AKAA 2017 | Al Via La Fiera D’arte E Design Illuminata Dall’Africa

Dopo il grande successo della sua prima edizione (2016), alla quale abbiamo partecipato entusiasti, AKAA – Also Known As Africa, la prima e unica fiera in Francia di arte contemporanea che punta i riflettori sugli artisti africani e della diaspora, torna ad illuminare il Carreau Du Temple di Parigi, dal 10 al 12 novembre.
Anche quest’anno la contemporaneità tornerà a sfilare in varie forme: scultura, pittura, fotografia, installazioni, design (sarà esibito dal 10% delle gallerie,) proprio a sottolineare l’importanza di continuare un dialogo che mostri l’ampiezza e la diversità di generi e artisti che esporranno i loro lavori.
Se la scorsa primavera l’Africa è stata protagonista assoluta e indiscussa degli appuntamenti Save The Date dedicati all’arte contemporanea sparsi per la Francia, AKAA conferma essere l’appuntamento annuale parigino, la piattaforma commerciale e culturale dove respirare e scoprire nuove forme d’arte e nuovi mercati.

Quest’anno saranno presenti 38 gallerie e 150 artisti da 28 paesi diversi. Per più della metà delle gallerie è la prima volta alla fiera. Del continente africano ci sono per esempio cinque new entry – Angola, Costa d’Avorio, Senegal, Tunisia, Uganda – mentre dall’Europa, quattro – Svizzera, Belgio, Italia e Spagna.
Fondata da Victoria Mann, AKKA vuole andare oltre i confini, fuggire da tutto ciò che è familiare. “La nostra Africa è fluida, complessa e permeabile. Influenza e ispira il mondo con la sua capacità di innovare e creare. Abbiamo concepito un evento all’interno di un luogo simbolo dell’architettura parigina in cui le visioni africane e globali si uniscono per disegnare una nuova mappa della scena artistica contemporanea,” afferma in una nota.
“Da un po’ di tempo l’Europa soffre di una strana febbre: arte contemporanea africana! Fiere, mostre, conferenze di stagione, all’improvviso è come se ci si stesse rendendo conto dell’esistenza di questo continente, che rappresentava, usando l’espressione di Joseph Conrad, ‘il cuore dell’oscurità’,” afferma Simon Njami, scrittore, curatore e membro del comitato selettivo di AKKA. “Ovunque sentiamo la parola ‘scoperta’ come se Cristoforo Colombo, Vasco de Gama e Marco Polo fossero diventati collezionisti, proprietari di gallerie e direttori di museo: gli unici in grado di estrapolare qualcosa dall’oscurità primitiva.

La verità è che da circa trent’anni l’Africa sta lavorando a un ritmo incredibile. Sartre è stato chiaro. ‘Il mondo improvvisamente finge che William Kentridge, El Anatsui, Julie Merethu, Pascale Martine Tayou – per citarne alcuni – aspettassero il semaforo verde per iniziare a creare. La verità è che da circa trent’anni l’Africa sta lavorando a un ritmo incredibile. Ogni anno vengono inaugurate nuove biennali, festival e centri di arte contemporanea. Tanti giovani curatori (Elvira Dyangani, Koyo Kouoh, Elise Atangana, Bonaventure Ndikung…) partecipano nello spiegare il linguaggio contemporaneo degli africani a un mondo che è ancora incastrato in definizioni etnocentriche. E il mercato segue.’
Oltre alla mostra mercato ci sarà AKAA UNDERGROUND, laboratorio d’arte e spazio di incontro dedicato ai workshop, ai talk e alla firma dei libri. Inoltre Les Rencontres AKAA permetteranno al pubblico di incontrare ed ascoltare le voci di artisti, curatori ed esperti che rappresentano la scena artistica contemporanea dell’Africa. Il tema degli incontri di quest’anno sarà: Healing – Guarigione.
Da non perdere durante AKKA ‘Mali Twist‘, alla Fondation Cartier, una retrospettiva di oltre 250 fotografie che esplora le connessioni del grande fotografo maliano Malick Sidibé (scomparso più di un anno fa) con la musica, la danza e di come queste abbiano infuenzato la cultura giovanile di quegli anni.
Per conoscere le gallerie presenti, gli artisti e il dettaglio del programma, visitate www.akaafair.com.
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Immagine di copertina | Passage 6 (2017) di Mohau Modisakeng
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