Laamb | Sogni E Speranze Di Giovani Wrestler

Se in una conversazione tra amici si inizia a parlare di wrestling (quello degli anni ’80 e ’90, per intenderci), sicuramente le parole che seguono sono “Hulk Hogan”, “Andre de Giant”, “Ultimate Warrior”, per citare alcuni dei wrestler più rappresentativi dell’era Gimmik.
Milioni di persone al mondo appiccicate alla tv a guardare i match di wrestling, uno spettacolo di intrattenimento, più che uno sport, dove gli atleti guadagnavano milioni di dollari raggiungendo una notorietà internazionale incredibile.
In Senegal il wrestling tradizionale, il Laamb, è invece considerato uno sport nazionale, addirittura più seguito del calcio. Combina mosse dei combattimenti greco-romani a danze e rituali che precedono l’incontro. Un match di laamb può durare pochi secondi o anche 30-40 minuti. Uno show che non si svolge solo sul ring. Tra un combattimento e l’altro è possibile assistere a delle vere e proprie preparazioni spirituali, vedere lottatori di talento indossare i loro talismani (gris-gris) e aspergersi di liquidi benedetti per aumentare le loro possibilità di vittoria.

“Anni fa si combatteva per onorare il proprio villaggio ma oggi le cose sono cambiate e il wrestilng è diventato un modo per portare i soldi a casa, per fuggire dalla povertà ed elevare la propria condizione economica”, ha raccontato Malick Thiandoum al NY Times.
“I giovani si allenano per partecipare ai combattimenti sognando di diventare dei campioni di Laamb milionari” racconta Ernst Coppejans, il fotografo olandese che ha immortalato questi giovani lutteur sulle spiagge del villaggio di Yene.
Normali aspirazioni se si pensa che chi fa parte di quella piccola élite di vincitori può arrivare a guadagnare $100.000 per match (combattendo solo una volta l’anno). Inoltre vengono idolatrati come divinità e stelle del cinema. La realtà è ben diversa però: la maggior parte di loro arriva a guadagnare un massimo di $2.000 l’anno, o addirittura niente.
Ernst ha passato circa un mese con i ragazzi, partecipando ai loro tornei e osservando le loro tecniche di combattimento: “Ciò che amo di più e che ho cercato di far emergere sono i sogni, le speranze e la tenacia di questi giovani uomini”.
Tutte le immagini | Ernst Coppejans
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Arti visive, performative e audiovisive, cultura, musica e viaggi: vivrei solo di questo. Sono curatrice e produttrice culturale indipendente e Direttrice Artistica di GRIOTmag e SPAZIO GRIOT, spazio nomade che promuove la sperimentazione multidisicplinare, l'esplorazione e la discussione.