June Jordan, La Poesia Del Design
Una nuova mostra esplora la collaborazione tra la poeta June Jordan e l'architetto R. Buckminster Fuller, per comprendere il contributo di Jordan alla progettazione ambientale, mettendo in primo piano l'impatto dello spazio urbano sull'esperienza vissuta.

Nel 1964, la poetessa June Jordan ha collaborato con l’architetto R. Buckminster Fuller a un piano urbanistico per Harlem, che l’ha portata a vincere un Premio Roma per la progettazione ambientale nel 1970.
“Una riprogettazione architettonica collaborativa di Harlem,” Jordan e Fuller chiamarono la loro collaborazione Skyrise for Harlem: un piano di edilizia residenziale pubblica attento al benessere di duecentocinquantamila abitantз del quartiere, la maggior parte dei quali Nerз. Il progetto poteva sembrare una svolta a sinistra per Jordan, che era salita alla ribalta grazie ai suoi saggi e alle sue poesie. Ma l’artista ha sempre concepito il suo lavoro come se rientrasse nell’ambito del design ambientale: “cioè, in generale, uno sforzo per contribuire al cambiamento positivo del mondo,” ha spiegato.

La mostra (American Academy in Rome, 20 giugno-11 aprile) prende come spunto la collaborazione tra i due per esplorare i contributi di Jordan alla progettazione ambientale durante un periodo di grande fermento architettonico. Evidenzia per la prima volta come la Jordan abbia messo in primo piano l’impatto dello spazio urbano sull’esperienza vissuta nel suo lavoro per sostenere il miglioramento degli alloggi a prezzi accessibili, l’uguaglianza di genere e la giustizia razziale.
I disegni, raramente visti, per interventi urbani ad Harlem e nel centro Italia di Fuller, mostrano come la loro collaborazione si sia sforzata di migliorare gli standard di vita dei meno abbienti. Dipinti dellз acclamatз artistз americanз Charles Alston, Colleen Browning e Alice Neel, di cui Jordan scrisse nel suo poema del 1969 sull’America Nera, Who Look at Me, illustra la dignità della comunità—e il loro bisogno, nelle sue parole, di “abitazioni notevolmente migliorate”—che hanno alimentato l’attivismo di Jordan attraverso il design. La mostra segna anche la prima presentazione delle fotografie che ha scattato e delle registrazioni audio che ha realizzato, oggi nei June Jordan Papers presso l’Università di Harvard. Insieme, le opere in esposizione mostrano come la Jordan abbia attinto al potere della letteratura, dell’architettura, dell’urbanistica e dell’arte visiva per catalizzare il cambiamento nella società.

June Jordan, la poesia del design è curata da Lindsay Harris, Andrew Heiskell Arts Director ad interim dell’Academy, con Lexi Eberspacher, Programs Associate for the Arts. La mostra sarà accompagnata da un catalogo illustrato.
In concamitanza con l’inaugurazione si terrà una conversazione tra Sean Anderson, professore associato di architettura alla Cornell University, ex curatore al Museum of Modern Art curator, e l’architetta J. Yolande Daniels, professoressa associata al Massachusetts Institute of Technology,
La discussione, intitolata June Jordan e la costruzione della giustizia nel design—si svolgerà dalle 18.00 alle 19.00—sarà introdotta dal presidente dell’AAR Mark Robbins, con interventi di Whitfield Lovell, il cui ritratto di Jordan, donato all’Accademia ha ispirato la mostra ed è il fulcro della sua installazione.
June Jordan, The Poetry of Design è sostenuta dalla Terra Foundation for American Art, dall’Estate of R. Buckminster Fuller e dal June M. Jordan Literary Trust. Con il sostegno di Bloomberg Philanthropies.
BIO
Una delle scrittorз giamaicanз-americanз più pubblicatз e acclamatз della sua generazione, la poeta, drammaturga e saggista June Millicent Jordan (9 luglio 1936 – 14 giugno 2002) era nota per il suo feroce impegno a favore dei diritti umani e dell’attivismo politico. È nata ad Harlem, New York, figlia unica di Granville Ivanhoe Jordan e Mildred Maude Fisher, immigratз dalla Giamaica e da Panama. Nel corso di una carriera che ha prodotto ventisette volumi tra poesie, saggi, libretti e opere per bambinз, Jordan si è impegnata nelle lotte fondamentali della sua epoca: per i diritti civili, per i diritti delle donne e per la libertà sessuale.
Scrittrice prolifica e trasversale a tutti i generi, la poesia di Jordan è nota per la sua immediatezza e accessibilità, oltre che per il suo interesse per l’identità e la rappresentazione dell’esperienza personale e vissuta: la sua poesia è spesso profondamente autobiografica. L’opera di Jordan immagina anche spesso una nozione radicale e globalizzata di solidarietà tra lз emarginatз e lз oppressз del mondo. In volumi come Some Changes (1971), Living Room (1985) e Kissing God Goodbye: Poems 1991-1997 (1997), Jordan utilizza un inglese colloquiale, spesso vernacolare, per affrontare temi che vanno dalla famiglia, alla bisessualità, all’oppressione politica, all’identità e alla disuguaglianza razziale, alla memoria.
Jordan ha insegnato in molte delle più prestigiose università degli Stati Uniti, tra cui Yale, la State University of New York-Stony Brook e l’University of California-Berkeley, dove ha fondato Poetry for the People. Tra i suoi riconoscimenti e premi figurano borse di studio del National Endowment for the Arts, del Massachusetts Council on the Arts e della New York Foundation for the Arts, una borsa di studio della Rockefeller Foundation e il premio della National Association of Black Journalists.
Nel 2019 June Jordan è stata inserita nel National LGBTQ Wall of Honor, all’interno dello Stonewall National Monument.
JUNE JORDAN, LA POESIA DEL DESIGN
Giovedì 20 aprile–domenica 11 giugno 2023
Venerdì, Sabato, Domenica – Dalle 16 alle 19
AAR Gallery
McKim, Mead & White Building
Via Angelo Masina, 5
Roma, Italia
Questo articolo è disponibile anche in: en
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