I Ritratti E Corpi Metafisici Di Luis Alberto Rodriguez

Delle volte le domande sono così tante che rispondere diventa difficile e quasi impossibile. Allora che fai? Mediti, aspetti, ascolti paziente e poi bam! Decidi finalmente di rispondere una volta per tutte.
Insieme a Luis Alberto Rodriguez ci siamo fatti una bella chiaccherata – ovviamente in questo caso le domande le ho fatte io.
Trentacinque anni, cresciuto a New York e di origini dominicane, Luis sprizza una simpatia tipica dei giovani d’oltreoceano e vede il mondo da una prospettiva apparentemente cool, ma ci tiene a specificare subito che è un po’ di anni che si è trasferito in Europa: “Negli ultimi anni ho viaggiato molto e ho avuto modo di esplorare questo continente sotto diverse prospettive”, mi confessa con voce allegra.
Eh già, la vecchia Europa. Il continente padre di mille diritti e ideali – che però li ha spediti in omaggio agli americani – che a sua volta, assieme alla statua della libertà, è oggi sommerso da conflitti sociali e crisi d’identità.
Ma ritorniamo a Luis. La sua fotografia è qualcosa di dinamico, coinvolgente. Carica di tensione e passione. Ritratti e corpi tanto narrativi quanto metafisici. Non ci sorprenderebbe vederlo tra qualche anno tra i migliori fotografi/stylist emergenti.
GRIOT: Raccontami un po’ di te, cosa fai, del tuo lavoro come fotografo, di cosa ti interessi, dove vivi…
Luis Alberto Rodriguez: Ok, diciamo che prima ancora di interessarmi alla fotografia, la mia grande passione, che poi è anche il mio lavoro principale, è sempre stata il ballo. Da diversi anni faccio parte di una compagnia di danza con cui mi sono trasferito in Europa e grazie alla quale ho avuto la possibilità di viaggiare molto e incontrare diverse persone. Quindi mi è sempre venuto naturale documentare i posti dove mi fermavo ma, soprattuto, fotografare questi incontri.
Diciamo che sono abbastanza fortunato perchè sono circondato da persone che lavorano nell’estetica di varie discipline. Persone che mi ispirano molto e che mi hanno incoraggiato a continuare a immortalare ciò che mi circonda e i miei amici. Ora vivo a Berlino ed è circa un anno e mezzo che ho preso più seriamente la fotografia.
Sei partito dai ritratti. Si tratta di amici, modelli?
È un mix. Si tratta per lo più di amici e conoscenti, ma anche di persone incontrate casualmente per strada. Mi piacciono gli individui che mi colpiscono, volti inusuali e che mi disorientano in un certo senso.
In base a quale criterio selezioni le persone che coinvolgi?
Pensa che una volta sfogliando dei lookbook c’erano solo modelli bianchi e per un istante ho pensato “sembra che il mondo esista solo per queste persone e che tutto il resto non sia sufficientemente bello per essere ritratto”. Te lo dico con molta serenità e senza nessuna polemica socio-politica. Ho amici di tutte le sfumature etniche, ma la cosa mi colpì molto.
Scatti in digitale o analogico?
In realtà entrambi. Dipende dal soggetto.
Fotografo preferito?
Ne seguo diversi, ma Richard Avedon rimane il mio preferito insieme a Vivian Sassen.
Dalle tue foto si vede che sei molto interessato alla moda. Quali designer sono presenti nel tuo olimpo, insomma, i tuoi preferiti?
Margiela, Yohji, Comme [des Garçon] e Issey [Miyake] sono quelli per i quali nutro molta simpatia ma da buon newyorkese sto più comodo con un paio di Timberland boots. Le metterei dal lunedì alla domenica.
In quanto ballerino la musica è ovviamente un elemento molto presente nella tua vita. Hai dei generi o artisti che preferisci?
Ascolto un po’ di tutto: hip hop, rnb, salsa, classica. Ultimamente grazie ad un amico sto scoprendo anche la coupè-decalè e tutta la musica africana in generale. Non chiedermi i nomi che ho poca memoria però il ritmo spacca.
Hai qualche rapporto o connessione con l’Italia?
Un vero e proprio rapporto non direi, però l’ anno scorso ho trascorso una breve vacanza in Puglia, vicino Lecce. Si mangia divinamente.
Come è vivere a Berlino?
Berlino è fantastica. Ho vissuto in otto paesi diversi, tipo la la Svezia, dove ho passato sei anni e mezzo della mia vita. Insomma ho girato un po’ ma Berlino rimane la base dove torno sempre con gioia.
Webiste | Luis Alberto Rodriguez
Instagram | Bluntfrunttoo
Tutte le immagini | Courtesy of © Luis Alberto Rodriguez – Ritratto Rodriguez | © Jason Rodgers
Questo articolo è disponibile anche in: en
È impossibile crescere a Roma senza interessarsi all'arte, allora che fai? Studi tutto quello che la mamma crede sia sbagliato per te: Accademia di Belle Arti prima, e Moda e Costume dopo, incastrando nel mezzo la passione per le sneaker, il cinema,la fotografia, la musica e il gelato al gusto di mango.