
“Sono un espressionista. Canto ciò che dico, dico ciò che sento e sento ciò che suono. Per onestà. Solo per onestà. Alcuni potrebbero annoiarsi ma invito gli ascoltatori pazienti a farsi avanti, a sentire e soprattutto a relazionarsi con me senza fare troppe domande. Spero che quando avranno finito di ascoltare la mia musica avranno ottenuto le loro risposte, gradevoli o meno”.
Parole di Benjamin Clementine, il poeta espressionista, il musicista e cantautore dai testi romantici e profondamente malinconici che penetrano l’anima di chi li ascolta. Questo è l’effetto che la sua voce e la sua musica hanno avuto e hanno su di me. È automatico perdersi e immergersi nel suo mondo.
L’essere stato vittima di bullismo quando era un teenager, raccontare il difficile rapporto con i genitori – è il più piccolo di 5 figli – ritrovarsi a condurre una vita da barbone sia nella sua città natale, Londra, che nella sua casa adottiva, Parigi, e finalmente raggiungere il successo dopo essere stato scoperto in metro da un agente discografico, sono dettagli biografici che Benjamine cerca di scansare il più possibile perché teme possano oscurare la sua musica.
“Non sono cose di cui dovrei parlare”, dice in un’intervista “perché succede ogni giorno che le persone siano senza un tetto”. “È sempre la stessa storia ormai: è entrato in un treno, un ragazzo l’ha scoperto e poi ha firmato un contratto”, continua. “Non ha senso. Non è mai successo. Zero! Ero sul treno dove suonavo e cantavo ma lo facevo anche nei bar, per strada, alle feste di compleanno delle persone che mi incontravano in stazione e sui vagoni e a casa degli amici”.
Ma quel passato, per quanto Clementine cerchi di non portarlo in superficie, esplode con forza nei testi delle sue canzoni – tutte autobiografiche – impeccabilmente accompagnate dalle note prodotte dal pianoforte, strumento che ha imparato a suonare grazie a un piccolo “furto” compiuto all’età di sei anni. “Ero a scuola, e in classe c’era una ragazzina che aveva un pianoforte giocattolo”, ricorda Clementine. “Le chiesi se potevo giocarci e lei mi disse di no. Così aspettai che andasse a pranzo. Lo presi e lo portai a casa. Lo suonai, ascoltai i suoni che emetteva. Ne ero affascinato e non capivo perché”. “Il giorno dopo ovviamente lo riportai a scuola dopo una sgridata dei miei”. “Fui messo in punizione ma quello fu il migliore giorno della mia vita”.
Accostato a Nina Simone e Edith Piaf, influenzato da Pavarotti, Puccini e il francese Satie – in realtà li ascolatava casualmente quando li passavano alla radio –, molto apprezzato da Sir Paul McCarthney a cui sono venuti i brividi ascoltandolo suonare e cantare il suo singolo di debutto, Cornerstore, nello show televisivo Later Show with Jools Holland -, Benjamin cita anche Anthony and the Johnson come figure chiave che hanno influenzato il suo percorso musicale e i poeti William Blake, TS Eliot e Carol Ann Duffy. Suo fratello maggiore Jospeph invece che portarlo al pub gli diceva di leggere il dizionario e alla fine scovava sempre parole rare e arcaiche che cercava di inserire nel suo vocabolaro quotidiano.
Il countdown è già partito mesi fa e oramai ci siamo. La prossima settimana Clementine si esibirà il 13 aprile a Bologna, all’Arena del Sole – disponibili gli ultimi biglietti, e il 14 aprile a Milano, all’Elita Design Week. Già me lo immagino entrare sul palco, a piedi scalzi, con indosso il lungo cappotto nero, il volto vissuto – nonostante abbia solo 25 anni – accentuato da zigomi alti e pronunciati, suonare il pianoforte con il suo stile semplice, da autodidatta quale è, ma deciso, accompagnato da strumenti che rendono l’ascolto ancora più emozionante.
Noi ci saremo. Non perdetevelo. E se non siete convinti, ascoltatevi il suo ultimo progetto At least for now.
https://www.youtube.com/playlist?list=PL6j_DM-mU1BZi1k4geLRtmMaJHNRgKy1a
Potete scaricarlo da iTunes o ordinare il CD.
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Immagine in evidenza | © Micky Clément

Johanne Affricot
Arti visive, performative e audiovisive, cultura, musica e viaggi: vivrei solo di questo. Sono curatrice e produttrice culturale indipendente, fondatrice e direttrice Artistica di GRIOTmag e SPAZIO GRIOT, spazio nomade che promuove la sperimentazione multidisicplinare, l'esplorazione e la discussione.