come il tuo album dimostra, la tua identità artistica è di molto più ampio respiro. Perché vivi in Italia?
Perché innanzitutto quando me ne sono andato dall’Inghilterra tre anni fa non ero pronto per fare musica full-time. Gli ultimi tre anni sono stati molto positivi e produttivi, pensandoci forse non mi volevo legare solo al suono Inglese ed essere troppo influenzato da quello che fanno gli altri. In Italia posso fare quello che voglio, perché non c’è un genere di riferimento e tramite internet non ho limiti e confini di nessun tipo. Probabilmente se fossi rimasto in Inghilterra avrei fatto mille altre cose, collaborazioni radio, date, ma non avrei fatto un album. Inoltre, anche il fatto di non avere uno studio a Londra è stato uno dei motivi che mi ha spinto a tornare in Italia per avere i miei spazi e poter lavorare come voglio.
Questo album sicuramente rappresenta una bella pietra miliare nel tuo percorso artistico, quale sarà il prossimo step?
Al momento sto provando a costruire una performance live con un batterista, togliendo le parti elettroniche ritmiche per riproporle con un’impronta più live. Inoltre a settembre farò uscire un altro piccolo EP, con dei remix e delle collaborazioni nuove sempre sullo stile dell’album.
Lorenzo BITW sarà in tour in giro per l’Italia tutta l’estate, scopri di più qui e ascolta il suo album ‘Love Junction’.
SEGUI GRIOT Italia su Facebook e griotmag su Instagram e Twitter | Iscriviti alla nostra newsletter
Immagini | Via Lorenzo BITW
Vuoi segnalare un tuo progetto o news che vorresti leggere su GRIOT? Scrivi a info@griotmag.com
Questo articolo è disponibile anche in: en
Sono una persona molto eclettica con un’ossessione per la musica e la sociologia. Nata e cresciuta in Italia, Londra è diventata la mia casa. Qui creo beat, ballo, canto, suono, scrivo, cucino e insegno in una scuola internazionale.