
Diébédo Francis Kéré Vince Il Premio Pritzker Per L’Architettura 2022
L'architetto del Burkina Faso è il primo Africano e primo Nero a vincere quello che è considerato internazionalmente il più prestigioso riconoscimento per l'architettura.

“Spero di cambiare il paradigma, di spingere le persone a sognare e a rischiare. Non è perché sei riccǝ che dovresti sprecare materiale. Non è perché sei poverǝ che non dovresti cercare di creare qualità,”sostiene Kéré. “Tuttз meritano la qualità, tuttз meritano il lusso e tuttз meritano il comfort. Siamo interconnessi e le preoccupazioni per il clima, la democrazia e la scarsità sono preoccupazioni per tutti noi”.
Nato a Gando, Burkina Faso, nel 1965, Kéré ha studiato all’Università Tecnica di Berlino, città in cui vive dal 1965. Architetto, educatore, attivista sociale, rafforza e trasforma le comunità attraverso il processo dell’architettura. Attraverso il suo impegno per la giustizia sociale e l’impegno e l’uso intelligente dei materiali locali per connettersi e rispondere al clima naturale, lavora in paesi emarginati carichi di limiti e avversità, luoghi in cui l’architettura e le infrastrutture sono assenti. Costruendo istituzioni scolastiche contemporanee, strutture sanitarie, alloggi professionali, edifici civili e spazi pubblici, spesso in terre dove le risorse sono fragili e la comunione è vitale, l’espressione delle sue opere supera il valore di un edificio stesso.


“Francis Kéré sta portando l’architettura—sostenibile per la terra e le/i suoi abitantз—in terre di estrema scarsità. È ugualmente architetto e servitore, e migliora le vite e le esperienze di innumerevoli cittadinз in una regione del mondo a volte dimenticata,” commenta Pritzker. “Attraverso edifici che dimostrano bellezza, modestia, audacia e invenzione, e con l’integrità della sua architettura e delle sue gesta, Kéré sostiene con grazia la missione di questo Premio”.
La citazione della giuria del 2022 afferma: “[Kéré sa, dall’interno, che l’architettura non riguarda l’oggetto ma l’obiettivo; non il prodotto, ma il processo. L’intero corpus di opere di Francis Kéré ci mostra il potere della materialità radicato sul posto. I suoi edifici, per e con le comunità, sono direttamente di quelle comunità—nella loro realizzazione, nei loro materiali, nei loro programmi e nei loro caratteri unici. In un mondo in crisi, tra valori e generazioni che cambiano, ci ricorda ciò che è stato e continuerà senza dubbio ad essere un caposaldo della pratica architettonica: senso di comunità e qualità narrativa, che lui stesso è così capace di raccontare con compassione e orgoglio. In questo fornisce una narrazione in cui l’architettura può diventare una fonte di felicità e gioia continua e duratura.”


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