‘Desert To Douala’ | L’album Di Debutto Dei PULO NDJ Mette La Musica Del Ciad Sulla Mappa

di Celine Angbeletchy - Pubblicato il 11/04/2019

Fusione, melting pot, contaminazione sonora allo stato puro: è questa l’essenza di Desert To Douala, l’album di debutto di PULO NDJ, il connubio sonico e culturale made in Ciad che unisce tradizione e modernità. Uscito il 29 Marzo, il progetto vede Nickodemus, capo della celebre Wonderwheel Recordings, e DJ Buosis, fondatore di HAPE Collective, affiancare quattro talentuosi musicisti locali.

Idriss è nato a N’Djamena, conosciuto per le sue desert vibes, suona la garaya dal 1998 ed è uno dei fondatori di Pulo NDJ. Samy aka Gari Boy, il primo artista ad unirsi a HAPE Collective in Ciad, è nato e cresciuto in Camerun e suona la batteria, strumento che sin dall’infanzia mescola con makossa, soukous e afropop. Stingo, l’anima highlife e afrobeat di Pulo NDJ, ha deciso di fare il musicista una domenica a Lomé ed ha alle spalle numerose tournée in Costa d’Avorio, Burkina Faso, Benin, Ghana e Nigeria. Arrivato a N’Djamena nel 2010 ha conosciuto Samy e ha iniziato a suonare con lui. Wahlid ha iniziato a suonare lo xilofono, il basso e i synth in chiesa a 13 anni. Nato ad Adamaoua, nel nord del Camerun, oggi è un polistrumentista ed è l’autore della maggior parte delle melodie dei Pulo NDJ.

Plasmando un ibrido sonoro senza precedenti nella regione, questo entourage di artisti celebra, valorizza e contamina la ricca tradizione musicale del Continente con influssi contemporanei di matrice elettronica. Abbiamo intervistato DJ Buosis e i membri di PULO NDJ e per saperne di più su di loro, su HAPE Collective, il loro operato in Ciad e sulla nascita di Desert To Douala.

GRIOT: Raccontaci perché, dove e come è nato HAPE Collective.

DJ Buosis: Il Collettivo HAPE è nato all’Avana nel 2016 in un momento storico di apertura per Cuba. L’Avana è una città fondamentale nel panorama latino-americano, che si è sempre posta come leader propulsore di nuove idee, spesso contrarie al paradigma dominante. Con degli amici ci siamo trovati lì, la storia ci scorreva tra le dita e non siamo riusciti solo a restare a guardare. Abbiamo dato il nostro contributo culturale, accompagnando un’apertura a sonorità e sperimentazioni inedite nell’isola.

Come siete arrivati alla decisione di esportarlo in Ciad? Come ha influenzato il collettivo e quali elementi nuovi ha apportato questa nuova dimensione culturale?

DJ Buosis: Il Ciad è stato un caso, non possiamo negarlo. Ho seguito l’amore a N’Djamena e, in quella città arida e piena di sabbia, ho incontrato subito dei ragazzi che erano ricettivi alla proposta elaborata all’Avana, quasi avessero la stessa sete dell’isola caraibica, quasi cercassero da anni uno stimolo che li ponesse al di fuori della loro comfort zone. Lo spirito del collettivo ha quindi attecchito immediatamente e in pochi mesi stavamo già producendo degli show da sei/settecento persone, bianchi neri rossi che si trovavano a ballare la tradizione mischiata con l’elettronica. Un evento inedito per la capitale del Ciad.

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Com’è nata l’idea di coinvolgere Nickodemus nel progetto?

DJ Buosis: Nickodemus è un guru per il collettivo HAPE, oltre che essere un grande amico e maestro. Lo abbiamo invitato per la prima volta all’Avana a suonare in uno dei nostri eventi e si è subito innamorato della fusione, del melting pot che riuscivamo a creare. Da lì ci ha seguiti a Venezia, per un evento al Redentore, dove gli ho proposto di passare a N’Djamena per diventare formatore in uno dei corsi che organizziamo con l’Istituto francese del Ciad. In più gli ho passato qualche demo che avevamo già cominciato a registrare con artisti del Camerun e del Ciad e gli sono subito piaciute.

Come è nate l’idea di formare Pulo NDJ?

PULO NDJ: Subito dopo la creazione della divisione di N’Djamena di HAPE Collective, alcune persone coinvolte nell’associazione hanno iniziato a sperimentare facendo jam session, con un DJ che suona brani e uno o più strumenti moderni e tradizionali che lo accompagnano. Queste sessioni hanno favorito l’incontro tra i membri di Pulo NDJ, quindi possiamo dire che questo gruppo è un piccolo laboratorio di ricerca e creazione di HAPE Collective.

Il nome PULO NDJ ha un significato specifico?

PULO NDJ: Pulo significa “Peul” in lingua Fulfulde (termine francese di origine Wolof che significa Fula). Come la gente di Fula, abbiamo tutti lasciato la nostra città natale per incontrarci a N’Djamena. I Fula sono una tribù nomade che per nutrire il loro bestiame organizza una transumanza molto lunga. Sono dei grandi camminatori e stiamo cercando di sviluppare la stessa abilità nelle nostre composizioni: spostarci da un luogo a un altro e raccogliere il meglio di entrambi. Grazie ai due dei nostri membri provenienti da questa tribù e cresciuti nella più grande zona sahariana, è stato più facile per noi rivendicare questa identità.

In che modo Desert To Douala riflette la scena musicale attuale di Ciad?

PULO NDJ: Desert to Douala combina il vecchio e il nuovo: è un melting pot di canzoni e ritmi tradizionali e moderni che fanno parte dell’universo musicale sub-regionale dell’Africa centrale. Ad esempio, Idriss suona il garaya dal 1998. Ha imparato a costruirlo guardando i griot, i cantori, gli storyteller che sono i guardiani delle tradizioni, ma oggi suona il garaya su un ritmo da discoteca prodotto da Nickodemus. In generale, possiamo dire che l’album è in armonia con le nostre tradizioni e osa andare oltre, in un territorio inesplorato che è fresco e attraente. La chiamiamo una diversità edificante.

Quali sono a vostro avviso le caratteristiche principali della scena?

PULO NDJ: Il ritmo, la danza, i brani di dodici minuti, il balafon e il tam tam, la scrittura dei testi fanno parte del lavoro quotidiano di tanti artisti di talento qui a N’Djamena. Ciò che Pulo NDJ ha aggiunto a questo è stata la fusione con i generi elettronici e molta varietà in termini di ritmi e linguaggi. Questa diversità non è solo il prodotto del nostro incontro, ma è anche in grado di rivolgersi a diversi tipi di pubblico provenienti da diverse parti di questa regione, che possono così identificarsi con l’album.

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Qual è stato il ruolo di HAPE Collective a N’Djamena? HAPE ha avuto un effetto sulla città, o è stata la città che ha influenzato e ispirato i progetti di HAPE e, infine, Desert To Douala?

PULO NDJ: Tutta questa sperimentazione è stata immaginata solo dopo la creazione di HAPE Collective in Ciad. HAPE ha attivato questi corsi di formazione e incontri ed ha quindi permesso di mettere in risalto i numerosi e ricchi patrimoni musicali che abbondano sia in Ciad che nella sub-regione. La nascita di Desert To Douala e la folla incomparabile che si riunisce durante gli eventi HAPE possono solo confermare l’influenza di HAPE sulla città.

Quando sarà in grado di vedere il gruppo dal vivo in Europa?

PULO NDJ: Non appena lo desidererete, ovviamente!

Segui Pulo NDJ e ascolta Desert To Douala.

Immagine di copertina | Per gentile concessione di PULO NDJ

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Sono una persona molto eclettica con un’ossessione per la musica e la sociologia. Nata e cresciuta in Italia, Londra è diventata la mia casa. Qui creo beat, ballo, canto, suono, scrivo, cucino e insegno in una scuola internazionale.