Blue Channel | “Si Crea Prima Di Tutto Per Se Stessi, Perché Se Ne Sente Il Bisogno”

The Great Magician è il primo singolo del duo, in bilico tra rap, neo soul e R&B.

di Claudia Galal - Pubblicato il 13/04/2021
Tutte le immagini: Courtesy

I segni di un passato doloroso perdono d’intensità con il tempo, ma non si cancellano, regalano sfumature al carattere, ai sentimenti, alle espressioni di una persona. O di due, come nel caso di Maria ed Emanuela Negri, sorelle, giovani donne che mettono in musica – come Blue Channel – le loro esperienze di vita: le difficoltà di giorni ormai lontani si mescolano con l’urgenza creativa del presente. Malinconia (o saudade, date le origini brasiliane) e forza interiore, energia e dolcezza, rap e R&B, come in un gioco di specchi le due cantanti si riflettono l’una nell’altra per emergere come artiste differenti ma assolutamente complementari nel loro progetto comune.

È appena uscito il nuovo singolo The Great Magician, primo estratto dall’album The Survival of Consciousness (fuori a maggio), e le abbiamo raggiunte per un’intervista diversa dal solito allo scopo di conoscerle meglio. Hanno affrontato separatamente una serie di domande più specifiche, mentre hanno risposto insieme a quelle riguardanti il progetto musicale.

GRIOT: Come ti chiami? Sei la sorella maggiore o minore?

Maria: Mi chiamo Maria e sono la sorella maggiore.

Emanuela: Sono Emanuela, la sorella minore.

Qual è stato il vostro percorso musicale fino a oggi?

Blue Channel: Fin dalle elementari siamo state sensibili alla musica e al suo mondo, così ci siamo avvicinate ad alcune realtà, cori scolastici e non solo. Ricordiamo con piacere le esperienze legate al Nausicaa Choir di Baronissi, per Emanuela, e al coro Non solo gospel di Salerno, per Maria. Crescendo, abbiamo partecipato a diverse manifestazioni musicali locali, anche se in quel periodo su cammini separati. Ci siamo unite, diventando ufficialmente un duo, soltanto nel 2018, quando abbiamo deciso di far confluire i nostri diversi estri musicali in un comune sforzo creativo. Nel corso del 2019 ci siamo esibite su palchi più o meno importanti, finché la pandemia non ha bloccato tutto.

Come nascono le vostre canzoni? Avete un metodo creativo?

Solitamente il nostro punto di partenza è una melodia scelta insieme, sulla base della quale costruiamo il tema principale. Poi ognuna di noi butta giù le proprie idee in solitudine, infine ci confrontiamo, assembliamo le diverse parti e ne integriamo altre.

La nuova canzone, The Great Magician – e in particolare il video – rivela una fascinazione per il mistero, per il lato oscuro delle cose. Da che cosa deriva questa fascinazione?

In qualche modo ci stimolano di più le condizioni di disagio o decadenza: la miseria, lo scomposto, l’abbandono dei luoghi rispetto al lusso.

Nel video denunciate anche in maniera ironica l’estetica del mondo trap/rap, spesso maschilista e sessista. Vi siete mai sentite vittime di stereotipi, facendo musica urban?

Ci siamo sentite dire molte volte che abbiamo un potenziale musicale e un approccio creativo che vanno oltre lo scenario italiano, un po’ di nicchia rispetto alla direzione musicale di questo periodo. Ci sentiamo in qualche modo “vittime di stereotipi”, quando altre persone cercano di suggerirci delle strade poco consone al nostro sentire, solamente per essere più comprensibili a tutti, per raggiungere un pubblico più ampio.

Crediamo che l’essenza stessa della creatività sia fondamentalmente nelle sensazioni, nelle emozioni dell’artista: si crea prima di tutto per se stessi, perché se ne sente il bisogno.

Quali sono i maggiori ostacoli che avete dovuto affrontare finora, per emergere come artiste?

In realtà, non abbiamo dovuto affrontare particolari difficoltà nel non nostro percorso. È capitato che qualcuno, soprattutto agli inizi, abbia tentato di dividerci, ma l’operazione non è mai andata a buon fine. Sappiamo che per emergere e farci notare come artiste dobbiamo metterci costanza, determinazione e dedizione. È una questione di impegno e pazienza.

Nella scena musicale italiana attuale, quali sono i nomi che ritenete più affini a Blue Channel?

Mahmood, Ghemon e Venerus.

Dove vivi? Dove vorresti vivere, e perché?

Maria: Vivo a Salerno, nello specifico a Penta di Fisciano. Mi piacerebbe vivere per un periodo a Los Angeles. Non che mi attiri concretamente chissà che cosa in particolare, ma potrei assorbire appieno la cultura e l’immaginario artistico americano che tanto mi affascinano. Mi piacerebbe respirarne la quotidianità.

Emanuela: Vivo a Penta, un paesino in frazione di Fisciano, provincia di Salerno. Vorrei vivere in qualsiasi luogo sia a contatto con la natura, perché amo la tranquillità e il senso di pace che si respira.

Quali sono le prime tre cose che diresti di te per presentarti?

Maria: Determinata, profonda, emotiva.

Emanuela: Sono una ragazza pacata, sensibile e riservata (da non confondere con la timidezza).

Quali sono le prime cose che diresti di tua sorella per presentarla?

Maria: Riflessiva, diplomatica, mite.

Emanuela: Anche lei è riservata, a volte impulsiva, ma in fondo dolce e affettuosa.

Tre cose che ami e tre cose che odi.

Maria: Difficilissimo scegliere solo tre cose, ma ci provo. Amo la quiete, la poesia e l’arte. Odio, ma direi più che non sopporto, il pettegolezzo, l’invadenza e la maleducazione.

Emanuela: Amo la profondità d’animo, i gesti spontanei e il buon cibo. Odio l’invadenza, la maleducazione e la superficialità.

La tua giornata ideale.

Maria: Stare in studio a produrre musica.

Emanuela: La mia giornata ideale è quella in cui ascolto musica, canto, ballo ed esco con i miei amici.

Oltre alla musica, quali sono le tue passioni e i tuoi interessi?

Maria: Niente mi brucia dentro quanto la musica, diciamo che devo ancora esplorare ed esplorarmi.

Emanuela: Oltre alla musica, mi piace anche guardare film, ballare e fare lunghe passeggiate.

Un libro e/o un film che ami.

Maria: Il libro, Così parlò Zarathustra di Nietzsche; il film, Kadaver di Jarand Herdal.

Emanuela: Probabilmente uno dei film che ho amato di più è Will Hunting – Genio ribelle di Gus Van Sant.

Quale musica ascolti quando: sei arrabbiata/felice/triste?

Maria: Quando sono arrabbiata, ho bisogno di sfogarmi e la musica più adatta allo scopo è il rap. Quando mi sento felice, invece, ascolto R&B. Quando mi sento un po’ giù di morale, chill music lofi.

Emanuela: Quando sono arrabbiata, ascolto musica rap, per esempio alcune canzoni di Eminem, ma anche alcuni brani dei System of a Down. Quando mi sento felice, invece, ascolto la bossa nova, il reggae, e quando sono triste preferisco neo-soul, R&B e chill lofi.

Quali artisti e band consideri punti di riferimento per te come musicista?

Maria: Svariati: D’Angelo, Frank Ocean, Jamiroquai, John Mayer, Sting, Stevie Wonder…

Emanuela: Sicuramente Frank Ocean rappresenta il mio più importante punto di riferimento.

Quando hai capito che volevi fare musica nella vita?

Maria: In fondo l’ho sempre saputo, ma penso che l’anno decisivo sia stato l’ultimo delle superiori, quando mi toccava scegliere il percorso di studi. Allora ho preso coscienza di voler intraprendere questa strada.

Emanuela: In realtà, fin da bambina, più o meno a nove anni.

Quale canzone vorresti avere scritto?

Maria: Sono tante le canzoni di molti artisti diversi che vorrei avere scritto, ma se mi fermo un attimo a pensarci, dico Lately di Stevie Wonder.

Emanuela: Probabilmente We all try di Frank Ocean.

La collaborazione dei tuoi sogni?

Maria: Frank Ocean o Lauryn Hill.

Emanuela: Senza ombra di dubbio un featuring con Frank Ocean.

Se non facessi musica, quale altro lavoro vorresti o potresti fare?

Maria: È davvero difficile indicare un lavoro alternativo, che non abbia come fulcro la musica, in particolare la creazione di musica. È difficile anche solo pensarlo, perché sto dedicando tutta la mia vita a questa passione e non ho mai considerato l’idea di avere un talento o un interesse nascosto per qualcos’altro.

Emanuela: Penso l’interprete.

Quali sono i vostri obiettivi e i vostri progetti per il futuro?

Vorremmo cercare di seguire la massa il meno possibile per distinguerci in ogni modo e vorremmo sentirci realizzate professionalmente, per poter vivere serenamente anche la nostra vita privata.

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Metà italiana, metà egiziana, nata e cresciuta nelle Marche, passata per Bologna, adottata da Milano, lavoro nel campo della comunicazione e dei media. Scrivo di musica, street art e controculture, sono affascinata dalla contaminazione culturale a tutti i livelli.