La Guida GRIOT Alla Biennale Di Venezia | I Padiglioni Africani
Con un anno di ritardo a causa della pandemia in corso, la 59a edizione dell'Esposizione Internazionale d'Arte di Venezia torna ad aprire le sue porte al pubblico dal 23 aprile al 27 novembre 2022. Più di 200 artistз parteciperanno alla biennale dal tema Il latte dei sogni, diretta dalla curatrice italiana Cecilia Alemani.

CAMERUN – The Time of the Chimeras
Curatela: Paul Emmanuel Loga Mahop, Sandro Orlandi Stagl
Artistз: Global Crypto Art DAO
Sede: Liceo Artistico Guggenheim, Dorsoduro 2613 e Palazzo Ca’ Bernardo Molon, San Polo 2186
Il Camerun inaugura la sua partecipazione con la prima mostra di opere NFT (non fungible token) mai presentata alla Biennale. Il progetto è firmato dal collettivo Global Crypto Art DAO.
COSTA D’AVORIO – The dreams of a story
Curatela: Massimo Scaringella, Alessandro Romanini
Artistз: Frédéric Bruly Bouabré, Abdoulaye Diarrassouba dit Aboudia, Armand Boua, Saint-Etienne Yéanzi dit Yeanzi, Laetitia Ky, Aron Demetz
Sede: Magazzino del Sale 3, Dorsoduro 264
EGITTO – Eden – Like Garden
Curatela: Mohamed Shoukry
Artistз: Mohamed Shoukry, Weaam El Masry, Ahmed El Shaer
Sede: Giardini
A rappresentare l’Egitto vedremo Weam El Masryartista (che lavora con pittura, fotografia e animazioni), Mohamed Shoukry (artista visivo ed esperto di video-scultura) e Ahmed El Shaer (artista multidisciplinare, indirizzato principalmente verso le tecnologie digitali).
GHANA – Black Star – The Museum as Freedom
Curatela: Nana Oforiatta Ayim
Artistз: Na Chainkua Reindorf, Diego Araúja, Afroscope
Sede: Arsenale
Il titolo della mostra del Ghana—Black Star—si rifà alla stella della bandiera ghanese, simbolo del panafricanismo, dell’anticolonialismo e della libertà dell’Africa. Le installazioni sono state pensate proprio come un’estensione di questi concetti: Na Chainkua Reindorf inventa la mitologia di una società segreta femminile, Afroscope porta un lavoro che esplora gli elementi attraverso la tecnologia, l’opera di Diego Araùja invece approfondisce il ruolo dell’Oceano Atlantico nel dividere e unire l’Africa e la sua diaspora.
KENYA – Exercises in Conversation
Curatela: Jimmy Ogonga
Artistз: Dickens Otieno, Syowia Kyambi, Kaloki Nyamai, Wanja Kimani
Sede: Fàbrica 33, Cannaregio 5063
NAMIBIA – A Bridge to the Desert
Curatela: Marco Furio Ferrario
Artista: “RENN”
Sede: Isola della Certosa
Il Padiglione Nazionale della Namibia ha annunciato il suo debutto a Venezia con A Bridge to the Desert, un’opera di Land Art – una serie di sculture realizzate in ferro e pietre del deserto – dell’artista RENN, curata da Marco Furio Ferrario.
SUD AFRICA – Into the Light
Curatela: Amé Bell
Artistз: Roger Ballen, Lebohang Kganye, Phumulani Ntuli
Sede: Arsenale
L’installazione del Sud Africa è il frutto della collaborazione di Lebohang Kganye, Roger Ballen e Phumulani Ntuli. Into the light è il risultato del loro viaggio introspettivo alla scoperta di sé e dell’esplorazione di diverse possibilità artistiche. Lebohang Kganye, artista visiva di Johannesburg, con il lavoro fotografico B(l)ack to Fairy Tales rielabora le fiabe occidentali ambientandole nella Township in cui viveva da bambina e diventandone lei stessa protagonista. Roger Ballen partecipa con The Theatre of the Apparitions, un “teatro” di opere ispirate alle incisioni realizzate dalle detenute in Sudafrica per oscurare le finestre delle celle. Godide di Phumulani Ntuli è invece un’opera di animazione in stop-motion in cui affronta i temi dell’identità, dell’associazione culturale e dei luoghi di appartenenza.
UGANDA – Radiance: They dream In Time
Curatela: Shaheen Merali
Artistз: Acaye Kerunen, Collin Sekajugo
Sede: Palazzo Palumbo Fossati, San Marco 2597
Per l’Uganda si tratta della prima partecipazione alla Biennale. L’installazione di Acaye Kerunen e Collin Sekajugo si propone di trasmettere agli spettatori il valore dell’intelligenza semantica dell’Africa e dell’Uganda nello specifico, attraverso la conoscenza della sua modernità tecnologica e al tempo stesso delle sue tradizioni. Acaye Kerunen nella sua pratica artistica celebra il lavoro delle artigiane ugandesi, decostruendo e risemantizzandone materiali e operato. Collin Sekajugo lavora invece sugli archivi per creare opere quasi teatrali che parlano di colonialismo, pregiudizi e privilegio.
ZIMBABWE – I did not leave a sign
Curatela: Fadzai Veronica Muchemwa
Artistз: Wallen Mapondera, Ronald Muchatuta, Kresiah Mukwazhi, Terrence Musekiwa
Sede: Santa Maria della Pietà, Calle della Pietà
Come dichiarato da Fadzai Veronica Muchemwa, ricercatrice e curator del padiglione, la mostra I did not leave a sign tratterà diverse tematiche legate allo Zimbabwe e alla sua storia: tra queste la migrazione e le minacce invisibili che governano lo stato. Gli artisti chiamati a collaborare sono Kresiah Mukwazhi, Wallen Mapondera, Terrence Musekiwa e Ronald Muchatuta.
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Lareanda in Storia e Critica dell’Arte. Sono creativa e perfezionista. Mi piacciono l’arte contemporanea, i fiori e il bricolage.