Il Collettivo Artistico Black Quantum Futurism Al CERN Di Ginevra

di Claudia Galal - Pubblicato il 18/03/2021
Black Quantum Futurism - Foto di Kenzi

Il CERN—sì, quel posto meraviglioso dove si sonda la struttura fondamentale delle particelle che compongono l’universo attraverso gli strumenti scientifici più grandi e complessi del mondo—è fatto di persone così visionarie e lungimiranti da comprendere che la scienza e l’arte non sono dimensioni parallele, ma si intrecciano e si ispirano reciprocamente. Per questo, il programma Arts at CERN promuove periodicamente progetti e residenze artistiche, come Collide, che da molti anni vede la collaborazione tra l’istituto di Ginevra e la città di Barcellona, ricca di istituzioni, enti e realtà nel campo dell’arte.

L’ultima open call di Collide, lanciata a ottobre, è stata vinta dal collettivo di Filadelfia Black Quantum Futurism, che sarà in residenza al CERN per due mesi per poi spostarsi per un mese a Barcellona presso l’Hangar Center for Art Research and Production, in collegamento con i laboratori scientifici della città.

IL COLLETTIVO BLACK QUANTUM FUTURISM

Il collettivo Black Quantum Futurism è un progetto collaborativo della poetessa e musicista Camae Ayewa (Moor Mother) e dell’artista, avvocata e scrittrice Rasheedah Phillips (The AfroFuturist Affair, Metropolarity). Il gruppo multidisciplinare esplora le intersezioni tra futuri possibili, media, estetica DIY e attivismo nelle comunità emarginate, attraverso molteplici e variabili prospettive alternative.

All’interno dei propri progetti il collettivo crea e produce eventi comunitari, opere e installazioni di musica sperimentale e sound design, performance, mostre, fanzine e antologie di saggi sperimentali dedicati soprattutto all’analisi del concetto di spazio-tempo. In questi anni ha spesso collaborato con altre figure di riferimento dell’Afrofuturismo, come Joy KMT, Irreversible Entanglements, Thomas Stanley, Ras Mashramani e Alex Smith, e ha partecipato a importanti festival internazionali.

SPAZIO E TEMPO

Nelle intenzioni delle sue fondatrici, Black Quantum Futurism rappresenta un nuovo approccio per vivere e sperimentare la realtà attraverso la manipolazione dello spazio-tempo: lo scopo è immaginare scenari possibili per spingere le dimensioni di spazio e tempo a collassare nel futuro ideale o almeno per muoversi affinché la realtà gli si avvicini. La visione e la pratica artistica del collettivo si formano nell’incrocio tra fisica quantistica e cultura africana e afroamericana, nel contesto di un orientamento temporale intersezionale che considera passato, presente e futuro in continua relazione fra loro, non solo in senso lineare, ma anche all’inverso e in maniera sempre mutevole. Le opere di BQF (scrittura, musica, film, arti visive, progetti di ricerca) indagano i cicli esperienziali del singolo, della famiglia, della comunità, dell’ambiente culturale, studiando soluzioni artistiche per trasformare  quelli negativi in positivi. Un lavoro in perenne evoluzione, che si concentra sul recupero, la raccolta e la conservazione della memoria, delle prospettive storiche e delle vicende umane, personali e universali.

Black Quantum Futurism – Foto via blackquantumfuturism.com

L’OPERA

Durante la residenza al CERN, prevista per l’estate 2021, grazie al confronto e allo scambio con scienziati e collaboratori dell’Istituto (e poi a Barcellona), Ayewa e Phillips estenderanno la loro ricerca per realizzare una nuova opera d’arte, basata su una proposta intitolata CPT Symmetry and Violations“. La simmetria CPT (Charge conjugation, Parity transformation, Time reversal) è la simmetria fondamentale delle leggi fisiche sotto le trasformazioni che comportano inversioni simultanee di carica, parità e tempo ed è considerata l’unica simmetria discreta esatta della natura.

“Il progetto—spiegano le artiste—cerca di comprendere come la fisica quantistica possa influenzare il modo di pensare, sperimentare e misurare il tempo nella realtà quotidiana, esplorando le possibilità che essa ci offre, oltre i limiti delle nozioni di tempo tradizionali e lineari.” Il confronto con gli scienziati del CERN sarà fondamentale per connettere il lavoro artistico alle indagini sul concetto di tempo in fisica, in particolare attraverso gli esperimenti sulla simmetria CPT, le teorie quantistiche sulla gravità e su altri fenomeni legati alle dimensioni di spazio e tempo.

Il progetto del collettivo Black Quantum Futurism, che attendiamo di vedere realizzato con curiosità e interesse, prevede dunque una prima fase di ricerca al CERN e una seconda fase di sviluppo a Barcellona, in dialogo con diversi laboratori scientifici e ospitata presso l’Hangar, dove le artiste avranno l’opportunità di espandere i risultati della ricerca e testarne le applicazioni attraverso la vivace rete culturale della capitale catalana, anche coinvolgendo alcune comunità.

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Metà italiana, metà egiziana, nata e cresciuta nelle Marche, passata per Bologna, adottata da Milano, lavoro nel campo della comunicazione e dei media. Scrivo di musica, street art e controculture, sono affascinata dalla contaminazione culturale a tutti i livelli.