Fieri Di Essere NERI | Il Razzismo Italiano Ai Tempi Di Samuel L. Jackson E Magic Johnson

“Se uno vuole continuare la nostra razza, se vogliamo dirla così, è chiaro che in Italia bisogna iniziare a dare un sostegno concreto alle mamme,” disse poco tempo fa la Prestipino, del PD.
Per razza italiana che si estingue ci viene in mente la “razza ariana,”naturalmente. La stessa che i suprematisti di Charlottesville modello Ku Klux Klan alcuni giorni fa hanno protetto, investendo e uccidendo una manifestante antifascista e picchiando a sangue un giovane afroamericano.
“Noi non abbiamo il dovere morale di accoglierli, ripetiamocelo. Ma abbiamo il dovere morale di aiutarli. E di aiutarli davvero a casa loro,” fu lo slogan di Renzi di pochi mesi fa.
E casa loro oggi è “davvero” essere lasciati in mezzo al mare con poche possibilità di essere salvati dalle navi ONG. Casa loro oggi è “davvero” essere spediti all’inferno, dall’Italia, in un territorio ancora in guerra e senza regole, la Libia, in cui il corpo negro e migrante, non importa se di uomo, anziano, donna o bambino, viene seviziato, malmenato, torturato, schiavizzato, violentato, ucciso.
“Lo ius soli [temperato] è una norma di civiltà che non c’entra niente con la sicurezza. Ci deve però essere un numero chiuso di arrivi: non ci dobbiamo sentire in colpa se non possiamo accogliere tutti,” scrisse sempre lo stesso Renzi.
E certo, inquiniamo il dibattito, creiamo confusione, associamo una riforma di civilità che riguarda persone nate e/o cresciute qui in Italia, Italiani Senza Cittadinanza, di cui 815.000 minori, a persone che arrivano ogni giorno con i barconi.
Spaesamento, incazzatura, delusione nei confronti di una politica che capisci che gioca con la tua pelle, nera e italiana, nera e africana. Una politica che dovrebbe essere dalla tua parte ma che ti scarica per una manciata di potenziali voti. Di chi poi? E nel pieno delle vacanze e dei sonni notturni, a queste riflessioni si sommano quelle storie di ordinaria follia razzista che hanno riempito e colorato questa estate italiana.
Cervia, 18 giugno
“Mi dispiace Paolo ma non posso mettere ragazzi di colore in sala qui in [Emilia] Romagna la gente è molto indietro con la mentalità scusami ma non posso farti venire giù ciao,” scrive un ristoratore a Paolo, milanese di origini brasiliane, dopo aver ricevuto la sua carta identità per finalizzare il contratto di lavoro stagionale come cameriere.
Lodi, 19 luglio
Davide Feltri, controllore ferroviario di Lodi, denuncia di essere stato accoltellato (la lama ha trapassato il palmo da parte a parte), da un africano con le treccine legate. Si scopre che si è inventato tutto.
Macerata, 21 luglio
“Africa, torna a casa tua, africano, voi non dovete stare qua, negro, non avete mai il biglietto voi negri, tornatevene a casa vostra,” urla un dipendente dell’azienda di trasporti Contram a Martin Nacisse Lekenmo, studente camerunense di Farmacia a Camerino. Senza farsi mancare di strappargli il biglietto, leccarne una metà, porgergliela intimandogli di prenederla per poi, cigliegina sulla torta, dargli una bella testata in pieno volto che procura allo studente-lavoratore un trauma cranico e una ferita alla piramide nasale.
Udine, 4/7 agosto 2017
“Un nero non rappresenta la “bellezza italiana” e quindi non può partecipare a un concorso da miss o mister”. E ancora, “Un nero non mi rappresenta. Non può essere una nera miss Italia.” Annamaria e Olivier, due fratelli italiani di origine haitiana, adottati tredici anni fa da una famiglia italiana, vincono le selezioni per Miss e Mr Italia.
Pochi giorni dopo in rete si sollevano una sfilza di commenti razzisti e tesi xenofobe, sempre modello Ku Klux Klan, suprematisti bianchi che gridano al complotto giudaico-massonico che vuole sdoganare la presenza nera in Europa e favorire la sconfitta della purissima “razza” ariana, in tutte le sue versioni, a cominciare da quella italiana.
Torino, 9 agosto
“Per me puoi uscire anche con il mostro di Firenze, ma permettimi di non affidare la cassa di un negozio a chi divide la sua vita con un africano,” scrive il titolare di un negozio di Torino a Chiara – diciottenne di Vercelli che si era candidata per fare la commessa – quando scopre dalle sue foto pubbliche su Facebook che il ragazzo della candidata ha origini nigeriane.
Margherita di Savoia, 13 agosto
“Non voglio gente di colore in casa mia.” Avevano già versato un anticipo per una casa al mare, due italiani di origine cubana, ma quando il proprietario li ha visti, non si è preoccupato di esternare la sua disapprovazione per il colore negro della loro pelle.
Pietraroja, 15 agosto
“Non mi hanno dato un lavoro da cameriera perché sono nera,” questo il video-messaggio di sfogo di Pasqualina De Simone, Lina Simons su Facebook, in un video facebook in cui denuncia la discriminazione che lei e la sorellina di 16 anni hanno subìto dopo essere andate in un ristorante per lavorare come cameriere. “La moglie del titolare non ha voluto che lavorassi per loro perché sono nera. Ha detto cose orribili.”
Verona, 16 agosto
“Ho la cittadinanza italiana, posso partecipare, no?”. “No!!! Italiani si nasce, non si diventa e si nasce da genitori italiani…Io la penso così ed è riservato solo a italiani di fatto,” risponde l’organizzatore del Canta Verona Music Festival a Dora B., italiana quindicenne di origini ghanesi che chiedeva di partecipare al concorso. Poi si è difeso dicendo: “Non sono razzista, la mia ragazza è straniera e ho amici di ogni nazionalità.”
Rimini, 17 agosto
“Negri di merda, tornate a casa vostra”, “ti faccio abortire Negra di merda.” Insulti e minacce di una coppia italiana bianca contro una donna africana incinta di 6 mesi, conditi da calci e pugni sulla pancia.
Pistoia, 17 agosto
“Oggi piscina”, scrive un prete di Pistoia postando la foto di un guppo di profughi nigeriani, gambiani e senegalesi, come premio per aver lavorato come cuochi e camerieri per una onlus. E aggiunge, “Loro sono la mia patria, i razzisti e i fascisti i miei nemici.”
E poco dopo Salvini getta la sua solita palata di merda razzista con un tweet in cui scrive, “Questo Massimo Biancalani, prete anti-leghista e anti-italiano, fa il parroco a Pistoia. Non è un fake. Buon bagnetto”
Commenti vergognosi, crudeli, sia sotto il post di Salvini, che sotto quello del prete, tanto che facebook rimuove il post. Nel frattempo nella notte ignoti tagliano tutte le gomme delle biciclette dei migranti di Vicofaro, racconta il prete.
Scioccati? Se tutti questi esempi fossero sufficienti a indignare qualsiasi vero cittadino responsabile (un giorno quelli a subire gli attacchi potrebbe essere proprio lui, per un’idea, una disabilità o chissà che altro), preparatevi perchè anche quest’anno abbiamo fatto del nostro meglio per aggiungere punti al nostro tabellone delle figuracce internazionali.
Forte dei Marmi, 19 Agosto 2017
L’attore di Pulp Fiction e mille altri film Samuel L. Jackson e il famosissimo giocatore di pallacanestro Earvin Magic Johnson, sono in vacanza in Versilia, hanno appena finito di fare gli acquisti di rito e ora siedono su una panchina accanto alle buste dello shopping. Decidono di condividere una foto sui social con la didascalia: “Io e Sam[uel L. Jackson] a Forte dei Marmi, Italia, mentre ci rilassiamo su una panchina. I fan hanno iniziato a mettersi in fila per farsi delle foto con noi.”
Ma, particolarmente in vena di fare un esperimento sociale, l’autore e comico tv Bottura, ha preso la foto, ci ha scritto sopra a caratteri cubitali stile meme “Risorse boldriniane a Forte dei Marmi, fanno shopping coi 35 euro”, l’ha postata su Facebook ed ha aspettato che i webeti abboccassero all’amo dell’ignoranza – perchè di questo si nutrono, lo sappiamo tutti, no?
Apriti cielo e apriti razzismo. A vagonate. Quella che voleva essere una provocazione (non necessaria e di cattivo gusto) conferma il dilagante razzismo contro i neri e il diffuso sentimento anti immigrati e migranti nel Bel paese. Se Bottura – e con lui altri personaggi tipo Nina Moric – pensavano che l’Italia fosse un paese di così larghe vedute da potersi permettere battute di questo tipo, chiaramente si sbagliavano.
La cosa non poteva passare inosservata e infatti The Indipendent, Afropunk e
altre importanti testate giornalistiche hanno riportato questo grave episodio con sbalordimento. Ma se molti stanno ancora ridendo per lo stupido episodio, a
noi viene solo da scuotere la testa.
È impossibile non chiedersi come mai due celebrità, oltretutto con il look e l’attitudine di chi non ha proprio niente da dimostrare a nessuno, vengano immediatamente associate a migranti solo per il loro colore della pelle?
Una volta Ruud Gullit, l’ex attaccante olandese del Milan, affermò: “Se sei miliardario e giochi nel Milan sei un po’ meno negro.” Una frase tosta ma efficace, utile a smascherare l’ipocrisia che spesso si nasconde dietro cortesie di circostanza o sorrisi di convenienza di certi ambienti.
Il suo fu un “colpo di testa” per segnalare come il razzismo possa annidarsi in soggetti insospettabili e delle volte cambiare forma quando si esce dalla comfort zone. Per mostrare che il razzismo è una patologia di cui soffrono molti senza esserne consapevoli, finché non si crea la situazione fatale.
Perché poi migrare ed essere immigrati/migranti ha uno stigma così negativo? Perchè non ribadire che queste persone che fuggono o cercano vita migliore non possono prendere liberamente e normalmente aerei perchè i loro passaporti sono “bannati” nella maggior parte dei paesi europei? Perchè dei rifugiati eritrei, comprese donne e bambini, a Roma vengono sgomberati da uno stabile a suon di idranti e manganellate come fossero degli assassini, dei terroristi, e non si prevede per loro una soluzione alternativa? Poi, nel caso di chi è nato e cresciuto in Italia e ha origini africane ma che nulla ha a che fare con i profughi,i rifugiati e le guerre, perché non distinguere? Come si configura questa associazione cognitiva?
Attori, giocatori dell’NBA, migranti, sempre negri rimangono. “Still Nigger”, direbbe Jay-Z (guardatevi The Story OJ).

In Italia sembra ormai una moda dare contro i neri, come se alzare la voce o trattare male qualcuno riducesse il disagio nella vita di colui che attacca. Perchè in parte stiamo parlando anche di questo, un’incapacità tutta italiana di pretendere soluzioni efficaci e moderne da parte delle istituzioni, che si trasforma in razzismo tramite continui rigurgiti di frustrazione e insoddisfazione della propria vita.
Chiamiamola ignoranza, o forse una diffusa tendenza, visto che in tantissimi si sono lanciati in orribili commenti insultando gratuitamente invece di usare la propria testa e capire che quella di Forte dei Marmi era solo una bufala provocatoria. La logica sembra essere: “Seguo la moda e non uso ne la testa, ma soprattutto la coscienza, che poi me ne lavo le mani con frasi tipo ‘Io non sono razzista, ma…”
Nonostante tutti questi esempi magistrali di comportamenti da “L’esercito delle Scimmie” (quello vero,) certamente in Italia ci sono anche cittadini con ancora un po’ di barlume che decidono di agire (perché ci sono anche quelli che vedono, ma preferiscono non dire niente) schierandosi in difesa della civiltà:
Lucca, 3 Luglio 2017
In un post facebook l’attrice Lucy Lawless, nota come la protagonista della famosa serie TV Xena La Principessa Guerriera, racconta il triste episodio capitatole durante le sue vacanze a Lucca, Toscana. Stava passeggiando per la città quando dei ragazzi ben vestiti hanno iniziato a fare versi da scimmia e a battere le mani ad un ragazzo nero che passava in bicicletta. Secondo l’attrice era chiarissimo chi fossero le scimmie in quella situazione, perciò si è presa la briga di provare a spiegare quanto fosse “da scimmia”, appunto, il loro comportamento.
Cagliari, 1 Agosto 2017
Un ragazzo pakistano sale su un autobus e neanche fa in tempo a timbrare il biglietto che subito il controllore gli si scaglia contro e lo invita a scendere. Decine di passeggeri, di fronte all’ingiusto trattamento, prendono le sue difese e iniziano ad insultare lo stesso ispettore e ad accusarlo di discriminazione razziale.
Cagliari, 19 Agosto 2017
I bagnanti di una affollata spiaggia cagliaritana, Le Palmette, hanno fatto cordone per evitare che un venditore ambulante africano venisse pestato con i bastoni degli ombrelloni, dopo che delle donne campane sulla cinquantina avevano provato a derubarlo. Anche il bagnino dello stabilimento è accorso in aiuto del venditore, ma il gruppo di aggressori si è disperso prima che arrivasse la polizia.
Ma di chi è la colpa? Di Salvini, delle sue ruspe, della Lega, di Grillo e del Movimento Cinque Stelle, e di una destra italiana xenofoba? Sí.
Di una politica italiana ed europea, che toglie valore e sacralità alla vita di un corpo negro e migrante, svuotandolo di quella umanità che non accende ma spegne l’empatia? Sì.
Di un partito “di sinistra”che invece di difendere a spada tratta politiche di inclusione, come la Riforma sulla Cittadinanza per Italiani di testa, di lingua, di cultura, di fatto, tentenna e tentenna e ri -tentenna e diffonde slogan che mal si sposano con i veri valori di sinistra? Senza dubbio sì.
Dei media e dei suoi addetti ai lavori che nascondono questa Italia contemporanea (questa e questa)? Che ci nascondono e ci escludono dall’arena? Che non ci narrano e non ci mostrano? Sì.
E quando in piena estate, in vacanza, in quel periodo dell’anno in cui vorresti startene con le nacchere all’aria e chillare proprio come Sam L. Jackson e Magic Johnson, ti ritovi accerchiato da tanta ignoranza e odio razziale, italiano, dai un valore diverso al colore negro, un colore inventato, un’etichetta che ti è stata appiccicata addosso.
Un tempo, anni fa, pensavamo che quelli che dicevano, “Sono fiero di essere negro, sono fiero del mio colore” fossero persone incapaci di nascondere le proprie debolezze e insicurezze. Oggi, camminare con un corpo negro per strada, per il mondo, è già di per sé un atto di resistenza politica e sociale. Ti guardano, ti scrutano, ti mangiano, ti assaltano, ti feticizzano con quegli occhi, quelle parole, senza indiscrezione, senza vergogna.
Essere consapevoli della forza fisica e mentale che bisogna avere, che bisogna cercare e a volte inventarsi per fronteggiare queste sfide quotidiane e continuare la propria esistenza come se nulla fosse, ci fa provare senza se e senza ma quel senso di fierezza nell’essere NERI. Neri Italiani. Neri Africani.
Condividete!
– di Johanne Affricot, Celine Angbeletchy e Gaylor Mangumbu
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Ultimo aggiornamento | Giovedì 24 agosto h: 10:30
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Arti visive, performative e audiovisive, cultura, musica e viaggi: vivrei solo di questo. Sono curatrice e produttrice culturale indipendente e Direttrice Artistica di GRIOTmag e SPAZIO GRIOT, spazio nomade che promuove la sperimentazione multidisicplinare, l'esplorazione e la discussione.