Forbes | La Faccia Dipinta Di Nero Del Comico Dado La Dice Lunga Su Società E Mass Media Italiani

L’articolo che segue è l’adattamento di un articolo dal titolo “Blackface Satire by Popular Italian Comedian is Telling of Country’s Bigger Issue in Mass Media“, scritto da Declan Eytan e comparso la prima volta su Forbes il 19.02.17. Dopo essere stato sottoposto alla mia attenzione, di comune accordo con il giornalista abbiamo deciso di tradurlo e pubblicarlo su GRIOT in italiano, sia perchè è interessante illustrare il punto di vista – che condividiamo al 100% – di un altro europeo che vive in Italia, sia perchè lo sforzo che ogni giorno facciamo con GRIOT è quello di raccontare e celebrare la diversità estetica, creativa e culturale.
Due fine settimana fa Francesco Gabbani ha vinto il Festival di Sanremo con la sua Occidentali Karma, canzone che ha diviso un po’ il paese. Dopo la sua vittoria su internet sono iniziati a girare una serie di video parodia. Tra questi ce n’è uno molto controverso e fastidioso del comico Gabriele Pellegrini, detto “Dado”.
Dado secondo gli standard italiani ha accumulato su facebook e youtube un numero di follower abbastanza significativo. Si esibisce in teatro e occasionalmente in TV.
Il suo ultimo video “Dado Canta La Notizia” è dedicato al tema della migrazione. Nel video si vede il comico vestito come un kebabbaro nero africano e ne mima anche l’accento straniero cantando per tutta la durata del video – 3 minuti e 46 secondi – in un Italiano stentato.
Nel travestimento c’erano diversi elementi, tra i quali, udite udite l’ha fatto veramente, la faccia dipinta di nero [negli Stati Unti la chiamano blackface] e gli immancabili guanti bianchi.
Questa parodia naturalmente ricorda i Minstrel Show americani del XIX secolo, spettacoli teatrali studiati per intrattenere e divertire le folle di bianchi attraverso la ridicolizzazione della “razza” nera [I neri infatti venivano rappresentati in maniera stereotipata e quasi sempre offensiva.] L’unica differenza è che questo spettacolo è su Internet, non a teatro.
Il testo dell’Occidentali Carma di Dado include frasi tipo “Dentro lo zaino abbiamo degli ordigni atomici”, “Mia moglie è scimmia e balla”, e “Qui il negro più non entra”.
Non è il primo video in cui Dado ricorre a doppi sensi razzisti o luoghi comuni in cambio di ‘mi piace’.
In un altro video postato dal comico il 14 gennaio sulla sua pagina facebook, mentre era in vacanza in Kenya, il comico improvvisa una canzone che contiene parole tipo “Prova tu a sta senza pensieri, mentre qui ce l’hanno lunghi e neri…”
Nella parodia viene anche citato il Tump italiano, il politico di estrema destra e segretario della Lega Nord Matteo Salvini. Salvini è molto conosciuto in Italia per via delle sue posizioni fortemente anti-immigrati.
Recentemente il politico ha commentato l’arrivo delle palme – finanziate da Starbucks – a Piazza Duomo così: “Palme e banani in Piazza Duomo a Milano, mancano scimmie e cammelli e poi avremo l’Africa in Italia. I clandestini, del resto, già ci sono. Starbucks ha già detto che assumerà migliaia di rifugiati? E io invito tutti i cittadini, al di là dei valori politici in cui credono, a ribellarsi a questo sistema… Ah, per quanto mi riguarda il caffè lo vado a prendere da un’altra parte.”
L’arrivo delle palme ha suscitato talmente tanto malumore che quelli di Casa Pound sono arrivati a manifestare con degli striscioni che recitavano “No all’Africanizzazione della città”. Sabato pomeriggio alcuni sostenitori della Lega Nord davano ai passanti delle banane come simbolo delle loro proteste. E sabato sera tre palme sono state bruciate.
Il problema con il video di Dado – oltre l’ovvietà – è che le persone di colore raramente vengono dipinte come normali nei media tradizionali. Le figure che dominano l’industria dello spettacolo locale – dalla musica, alla televisione, al cinema, al teatro – sono tutte bianche, nonostante il fatto che nella sola Milano, secondo i dati ISTAT, la percentuale di residenti appartenenti a minoranze etniche registrate si avvicina al 18,9%.
La diffusione di immagini che descrivono quelli che appartengono a gruppi etnici minoritari come ignoranti, poveri, violenti, gente che non vuole pagare le tasse, porta a una propaganda molto pericolosa in quanto i media locali non propongono figure che sovvertano questa visione.
La vita imita l’arte e come nero che vive e lavora in Italia non posso fare a meno di notare come l’appartenenza etnica di una persona influenzi la sua posizione sia a livello socio-economico che istituzionale. Non ho mai visto un poliziotto nero in Italia, anche se c’è un’abbondanza di guardie di sicurezza nere che aprono e chiudono le porte delle boutique di moda di lusso.
Raramente ho visto persone appartenenti a minoranze etniche lavorare in banca o all’ufficio postale locale, e l’unica volta che è successo era perché passava lo straccio ai piani.
Una volta mi sono fermato a parlare con una guardia di sicurezza tunisina che lavorava in un centro commerciale. Mi ha raccontato che aveva una laurea in medicina, più un altra laurea in lingue tedesche. Insomma, era costretto a fare quel lavoro perché i suoi titoli di studio non erano considerati validi dalla maggior parte delle istituzioni italiane.
Quando in Italia si prova a parlare di razzismo la maggior parte delle volte le persone vanno sulla difensiva. Oppure viene interpretata come un’accusa globale, cioè che tutti gli italiani bianchi siano razzisti. Spesso questi atteggiamenti hanno a che fare con il fatto che l’Italia è un paese ancora molto conservatore.
Conversazioni progressiste riguardo l’immigrazione, l’uguaglianza razziale, i diritti della comunità LGBT, il più delle volte vengono ignorate perché la maggior parte della gente si sente a disagio nel dover affrontare queste questioni.
Una volta Franca Sozzani, direttrice di Vogue Italia scomparsa recentemente, mi disse che nella cultura italiana il non voler affrontare la questione razzismo significa che non c’è questione, che gli Italiani non vogliono parlarne perchè secondo loro non c’è niente di cui parlare.
Quelli che vogliono farlo in maniera critica spesso non vengono visti bene, i loro punti di vista vengono giudicati invalidi oppure gli viene detto di andarsene se non si trovano bene.
Cominciare uno scambio su questi argomenti viene spesso vissuto come un attacco e non come un tentativo di provare a trovare una soluzione.
Alcuni sostengono che l’(ab)uso che Dado fa di stereotipi razziali nella sua parodia Occidentali Carma è in realtà inteso come una presa in giro a coloro che si oppongono all’immigrazione.
Ma se si leggono i commenti sotto il video, il comico in un post ha sentito il bisogno di esprimere che lui non è un buonista, rispondendo a uno dei commentatori. Anche se l’obiettivo del Minstrel Show di Dado era quello di farsi due risate a spese degli immigrati africani e di quelli che hanno origine africana, alla fine è solo lui la barzelletta.
Declan Eytan è un giornalista olandese di base a Milano. Scrive per diversi magazine tra i quali Vogue Italia, Forbes, Sportswear International.
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