
Il 7 novembre 1991 il trentaduenne Earvin Johnson, meglio noto con il nome di Magic Johnson, annunciò in diretta tv il suo ritiro dal mondo del basket perché aveva scoperto di aver contratto il virus dell’Hiv.
Fino ad allora si pensava che la malattia colpisse solo i gay, per via di un aumento improvviso di casi di polmonite da Pneumocystis Carinii in giovani omosessuali americani che facevano sesso non protetto (nel 1981 infatti la chiamarono GRID, acronimo di Gay-Related Immune Deficiency), i tossicodipendenti, a causa dello scambio di siringhe infette, e gli emofiliaci.
Considerate quindi le modalità di trasmissione, nell’opinione pubblica si radicò l’idea che gay e tossicodipendenti fossero responsabili di aver introdotto la malattia. I media contribuirono a diffondere questo stigma.

Dopo la dichiarazione di Johnson però le cose cambiarono. Era la prima volta che una personalità celebre al di fuori degli ambienti gay o anche del “peccaminoso” mondo dello spettacolo aveva contratto il virus, spingendo di fatto molte celebrità e gente comune ad uscire allo scoperto e ad avviare campagne di informazione, sensibilizzazione e raccolta fondi per la ricerca.
In Italia le persone iniziarono a capirci di più attraverso la pubblicità dell’alone viola, “AIDS, se lo conosci, lo eviti. AIDS, se lo conosci, non ti uccide” (la campagna precedente pare fosse costata 12 miliardi e mandata in onda per la prima volta nel 1989).
https://www.youtube.com/watch?v=MRtWtX-njwc
Fortunatamente in quegl’anni, il 26 luglio 1985, nasceva Anlaids, la prima associazione italiana a battersi al di fuori delle istituzioni, che contribuì a sensibilizzare l’opinione pubblica sul fatto che l’Aids fosse una malattia che colpiva anche persone etero.
Oggi l’Aids sembra essere scomparsa dal vocabolario sociale della lingua italiana. Il fatto che sia diventata da una condanna a morte ad una malattia cronica e curabile ha cambiato la percezione del problema e sicuramente il silenzio dei media non ha aiutato moltissimo. Ancora oggi il 25% dei ragazzi crede che dall’AIDS si possa guarire e l’80% dei giovani ha rapporti sessuali non protetti.
Ed è proprio per questo motivo che Anlaids, in occasione della prossima giornata mondiale di lotta contro l’Aids – 1° dicembre -, ha deciso di celebrare i suoi 30 anni di attività con una mostra di tre giorni che ripercorre con foto, video, diapositive e altri stumenti interattivi tutta la storia dell’associazione e della malattia, lanciando allo stesso tempo un messaggio carico di speranza e di grande responsabilità tradotto in forma visiva dall’artista italiano di fama internazionale Agostino Iacurci: zero contagi, zero discriminazioni, zero morti entro il 2025.

© Marco Brunelli
Iacurci oggi ha completato un’opera che prende avvio da un omaggio al lavoro di Keith Haring, artista americano simbolo della lotta all’Aids, che negl’anni ’80, già prima di contrarre la malattia, profuse un impegno straordinario nella diffusione di immagini evocative e dirompenti per campagne di informazione e prevenzione.
L’opera, realizzata su 27 pannelli, sarà esposta sul muro di cinta dell’Ospedale malattie infettive Spallanzani, dal 26 novembre al 2 dicembre (dal civico 292 di via Portuense).
A conclusione dell’iniziativa, l’artista ha deciso di donare una parte del lavoro all’Anlaids e allo Spallanzani per raccogliere fondi per la ricerca.
Inaugurazione mostra | Venerdì 27 novembre, ore 18
Durata | Fino al 29 novembre
Luogo | Spazio D, MAXXI – Via Guido Reni, 4a, Roma
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