Imarhan In Italia Ad Aprile Per Presentare Il Nuovo Album ‘Temet’

Dal pioniere Ali Farka Touré, alle band Tinariwen e Tamikrest tutti provenienti dal Mali, passando per il chitarrista nigerino Bombino, il blues del deserto ha ormai conquistato l’Europa con i suoi riff elettrici e le sue atmosfere polverose.
Nonostante la nostra scoperta tardiva, la musica dei tuareg arriva da lontano e porta con sé istanze di lotta e resistenza contro regimi e fondamentalismi, contro condizioni di vita difficili e povertà. Una produzione musicale notevole, ispirata contemporaneamente alla tradizione e al rock’n’roll.
Fra i nomi più interessanti di questa fervida scena spicca quello degli algerini Imarhan, che hanno esordito nel 2016 con un album omonimo e tornano oggi con un secondo lavoro, Temet, pubblicato il 26 febbraio dalla versatile etichetta statunitense City Slang.

La vicinanza con i più celebri Tinariwen non ha a che fare semplicemente con il genere musicale e l’appartenenza al popolo tuareg: Eyadou Ag Leche, voce e basso del gruppo maliano, è cugino di Iyad Moussa Ben Abderahmane, detto “Sadam”, ma è anche sostenitore degli Imarhan fin dagli esordi nel 2006 e produttore del loro album.
Le differenze tra le due band, invece, riguardano principalmente il suono. Il sestetto algerino, originario di Tamanrasset, rappresenta il lato più urbano del blues del deserto, l’innovazione possibile all’interno di un universo sonoro ben radicato in uno spazio ma apparentemente al di fuori dal tempo.
Le canzoni di Temet sono influenzate dal rock, certo, ma anche dal funk, dal fuzz, dalla disco e dalle melodie del pop, in una miscela versatile che assorbe lo spirito globale della società contemporanea. Il processo creativo della band è guidato, da un lato, dalla volontà di rispettare e preservare la tradizione, dall’altro dalla spinta all’evoluzione e alla contaminazione con altri generi.

Così cantano in lingua Tamashek per contrastare l’inesorabile processo che sta portando alla sua scomparsa, inserendola organicamente nella loro musica per trasmetterla anche agli ascoltatori più giovani, attratti dal carattere ballabile e pop dei pezzi.
Il pubblico italiano avrà la possibilità di vedere gli Imarhan ad aprile in tre date dal vivo: il 2 al Monk di Roma, il 3 al Freak Out di Bologna, e il 4 al Circolo Ohibò di Milano. Potete ascoltare l’album qui.
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Immagine di copertina | via facebook/imarhan
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Metà italiana, metà egiziana, nata e cresciuta nelle Marche, passata per Bologna, adottata da Milano, lavoro nel campo della comunicazione e dei media. Scrivo di musica, street art e controculture, sono affascinata dalla contaminazione culturale a tutti i livelli.