Home Museum | L’11° Edizione Del Lagos Photo Festival Chiede Una Risposta Rapida Sulla Restituzione

Inaugura il 7 novembre l’undicesima edizione del Lagos Photo Festival. Quest’anno il tema del festival esamina le ramificazioni della restituzione attraverso un progetto ambizioso e innovativo, Home Museum. Lo scorso maggio è stata infatti lanciata una open call che invitava le persone a presentare delle immagini di oggetti importanti per loro e per la loro casa, raccogliendo più di 200 iscrizioni.
Il fondatore del Lagos Photo Festival, Azu Nwagbogu, e la curatrice Clémentine Deliss, in collaborazione con la guest curator e storica culturale nigeriana Dr.ssa Oluwatoyin Sogbesan, hanno scelto come concept dell’undicesima edizione del Festival Rapid Response Restitution. “Con il titolo Rapid Response Restitution, LagosPhoto 2020 adotta un approccio insolito e partecipativo alle discussioni in corso sulla restituzione del patrimonio culturale africano nel continente,” scrivono. “Al centro dell’edizione di quest’anno c’è l’Home Museum, una mostra digitale inclusiva, co-creata da cittadini nigeriani e internazionali che sono stati invitati a produrre una rapida restituzione del loro patrimonio culturale personale e familiare. Attraverso la fotografia ad alta velocità, vengono catturati momenti fugaci del passato, aiutando a recuperare i ricordi perduti e dimostrando che il continente africano non è intrappolato in un processo infinito di attesa per la restituzione dei suoi cimeli. Al contrario, Home Museum contribuirà a stimolare la consapevolezza delle problematiche legate alla restituzione del patrimonio culturale in Africa”.

“Mia madre, SB, è stata tra le prime donne della sua regione della Svezia settentrionale a studiare all’università. Eppure ha dedicato la maggior parte della sua vita ad essere moglie, madre e casalinga. Questo oggetto è ormai logoro, ma non può essere gettato via. Piuttosto che fotografare lo strofinaccio, l’ho scannerizzato pezzo per pezzo e poi ho cucito le diverse sezioni insieme. Il lavoro digitale con i pixel all’interno della fotografia riecheggia il lavoro manuale che ha reso i motivi intrecciati della griglia. L’asciugamano è come una mappa che si è rotta, la destinazione oscurata”.
“LagosPhoto ritiene importante iniziare a sensibilizzare costruttivamente il pubblico nigeriano ai dibattiti sulla restituzione e farlo online attraverso il pensiero visivo e il mezzo fotografico,” si legge nella nota stampa. “Qui, sequenze fotografiche di diversi oggetti provenienti da diverse collezioni passate e future, talvolta non correlati tra loro, vengono portate in una conversazione visiva l’una con l’altra. Questo processo aiuta a rimediare all’assenza dell’oggetto originale. Il rimedio riflette le condizioni attuali di COVID-19 in cui viviamo e che richiedono sia la guarigione, sia il restauro, sia la trasformazione.”

Queste immagini sono legate a un saggio fotografico narrativo incentrato sulla famiglia e sui complessi rapporti tra cultura, identità e politica durante la crisi della pandemia Covid-19″. Indagando sui temi dell’incertezza e degli obblighi legati alla famiglia e al lavoro, questo progetto segue la difficile decisione che i miei genitori sono stati costretti a prendere riguardo al loro matrimonio. Documenta anche l’impatto emotivo della scelta di continuare a vivere negli Stati Uniti o tornare in Cina.”
HOME MUSEUM
Opening
Sabato 7 novembre, h. 17.oo,
Per registrarsi all’opening scrivere a homemuseum@lagosphotofestival.com
Immagine di copertina | Sibusiso Thabo Tlhopane Sibeko, Keys, 2020. “Venendo da una famiglia monoparentale, mia madre è tutto quello che ho, e io sono tutto ciò che lei ha. Ho iniziato a documentare gli oggetti che erano all’interno della casa prima del livello 5 di isolamento della pandemia Covid-19, ma ora la loro importanza e necessità è diventata più viva che mai. Il cibo diventava sempre più costoso, mano a mano che il lavoro e le buste paga diminuivano. È in tempi come questi che bisogna appellarsi alla propria fede, perché non solo è difficile soprravvivere, ma anche ad amici e a parenti stretti viene diagnosticato questo tragico virus.
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