Dzhangal | L’umanità Degli Oggetti Di Calais Attraverso La Lente Di Gideon Mendel

Camminare giù per Rivington Street ed arrivare davanti alla galleria d’arte Autograph ABP è un pugno nello stomaco. Dalla vivace movida hipster che transita spensieratamente tra Old street e Shoredicth a quel pochissimo che rimane dello slum più famoso di tutta Europa, la giungla di Calais.

Si è conlusa lo scorso weekend la mostra “Dzhangal” del fotografo Gideon Mendel, che prende il titolo da una parola Pashtu che significa “questa è la foresta” – da cui deriva il famoso nome “giungla”. L’originale installazione consiste di vari oggetti che Mendel ha raccolto durante le sue numerose visite a Calais.
A quanto pare il progetto iniziale era quello di insegnare fotografia ai rifugiati, ma vista la loro diffidenza nei confronti dell’obiettivo per timore di mettere a repentaglio le loro richieste d’asilo, il fotografo ha pensato di rivolgere invece l’attenzione alla miriade di oggetti abbandonati al suolo.

Mendel ha voluto ritrarre l’umanità della giungla di Calais piuttosto che la sua controversialità, con l’obiettivo di creare ordine dal disordine; per questo motivo ha deciso di organizzare gli oggetti in maniera ordinata nell’installazione e nelle fotografie, che senza ombra di dubbio colpiscono.
La giungla di Calais è un tema che è passato di moda alla stessa velocità con cui lo era diventato – e questo nonostante tutte le tragedie e le violazioni di diritti umani che hanno preso luogo.

Gideon Mendel si è sempre dedicato a trattare temi sociali con la sua arte, ma in questo caso è davvero riuscito a pieno nell’intento, fissando nel tempo, con l’immagine, ciò che le varie istituzioni internazionali sembrano già essere pronte a voler dimenticare.
Immagine di copertina |Thirty shoes, trainers, and sandals, Raccolte il 21 maggio, 15 settembre, 27 ottobre, 28 ottobre 2016, Gideon Mendel
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Celine Angbeletchy
Sono una persona molto eclettica con un’ossessione per la musica e la sociologia. Nata e cresciuta in Italia, Londra è diventata la mia casa. Qui creo beat, ballo, canto, suono, scrivo, cucino e insegno in una scuola internazionale.