Estère | La Cantautrice Neozelandese-camerunense Si Racconta A GRIOT

di Celine Angbeletchy - Pubblicato il 03/07/2018

Hai mai provato anche solo per pochi secondi a immaginare la tua vita nei panni di qualcun’altro, a vedere dagli occhi di altre persone, sentire i loro sogni, le loro paure, speranze e tutto ciò che la vita racchiude?

Benvenuti nel mondo della cantante e produttrice neozelandese-camerunense Estère, un mondo in cui gli opposti si incontrano e l’arte va dritta all’essenza dell’essere, attraverso la giustapposizione di generi, concetti, pensieri e idee.

Da quando è uscita dal bozzolo con le sue prime uscite nel 2014 e 2015, la fama di Estère è cresciuta sempre di più sia in Nuova Zelanda che in Europa–specialmente per il suo electric blue witch pop, un genere musicale che ha creato per meglio rappresentare se stessa e la sua musica–e lo scorso marzo ha aperto il concerto di Grace Jones in quello che ha descritto come “il più alto apice in termini di artisti a cui avrei potuto aprire un concerto.”

Di recente Estère ha pubblicato il suo nuovo superbo lavoro, My Design, On Others’ Lives, un album che è stato tatticamente diviso in due parti: My Design è uscito per primo, mentre On Others’ Lives è uscito lo scorso 27 aprile completando il progetto. La cantante ha deciso di optare per questo formato perché “le canzoni sono piuttosto pesanti, concettualmente parlando,”ci ha spiegato. “Hanno narrazioni molto specifiche e volevo dare loro spazio per respirare.” Per esempio esempio Ambition è una canzone che parla di una prostituta di alta classe che vuole diventare presidente degli Stati Uniti, mentre Underwater Whale Knowledge racconta di conversazioni con le balene ed è un’esplorazione della nostra vera essenza, di quello che eravamo e da dove veniamo.

La voce, la tecnica di produzione e i testi di Estère sono la meravigliosa espressione del suo estro eclettico, ma anche sulla sua visione della vita: “Quando scrivo una canzone, non voglio necessariamente raccontare qualcosa che mi è successo, o come mi sono sentita. C’è sempre una mia interpretazione, un mio disegno e modo di vedere le cose, qualsiasi cosa stia cercando di dire, perché mi interessano la vita e le esperienze degli altri.”

Se vi state chiedendo da dove proviene la sua ispirazione, dovete sapere che l’ultimo album non è l’unica cosa che la cantautrice ha diviso in due parti, poiché anche la sua vita personale nasconde una duplice eccentricità: Estère insegna antropologia culturale presso l’Università di Wellington. “Ho iniziato ad appassionarmi di antropologia quando mi sono iscritta a psicologia,” mi ha confessato, “ma le relazioni di laboratorio e il modulo di statistica obbligatorio mi hanno spaventato sin dall’inizio. Così alla fine sono arrivata alla conclusione che psicologia non era il campo giusto per me. Qualcuno mi ha consigliato sociologia e antropologia, e da qui ho iniziato a seguire le lezioni e a studiare antropologia culturale, che si è rivelata essere esattamente ciò che stavo cercando quando mi ero iscritta a psicologia.” Il corso era una doppia laurea in filosofia e antropologia, e credo che entrambe le cose abbiano influenzato molto il mio lavoro in termini di come scrivo e di come percepisco le cose,” ha continuato.

foto di Boudica
Boudica Photography

Nel magico mondo di Estère, ogni canzone è un viaggio in nuovi paesaggi sonori e punti di vista, melodicamente pronunciati dal suo timbro morbido e intrigante, ed un mix di suoni e armonie stratificati spesso contrastanti. Estère è una one-woman-band: non solo produce le sue tracce, ha recentemente iniziato a curare anche il mixaggio, fatto che dimostra chiaramente la sua incessante curiosità e voglia di trovare e imparare nuove forme e mezzi di espressione e ispirazione. “È difficile per me dire esattamente cosa ispira la mia musica, perché mi piacciono molti generi e artisti. La melodia è un elemento molto importante per me e ci sono alcune melodie intorno a cui tendo a gravitare che provengono da luoghi molto diversi. Mi affascina molto come si possano vedere paralleli tra la musica religiosa Inglese del XV secolo, per esempio, e le armonie Senegalesi o Africane, o tra le ballate Irlandesi e la musica pop.”

Ma Estère è anche attratta da cose che per lei suonano naturali dal punto di vista della sue origini: “Sono nata in Nuova Zelanda e mio padre è del Camerun, ma penso che anche le mie origini etniche più lontane abbiano un effetto su di me. Penso che da questo album si capisca bene che stavo cercando e trovando cose diverse lungo la strada, perché le canzoni sono così diverse l’una dall’altra, così come il corpo stesso del disco.”

Durante la sua infanzia Estère ha vissuto in Germania e spesso era in visita in Francia dato che i suoi fratelli, suo padre e la sua matrigna vivono lì. Tuttavia la sua relazione con il Camerun deve ancora svilupparsi perché “non sono mai stata in Camerun, ed è una parte così integrante della mia genealogia. Se non sei cresciuto e non hai vissuto in un posto, ne sei come rimosso, anche se fa parte di te e della tua identità. Voglio dire, io ho quaranta cugini che vivono lì e molti altri parenti, ma non ho mai incontrato nessuno di loro, è un po’ strano!”

Questa estate Estère sarà in tournée in Europa per dodici date in Francia, Germania, Spagna e Regno Unito, incluso l’AfroPunk di Parigi a Luglio.

Ascoltatevi il suo bellissimo album My Design, On Others’ Lives e scoprite di più sul suo tour estivo qui.

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Immagine di copertina | Immagine di Boudica Photography

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Sono una persona molto eclettica con un’ossessione per la musica e la sociologia. Nata e cresciuta in Italia, Londra è diventata la mia casa. Qui creo beat, ballo, canto, suono, scrivo, cucino e insegno in una scuola internazionale.