Intervista Esclusiva Con Deena Abdelwahed | Il Suono Dell’elettronica Underground Tunisina

Quando abbiamo scoperto la musica di Deena Abdelwahed siamo andati talmente in fissa che l’abbiamo ascoltata per giorni in loop.
Cantante e producer tunisina con base a Toulouse, è il diamante grezzo della scena musicale elettronica nordafricana e rappresenta in pieno l’esplosione di innovazione, modernità e libertà creativa portata nel panorama artistico europeo a seguito della Primavera Araba. Nel mese di marzo, Deena ha debuttato con il suo EP Klabb, un disco davvero notevole che l’ha resa una delle artisti emergenti più originali nella scena elettronica underground in Europa. Quest’anno si è esibita al Sonar Festival, tra gli altri concerti, e stando a quanto ci ha raccontato, tutto quello che abbiamo visto finora è solo la punta dell’iceberg di ciò che il suo talento e impegno musicale porranno in essere.
Deena inizia a fare musica all’università (scuola d’arte) in Tunisia. All’epoca le piacevano jazz, r’n’b, soul, ma non aveva mai studiato musica né imparato a suonare uno strumento. Quando incontra un amico chitarrista, iniziano a suonare insieme e decidono di optare per il corso jazz dell’università. “È partito tutto da lì,” ci ha detto, “poi sono stata scelta da una band e tramite il mio corso di jazz ho conosciuto la maggior parte dei musicisti che conosco oggi.”
E poi nel 2010 sono iniziati i rave in Tunisia: “Dico, proprio i rave come li intendete voi: erano illegali, ognuno si portava il proprio alcol e li facevano in fattorie in campagna con massimo 300-400 persone. C’erano drum and bass, dub… erano una sorta di copia dei rave parties che organizzavano nel Regno Unito. Quando cantavo con la band, non facevamo concerti, ma suonavamo solo in bar e hotel, perciò per me la situazione stava diventando troppo comoda, familiare, e sentivo proprio la voglia di volermi approcciare alla musica elettronica. Così mi sono innamorata dell’intera idea delle feste, delle persone che si incontrano (magari perché non si possono permettere di andare nei locali) e mi sono sempre sentita ben accolta a queste feste, anche per via delle mie idee.”
Al tempo, Deena si interessava già di musica elettronica, ma era più connessa alla musica jazz e r’n’b, come ad esempio J Dilla o Flying Lotus, “Hip hop, diciamo, ma strumentale e configurato in una maniera elettronica,” ha specificato. “E poi anche la footwork e la juke sono entrate nelle mie playlist, non so come! È successo e questi generi mi sono piaciuti così tanto che ho iniziato a ricercare e scaricare tonnellate di musica.”

Deena si considera una nerd, è un’autodidatta e, come si capisce ascoltando la sua musica, ama sperimentare e dare piena libertà al suo estro creativo. È così che si è imbattuta in World Full of Bass, un collettivo tunisino di DJ. “Mi hanno insegnato a usare Traktor. Appena ho installato la demo ho cercato di fare qualcosa con la mia playlist. Io sono una nerd, comunque, scarico un sacco di demo, a volte anche software di VJing, giusto per passare il tempo! È così che ho imparato tutto, la capacità di imparare da soli accelera il ritmo a cui fai le cose, e hai sempre più familiarità con una varietà di nuove attrezzature.”
Per un paio di anni Deena ha fatto parte di un collettivo che organizzava eventi con artisti tunisini a Parigi, Collectif Arabstazy. Quando si è recata a Parigi e ha incontrato Mettani, produttore e fondatore del collettivo, hanno deciso di mettere su un gruppo con altri due artisti per suonare back to back facendo improvvisazione dal vivo: “Ha funzionato per un po’, abbiamo fatto un piccolo tour e siamo andati in giro per la Francia, l’Egitto, la Tunisia, ma poi ho deciso di prendere la mia strada e concentrarmi sul mio progetto solista.”
Dopo essere rimasti colpiti dal suo EP Klabb, con cui ha debuttato a marzo su Infiné, siamo felicissimi di apprendere che Deena sta lavorando al suo nuovo album con l’etichetta francese. “Mi sono finalmente data una scadenza, quindi c’è un altro lavoro in arrivo per Infiné. Scriverò questo album in modo da poterci creare delle belle performance live. Non so come ci arriverò, ma nella mia mente sarà questo l’obiettivo, fare musica che possa essere eseguita sul palco, non solo ascoltata.”
Essendo una produttrice tunisina, Deena Abdelwahed porta avanti gli ideali di una generazione di creativi che, nonostante i tanti ostacoli burocratici, sta finalmente iniziando a emergere. Tuttavia, in Italia, in Inghilterra e nel resto d’Europa la scena musicale elettronica nordafricana non è sviluppata e diffusa quanto in Francia. “Il motivo principale è la lingua,” ci dice. “Ora in Nord-Africa la gente sta iniziando ad avere più familiarità con l’inglese ma parlano principalmente francese. E poi c’è l’aspetto burocratico: ad esempio, io ho bisogno del visto se voglio andare nel Regno Unito o in altri paesi fuori dall’area Schengen. Le ambasciate possono rifiutare alcune nazionalità e lo fanno molto spesso, a volte rifiutano l’ingresso anche ad artisti famosi. È un problema serio e spero che venga risolto presto!”

Quando nel 2010 la serie di proteste passate alla storia come la Primavera Araba ha politicamente scosso il Nord Africa e il Medio Oriente, ha anche agito come un forte catalizzatore per il risveglio artistico di molte persone: “Gli artisti hanno sicuramente acquisito più fiducia in se stessi. Nelle sale cinematografiche, ad esempio, che c’erano i film, ma molti non ricevevano l’approvazione a causa della censura. La gente non poteva uscire e comprare arte in Tunisia, era tutto processato dal ministero della cultura, facevano delle sorte di aste e ovviamente promuovevano solo chi già conoscevano. Il potere del governo su piccole cose come questa ha portato la comunità artistica a contare su sé stessa, finanziariamente parlando, e ad andare al Ministero per ottenere l’approvazione,” sottolinea Deena. “In questo senso, la rivoluzione è ciò che ha aiutato maggiormente. E anche perché qualcosa è successo. Gli artisti lo sanno e vogliono dare sfogo alla loro creatività e alle loro abilità come mai prima d’ora. Voglio dire, come artisti non avremmo mai pensato che potesse accadere una cosa simile nel corso della nostra vita ed è successo. Quindi abbiamo questo grosso argomento di cui parlare e c’è stata un’esplosione di nuove gallerie, mostre, festival e certamente a causa della Rivoluzione. Insomma, ci sono gruppi i cui i membri sono stati incarcerati più volte per aver fatto musica ‘impegnata’ ed è triste perché dopo l’epoca coloniale il governo nazionale ha fatto al popolo esattamente quello che i paesi colonialisti avevano fatto a noi. Abbiamo delle leggi anti-gay che sono state imposte dai francesi che sono ancora in costituzione. È scandaloso, è come se fossimo stati colonizzati da noi stessi alla fine. Ma finalmente, ora possiamo pensare, possiamo gridare, finiamo ancora in carcere per delle sciocchezze, ma almeno la gente lo sa, se ne parla e qualcuno fa qualcosa.”

Si intuisce perfettamente l’estensione dell’amore di un artista per l’arte quando va oltre il singolo individuo e ha un impatto sulla società. Non è una sorpresa che questo sia il piano a lungo termine di Deena. “Ho dei sogni, credo che avere sogni sia una cosa sana se vuoi pianificare la tua vita, specialmente se sei una persona pigra come me,” ci dice scherzando, “ma spero davvero di aiutare i giovani produttori della regione araba o di altre regioni del mondo in via di sviluppo. Vorrei essere un’insegnate di qualche tipo in futuro perché voglio condividere le mie capacità e dare opportunità ad altri, senza seguire i modelli mainstream-colonialisti, ma aiutandoli a esprimere la loro individualità.”
Deena Abdelwahed si esibirà live il prossimo 3 Novembre al Pitchfork Music Festival di Parigi, potete trovare tutte le informazioni qui.
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English – Deena Abdelwahed | The female underground electronic sound of Tunisia
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Sono una persona molto eclettica con un’ossessione per la musica e la sociologia. Nata e cresciuta in Italia, Londra è diventata la mia casa. Qui creo beat, ballo, canto, suono, scrivo, cucino e insegno in una scuola internazionale.