12 Appuntamenti Da Non Perdere A ROMAEUROPA Festival

Il Romaeruopa Festival è probabilmente uno dei fiori all’occhiello non solo della capitale ma dell’Italia e dell’Europa. Il festival, giunto alla sua 18° edizione, conferma l’elevata qualità delle proposte in cartellone, presentando al pubblico romano il meglio della creazione artistica contemporanea. Un evento cult e trendy, realizzato con ingredienti di prima qualità: teatro, danza, arti digitali, musica, performance.
Quest’anno più che mai l’obiettivo di Romaeuropa è promuovere l’apertura alla conoscenza, “un modo per poter negare i falsi preconcetti riguardo i rischi che la nostra società corre incontrando altre civiltà,” afferma Monique Veaute, Presidente di Romaeuropa. E continua, “Se è vero, come suggerisce Giuseppe Laterza, che la cultura rende migliori perché arricchisce e amplifica la nostra visione del mondo, allora essa promuove anche una relazione diversa con l’Altro rendendo la comunità più vivibile. Ciò significa che abbiamo un compito da svolgere.”
Una sfida, un compito che da anni solca i palchi e attraversa gli spazi di questo festival, e in questa edizione, con 300 artisti provenienti da ventiquattro paesi e quattro continenti, c’è tanto da vedere, ascoltare, fare.
Abbiamo selezionato per voi 12 appuntamenti da non perdere. Ed è stata dura.

Teatro Argentina h 21.00 | sabato 22 h 19.00
da € 19 a 40
Kirina è un’opera per 9 danzatori, 1 attore, 4 musicisti, 2 cantanti e 40 figuranti nata dalla collaborazione tra il coreografo Serge-Aimè Coulibaly (già danzatore per Les Ballets C de la B di Alain Platel e fondatore della Faso Danse Théâtre), la cantante maliana, icona della musica mondiale, Rokia Traorè, e lo studioso e scrittore Felwine Sarr (per l’occasione nelle vesti di librettista).
Il titolo dello spettacolo è il nome della località situata nell’odierna Guinea dove si è svolta l’ultima battaglia da cui è nato l’impero mandingo nell’Africa Occidentale. Ed è a partire da questo luogo che questa speciale crew racconta e descrive la marcia di un popolo, colto nel suo momento di massima forza e splendore.
La potenza e la sensualità della musica incontra l’energia della danza e si fonde con un testo in grado di traghettare radici africane e occidentali verso il futuro. «Le nostre società sono in perenne movimento, le popolazioni cambiano velocemente nelle grandi città e queste trasformazioni fanno parte di una grande marcia, quella dell’umanità» ha affermato Coulibaly.
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EXCELSIOR (Danza – Video)
di Salvo Lombardo • Chiasma
20 – 21 ottobre 2018
Teatro Vascello / sabato 20 h 21 / domenica 21 h 17
da € 19 a 25
Nel 1881 al Teatro alla Scala di Milano debutta il Gran Ballo Excelsior, uno dei balli italiani dell’Ottocento di maggior successo che, come dichiara il suo autore Luigi Manzotti, celebra la grandezza della civiltà contro l’oscurantismo che costringe i popoli: «Nelle tenebre del servaggio e dell’ignominia».
Sono gli anni delle Esposizioni Universali dove vengono celebrate le conquiste del progresso, della rivoluzione industriale, dell’imperialismo coloniale e dell’affermazione del concetto di identità nazionale e del suo immaginario di riferimento. Date queste premesse Salvo Lombardo, guida della compagnia Chiasma, si interroga su quale è oggi l’eredità culturale di quell’idea di Occidente della fine del XIX secolo.
Quali iconografie e quali immaginari del Gran Ballo Excelsior riemergono oggi, in forme apparentemente diverse, nelle rappresentazioni degli ‘altri’, nel disegno dei corpi, e nella negoziazione delle relazioni tra Europa e ‘resto del mondo’? La pièce costruita da Lombardo non vuole essere un riallestimento del balletto, quanto piuttosto una sua ri-mediazione che si sofferma sugli immaginari stereotipici che il presente ripropone attraverso i suoi linguaggi, le sue raffigurazioni e i suoi media.
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datamatics [ver. 2.0]
di Ryoji Ikeda
25 novembre 2018
Auditorium Parco della Musica / Sala Petrassi
h 18
da €15 a 30
Dalla musica per percussioni a quella per i dati informatici: datamatics [ver. 2.0], secondo appuntamento con Ryoji Ikeda, non è un semplice concerto di musica elettronica ma un percorso sensoriale in cui dati analogici sono traslati nel codice digitale.
Una trasformazione utile a combinare rappresentazioni astratte e figurative della materia e contemporaneamente a sottolineare la presenza dei ‘dati invisibili’ che ci circondano nella nostra quotidianità.
datamatics [ver. 2.0] è, soprattutto, una performance live in cui suoni, luci e forme geometriche semplici, bianco e nero si alternano, ipnotizzando letteralmente lo spettatore, mettendo alla prova la sua attività sensoriale, trascinandolo in un universo digitale irriconoscibile e privo di coordinate.
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Omoya

da € 15 a 30Premiata con un Grammy Award nel 2010, icona della world music internazionale, Oumou Sangaré è oggi la principale interprete del ‘Wassoulou’, genere di musica popolare dell’ovest africano interpretato principalmente dalle donne.Nata a Bamako, capitale del Mali, Sangaré ha conquistato il cuore delle platee internazionali attraverso la sua voce ed energia da sempre incanalata nella lotta contro la discriminazione delle donne e in particolare contro i matrimoni combinati e la poligamia.Per REf18, la cantante, che nel 1998 è stata commendatore dell’Ordre des Arts et des Lettres, arriva con il suo ultimo progetto Mogoya.Questa raccolta di nuove canzoni segna un cambio di direzione nella carriera dell’artista. Sangaré si rivolge a un pubblico di ragazzi e ragazze pronti ad ascoltare le sue storie e i suoi consigli di vita (non a caso alcune musiche dell’album sono state composte in stretta collaborazione con Tony Allen). Come tutta la vita dell’artista, anche questo live promette di essere una vera e propria avventura, romantica e aggressiva, spericolata e poetica.
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di Motus • La MaMa

Teatro Vascello // h 21.00 | giovedì 1 novembre h 17
da € 19 a 25
PANORAMA è un’indagine incentrata sul movimento dei popoli e una ricerca sul concetto d’identità post-nazionalista. Nato in stretta collaborazione con la Great Jones Repertory Company de La MaMa, il mitico teatro dell’East Village newyorkese fondato da Ellen Stewart, lo spettacolo parte dalla storia dei singoli membri del celebre gruppo interetnico americano per dare vita a un’unica biografia plurale e visionaria.Con il supporto del drammaturgo Erik Ehn – e un elaborato dispositivo visuale sviluppato al Seoul Institute of the Arts – Motus delinea nuovi panorami esistenziali, dove il nomadismo diventa una proprietà intrinseca dell’esistere (e dell’essere artista), mettendo a dura prova ogni tentativo di fissare irrevocabilmente persone, nazionalità, etnie, professioni in categorie gerarchiche e immutabili.
Da Seoul a la Repubblica Domenicana, dalla Cina al Vietnam passando per la Turchia; PANORAMA è una caleidoscopica performance sull’umano diritto all’essere in movimento, sul nomadismo culturale, sulle espressioni artistiche da esso generate.
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THE QUIET VOLUME
di Ant Hampton • Tim Etchells
Evento Gratuito
Biblioteca Enzo Tortora
Lunedì h 15:30 – 17:30 | da Martedì a Venerdì h 10:30 – 12:30 * 14:30 – 17:30 | Sabato h 10:30 – 12:30
Tim Etchells torna in un’anteprima che funge da ponte ideale tra Short Theatre e Romaeuropa. Nata in collaborazione con Ant Hampton, The Quiet Volume è una performance sussurrata e nascosta che, coinvolgendo due persone alla volta, sembra autogenerarsi nella particolare tensione di una biblioteca.
È questo spazio, con la sua combinazione di silenzio e concentrazione, infatti, a nutrire il particolare progetto dei due artisti: due membri del pubblico/partecipanti siedono fianco a fianco e costruiscono, a partire dagli spunti offerti da parole scritte e bisbigliate, un improbabile percorso di conoscenza e relazione.
The Quiet Volume si mimetizza nell’ambiente soffice e ordinato di ogni biblioteca, e, utilizzando le sue stesse regolamentazioni, esplora l’esperienza soggettiva della lettura, permettendo alle nostre personali emozioni di affacciarsi in uno spazio condiviso per incontrare, silenziosamente e anonimamente, quelle di un altro sconosciuto lettore.
I libri oggetto della performance da poter scegliere per questa edizione italiana sono:
Trilogia della città di K di Agota Kristof
Cecità di Josè Saramago
Quando eravamo orfani di Kazuo Ishiguru
City Scapes di Gabriele Basilico
Successivamente alla prenotazione si riceverà una mail di conferma in cui verrà richiesto di selezionare il libro desiderato e indicare la lingua tra italiano e inglese.
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THE PRISONER
di Peter Brook
dal 11 al 20 ottobre 2018
Teatro Vittoria
h 21
domenica 14, h 17 /sabato 20, h 16 + 21
da € 22,50 a 45
Se c’è un artista che non necessita di presentazioni è sicuramente Peter Brook. Il rivoluzionario maestro del teatro internazionale torna con il suo ultimo spettacolo diretto insieme a Marie-Hèlène Estienne.
Un cast multietnico per affrontare con la maestria e quel consueto tocco lirico che caratterizza la scrittura scenica di questo gigante del teatro mondiale, i temi della punizione, della giustizia e del crimine. Un uomo siede da solo davanti a un’enorme prigione in un paesaggio desertico. Chi è? E perché si trova in questo luogo? È una sua libera scelta oppure sta scontando una qualche forma di punizione? E coloro che sono dentro il carcere che crimini hanno commesso? Come guardano a loro volta l’uomo che li sta osservando? È un pazzo o forse un dio?
Cos’è la redenzione e quale il significato del termine giustizia in un mondo dove carcerati e guardiani si scrutano reciprocamente ponendosi le stesse domande?
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MY PARADOXICAL KNIVES
di Ali Moini
13-14 ottobre 2018
Accademia di Francia Villa Medici
sabato 13 h 18 + 20:30
domenica 14 h 16 + 18:30
da € 8 a 15
Nato nel 1974 a Shiraz (Iran), Ali Moini vanta un percorso eclettico e versatile che lo porta dallo studio dei canti e delle musiche tradizionali iraniani, alla performance e alla danza al fianco di artisti come Meg Stuart, Lisa Nelson o Deborah Hay. My Paradoxical Knives è una performance che attinge dalla tradizione culturale persiana e che lega insieme le poesie del poeta Sufi del XIII secolo Rumi e i movimenti alla base della pratica roteante dei dervisci.
Il tradizionale abito Sufi, rappresentazione di sicurezza e uguaglianza, è tramutato dall’artista in una fonte di pericolo: ora composto da cinghie, infatti, collega dei coltelli al corpo del performer come fossero strumento di difesa e contemporaneamente di minaccia. Girando e cantando le poesie di Rumi, Moini lascia sollevare queste armi per puntarle verso il pubblico.
Questa danza rituale cambia così il suo significato, diventando un mezzo per interrogare la forza delle tradizioni e della poesia, le misure di sicurezza poste nella relazione tra artista e pubblico, o la percezione di minaccia dinanzi a una cultura diversa. Quanto è veramente possibile avvicinarsi a un’identità distante da noi?
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THE CONGO TRIBUNAL (Film)
di Milo Rau
8 novembre 2018
Opificio Romaeuropa //h 18.00
Evento Gratuito
La guerra in Congo ha causato oltre sei milioni di morti nel corso degli ultimi vent’anni. La popolazione è lacerata e i trasgressori risultano essere ancora impuniti. Milo Rau, uno dei più acclamati registi teatrali d’Europa, è riuscito a radunare vittime, perpetratori, osservatori e studiosi del conflitto.
A partire dall’omonimo progetto teatrale The Congo Tribunal, il regista svizzero crea un documentario sui generis per esaminare le cause e gli sfondi di questa guerra economica, tra le più grandi e sanguinose della storia umana, il ruolo di Stati Uniti, Unione Europea e Cina nello sfruttamento delle risorse del territorio africano, il ruolo dei politici locali e le loro relazioni con l’occidente.
Ne nasce un progetto artistico in cui finzione e realtà divengono un tutt’uno e in cui il cinema e il teatro si fanno strumenti per agire concretamente e politicamente sul presente.
RED – A DOCUMENTARY PERFORMANCE (Danza – Video)
di Wen Hui • Living Dance Studio Beijing
13 – 14 ottobre 2018
Teatro Vascello
Sabato 13 h 21.00 | Domenica 14 h 17
da 19€ a 25€
Cineasta e coreografa cinese, Wen Hui è alla guida della compagnia Living Dance Studio di Beijing con la quale porta avanti una ricerca incentrata sulla memoria e sulle possibilità del corpo di presentarsi come archivio della storia di un popolo.
Red – A Documentary Performance ci riporta nella Cina maoista degli anni Sessanta e Settanta utilizzando come punto di partenza il balletto The Red Detachment of Women, modello dell’estetica socialista e della sua rivoluzione culturale, con il suo mix di tecniche occidentali e tradizione cinese. Hui porta in scena due generazioni di danzatrici che attraverso la loro presenza, i loro gesti ma anche video e interviste riempiono quel vuoto che separa le grandi narrazioni storiche dall’intimità. Chi ha vissuto quel periodo si confronta con chi lo percepisce come un’eco lontana.
Ma tra documentario e performance lo spettacolo di Wen Hui riesce a far rivivere questo dialogo nel corpo, nel fare scenico. Così il palco del teatro si affaccia al mondo come visione di una intera società e delle sue problematiche, come termometro per testare il valore dei gesti, delle memorie di ogni singolo individuo dinanzi alla storia.
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BACK SYMPHONY (Musica – Digital Attitude)
di Quiet Ensemble
4-5 ottobre 2018
Mattatoio // h 21.00 // Roma
giovedì 4, h 21
venerdì 5, h 22:30
da 8 €a 15€
Il duo Quiet Ensemble, composto da Fabio Di Salvo e Bernardo Vercelli, da sempre impegnati nell’ambito della ricerca artistica a cavallo tra musica, performance, arti visive e nuove tecnologie, tornano a lavorare sulla luce come protagonista di una performance live.
Back Symphony è un concerto sinfonico di oggetti semplici e meccanici che prende vita in un backstage, quasi nascondendosi dall’essere umano. In questo spazio vuoto appaiono gradualmente meccanismi fragili e oggettistica stroboscopica per dare vita ad un crescendo dinamico e ritmico coinvolgente.
Una sinfonia composta da un’orchestra non umana che improvvisamente rivela la sua anima per svanire nell’ombra non appena si riaprirà il sipario.
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SAIGON (Teatro, in francese e italiano)
di Caroline Guiela Nguyen • les Hommes Approximatifs
29 – 30 settembre 2018
sabato 29 h 20.00 | domenica 30 h 17.00
Auditorium Parco della Musica, Sala Petrassi
da € 19 a 30
Marie-Antoinette è una donna vietnamita arrivata in Francia nel 1954. Sull’insegna del suo ristorante ha scritto ‘SAIGON’. È il nome di ben 979 ristoranti nel paese ma anche quello della sua terra d’origine. Qui si viene per parlare vietnamita o per cantare canzoni che piangono amori perduti e dimenticati in patria. Nel ristorante ci sono fiori artificiali e luci al neon, l’altare per gli antenati e una raffigurazione della Vergine Maria appesa a un muro.
11 attori in scena (francesi, francesi di origine vietnamita e vietnamiti) incarnano le voci di uomini e donne segnati dalla storia e dalla geografia. Ogni incontro è utile a condividere paesaggi, volti, canzoni e lingue che non esistono più da nessuna parte se non nella loro memoria e nel luogo che hanno costruito per renderla viva.
SAIGON indaga con poesia e delicatezza l’identità post-coloniale, quando le proprie radici divengono un ricordo lontano incarnato in un ristorante etnico, sospeso tra la Francia di oggi e la Saigon degli anni ’50, e per sempre scollato dalla realtà.
I biglietti sono disponibili qui.
Per il calendario completo, visitate Romaeuropa.
Immagine in evidenza | Panorama (performance) – Tutte le immagini | via Romaeruopa.net
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