Estère | Regina Dell’Electric Blue Witch Hop

Se siete degli esperti di musica, fissatoni che non vedono l’ora di mostrare le proprie sconfinate conoscenze ma non riuscite a ricordarvi il nome di un musicista, di un pezzo o sound che sia riconducibile all’electric blue witch hop, non preoccupatevi, la vostra tuttologia non verrà scalfita. Parliamo di un genere musicale che si è inventata Estère per definire se stessa e la sua musica.
Giovane beatmeaker e cantautrice camerunense-neozelandese, in un’intervista rilasciata a XL spiega: “electric sta per l’elemento elettronico della musica, il blue è perché quando compongo vedo dei colori, che non si riferiscono, però, agli stati d’animo. Il blu è il colore ricorrente che dipinge la mia mente quando compongo o ascolto musica. Witch perché c’è un po’ di magia in quello che accade tra me e Lola (Lola è la sua inseparabile Mpc 1000 Sampling Station, ndr) nella mia camera da letto, e hop per il ritmo dinamico che rimbalza, che chiamo hoppy hop beat”.
E quando una si inventa un nuovo genere musicale per spiegare il suo mondo, il risultato è passare dal produrre musica che ti fa conquistare una generosa nicchia di pubblico sulla rete ad essere scelta da artisti internazionali per aprire i loro concerti, tipo Erykah Badu e, più recentemente, Lucas Santtana nel suo tour italiano, o a collaborare con musicisti come il rapper e producer Oddisee.
Con il suo favoloso timbro vocale soul (viene spesso accostata a Erykah Badu e a Kimbra) e un beat che racchiude basso, synth, chitarra, percussioni, tastiere, kazoo, fischi e tutto quello che le capita per le mani (e per la testa), siamo sicuri che la child of Culture Clash ne farà di strada.
Qui potete scaricare gratuitamente il suo album.
Vi lasciamo con un piccolo assaggio di Estère mentre realizza la sua musica con Lola.
http://vimeo.com/115820893
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Arti visive, performative e audiovisive, cultura, musica e viaggi: vivrei solo di questo. Sono curatrice e produttrice culturale indipendente e Direttrice Artistica di GRIOTmag e SPAZIO GRIOT, spazio nomade che promuove la sperimentazione multidisicplinare, l'esplorazione e la discussione.